Dal manager della felicità al facilitatore del lavoro da remoto: i cambiamenti nel mondo del lavoro concomitano con la nascita di nuove figure professionali
Lavorare con le risorse umane impone un aggiornamento costante: sulle tendenze in atto nel mondo del lavoro, sulle nuove tecnologie, sull’organizzazione aziendale. Da questo cambiamento continuo deriva il fatto che da nuove esigenze nascono talvolta anche nuove figure specialistiche.
Alcune di queste figure si legano anche alla necessità di migliorare la comunicazione e l’organizzazione interna. Vediamo insieme cinque esempi.
Il manager della felicità è un’altra di quelle figure che, pur esistendo da molto tempo, sta guadagnando popolarità nel post-pandemia, grazie alla riscoperta attenzione per il benessere delle persone. Solitamente si inserisce nel dipartimento delle risorse umane e lavora sull’organizzazione interna, promuovendo la “felicità” non come semplice stato d’animo ma come una competenza da sviluppare e allenare.
A tal fine, il Chief Happiness Officer si occupa di migliorare il benessere organizzativo, anche in termini di comunicazione interna. In particolare, aiuta le persone a delineare meglio i propri obiettivi personali/professionali e come raggiungerli, in modo da farle sentire più realizzate e, quindi, felici.
La possibilità di lavorare da casa è un benefit a cui le persone non intendono rinunciare, e le aziende dovranno presto imparare a gestire questa necessità.
L’ipotesi più probabile, nel futuro a medio termine, è che le imprese si divideranno tra chi sposerà il lavoro completamente da remoto e chi invece preferirà forme ibride che prevedono un’alternanza fra lavoro in azienda e da remoto.
L’unica certezza è che il lavoro “fuori dall’ufficio” non sparirà e anzi, sarà una componente di grande importanza nell’organizzazione aziendale. Di conseguenza, anche questo frangente sta già destando attenzione e c’è chi ha già iniziato a ricorrere a facilitatori per ottimizzare l’esperienza del lavoro da remoto, in ottica di integrazione e soddisfazione delle persone.
Questi specialisti dovranno avere confidenza con le tecnologie di interesse per lo smart workingÈ una nuova modalità di svolgimento dell’attività lavorativa, introdotta dalla l. 81/2017 e caratterizzata dall’assenza di precisi vincoli di orario e di luogo di lavoro per il dipendente. More, con i processi e con la cultura aziendale, e assicurarsi che i lavoratori da remoto abbiano a disposizione i mezzi di cui hanno bisogno per poter svolgere le proprie mansioni in autonomia ed efficienza.
In un tempo in cui portare a bordo risorse qualificate appare sempre più difficile, ecco emergere la figura altamente specializzata del “Talent AcquisitionSpecialist”. Rispetto al tradizionale lavoro dell’HR, il processo di talent acquisition prevede una visione più approfondita e strategica. Non si tratta solo di selezionare la persona giusta per un determinato ruolo ma di disegnare una tabella di marcia per inserire le figure che renderanno l’azienda più competitiva.
Nel dettaglio, un Talent Acquisition Specialist si occupa di:
Letteralmente significa “cacciatore di teste”: l’Head Hunter è una figura assolutamente chiave nel processo di selezione di nuovi talenti. Solitamente è un esperto esterno all’azienda che viene chiamato in causa quando c’è la necessità di assumere una figura altamente specializzata.
Un bravo Head Hunter è in grado non solo di raccogliere e selezionare le candidature spontanee, ma anche quelle “passive”.
Andrà quindi a caccia di persone che in realtà non stanno attivamente cercando lavoro, ma che in base alle loro esperienze e competenze, così come le descrivono nel curriculum o attraverso i social network, presentano quelle caratteristiche che li rendono la perfetta risposta alla necessità dell’azienda.
Il Digital HR è una figura ibrida, che nel post pandemia si sta rendendo sempre più necessaria. Da un lato deve avere quelle competenze psicologiche e relazionali che sono alla base della professione tradizionale, ma in più deve sapersi destreggiare anche con la tecnologia e con i canali di comunicazione.
Il digital recruiting, infatti, utilizza un sistema automatico che interagisce con il sito aziendale, ma anche con le piattaforme di ricerca e selezione del lavoro e con i social network professionali (quale, ad esempio, LinkedIn).
Il Digital HR saprà:
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