Saper delegare al momento giusto aumenta la fiducia delle persone e stimola la loro creatività
Non sempre è positivo risolvere in prima persona una difficoltà che vi presenta un collaboratore: spesso, questo approccio limita lo sviluppo dell’autonomia e riduce il senso di responsabilità del vostro team. Se le condizioni lo consentono e non c’è un’urgenza reale di eliminare una problematica, riuscire a delegare può essere un’ottima soluzione per dare spazio alla creatività di chi lavora con voi.
Esistono 4 strategie utili ad individuare quando sia il momento giusto per delegare un’azione e contribuire alla crescita del vostro team. Vediamo quali sono.
Saper delegare è una competenza importante per i leader di oggi e aiuta i team a crescere professionalmente e umanamente, assicurando il raggiungimento degli obiettivi aziendali.
Per sviluppare questa capacità, il manager deve trasformarsi da protagonista a vero e proprio leader. I due termini possono sembrare sinonimi uno dell’altro, ma non è così: il leader che sa delegare è quello che sa farsi da parte nel momento in cui il suo team raggiunge un risultato importante, mettendosi completamente al servizio dei suoi collaboratori ed evidenziando la loro bravura, rinunciando alla gloria personale.
Mettersi in discussione quando c’è da imparare qualcosa di nuovo o trovare una strada alternativa per risolvere un problema può essere scomodo. Quando un manager si confronta con i suoi collaboratori, intuendo il percorso che potrebbe essere più idoneo a superare una difficoltà, è bene lasciar loro lo spazio per riflettere e agire.
Una delle chiavi per l’impegno sul lavoro è sentirsi coinvolti e avere l’opportunità di affrontare sfide stimolanti. Permettere al collaboratore di trovare da solo la strada con cui risolvere una problematica porta a una crescita delle persone e dei manager stessi.
Grazie a questo percorso, i collaboratori acquisiranno maggiore fiducia nelle loro capacità: i neuroscienziati sanno che questi momenti sono importanti perché consentono di sviluppare l’apprendimento e la perseveranza.
È chiaro che non tutto può essere delegato con serenità: ci sono situazioni di emergenza o problematiche piuttosto complesse che un leader non può affidare completamente al suo team.
Saper individuare le attività meno rischiose da delegare è molto importante, perché si evita di dare una responsabilità troppo grande ai collaboratori, mettendoli al riparo da errori significativi.
Inoltre, per sapere quali compiti sono maturi per la delega, è bene considerare quelli che al momento attuale sembrano facili o meccanici e che, proprio per questo, sarebbero buone opportunità di sviluppo per i membri del team.
Non solo: un leader può anche pensare a delegare un’attività che è meno in linea con le proprie attitudini, ma che potrebbe essere perfetta per gli altri.
Infine, anche il tipo di approccio comunicativo fa la differenza. Essere curiosi e facilitanti anziché imperativi accorcia le distanze con i membri del team. I leader non hanno tutte le risposte ai problemi ma hanno gli strumenti per facilitare l’apprendimento dei loro collaboratori.
Confrontarsi con pazienza e curiosità mette le persone nelle condizioni di riflettere al meglio sulle risposte da dare ai problemi che si pongono e il leader può offrire comprensione a una persona che non fa qualcosa esattamente come l’avrebbe fatta lui.
Un buon leader lascia al suo team la possibilità di sbagliare ma, soprattutto, di trovare le risorse interne per risolvere situazioni difficili. Se, nei momenti complessi, è sempre il manager a salvare il collaboratore con consigli o indicazioni, non gli consentirà di scoprire le proprie soft skill.
Leggi anche:
‘Barilla: saggezza e capacità di meravigliarsi per una leadership migliore’
‘Le HR in Telethon: il Modello 4D per una leadership ispirazionale’