Ascolto e organizzazione le priorità dell’HR nel mondo del lavoro che cambia. SAS investe nell’employer experience
Il ruolo dell’HR si trasforma e acquisisce nuovo valore nell’ambito delle relazioni tra le diverse funzioni aziendali. L’ascolto trasversale delle persone, a tutti i livelli, è la priorità di questa figura manageriale, destinata sempre di più a fare la differenza nei processi decisionali delle imprese. A raccontare come sta cambiando la professione HR è Elena Panzera, Senior HR Vice president SAS e Presidente di AIDP Lombardia.
Laureata in Psicologia all’Università Cattolica del Sacro Cuore, Elena Panzera è cresciuta professionalmente nel mondo HR, ed è una vera appassionata delle relazioni umane. A questo interesse ha aggiunto quello per il marketing, accrescendo le proprie competenze nella funzione HR, e oggi è professore a contratto del corso in Human Resources Information Systems all’Università degli Studi di Milano: “Ho svolto sempre il ruolo di HR director – racconta Elena Panzera –, ma ho anche sempre avuto un’anima business. La mia passione più grande è legata all’ambito del people analytics, e altrettanto considero importante il ruolo del coaching, nel mondo del lavoro di oggi”.
Unica società a capitale privato nel settore del business analytics, SAS ha oltre 40 anni di storia alle spalle e, forte della sua esperienza, si prefigge l’obiettivo della quotazione in Borsa entro il 2024. Attualmente conta 15.000 dipendenti, distribuiti in tutto il mondo, ed Elena Panzera guida un team di 100 HR, impegnati con lei nel coordinare e seguire le persone di 55 Paesi.
“Nel periodo precedente la pandemia viaggiavo molto – dice Elena Panzera –, e in un mondo completamente cambiato ci si chiede cosa sia necessario e a cosa, invece, si possa rinunciare. Ecco che si dà priorità a viaggi dove l’interazione vis-à-vis sia differenziante, mentre per riunioni meno complesse si utilizza la tecnologia.
In questo scenario così trasformato, si deve essere capaci di gestire l’immediato: in un mondo virtuale è indispensabile un presidio dell’operatività, e una relazione più stretta con le persone. Ma altrettanto importante e contemporanea deve essere una visione a lungo raggio per poter disegnare una strategia a medio termine dove le persone possano essere al centro della business strategy”.
La figura HR si avvicina a quella dell’account manager: “Ci prendiamo cura delle persone e, oggi più che mai, serve creare un’architettura di ascolto delle organizzazioni. Non è più efficace lavorare da soli, e l’HR deve cercare di essere un facilitatore di relazione tra le varie figure professionali – prosegue Elena Panzera –. L’HR ha un ruolo trasversale, che parte e finisce nell’ascolto. Nell’epoca dello smart workingÈ una nuova modalità di svolgimento dell’attività lavorativa, introdotta dalla l. 81/2017 e caratterizzata dall’assenza di precisi vincoli di orario e di luogo di lavoro per il dipendente. More, noi crediamo nel valore delle ‘3 C’, come leva dell’engagement”.
A fare la differenza nelle performance delle persone e nel raggiungimento dei risultati aziendali è la motivazione di chi lavora: “Siamo convinti che la collaborazione sia fondamentale per creare un clima sano e produttivo tra persone, anche e soprattutto in un contesto di lavoro ibrido dove la responsabilità e l’autonomia sono elementi imprescindibili al buon funzionamento delle varie attività”, conclude Elena Panzera.
“Un altro fattore irrinunciabile, e legato al lavoro di squadra, è la comunicazione, necessaria a snellire i processi e allineare le persone verso gli obiettivi stabiliti”.
La terza ‘C’ è quella relativa alla celebrazione, come momento in cui le persone possono incontrarsi per condividere emozioni, desideri, aspirazioni e anche difficoltà, riconoscendosi parte di un progetto comune.
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