Il gaming riduce le distanze tra aziende, persone, e clienti: le soluzioni di Gamindo per i brand più famosi al mondo
I videogiochi, contro cui lottano tutti i genitori del mondo, possono diventare uno strumento utile per imparare e, al tempo stesso, un mezzo con cui far conoscere un’azienda sia ai propri o potenziali clienti, che alle persone che ci lavorano.
Valentina Crenna, Business Development & Account Manager Gamindo ci ha raccontato come la startup ha lavorato anche con grandi multinazionali utilizzando e personalizzando i videogiochi per il brand. Valentina Crenna ha partecipato alla Roundtable di SHR Italia, dove ha portato alcuni esempi di quanto il gaming può essere utile alle aziende.
Gamindo si è specializzata nella realizzazione di videogiochi brandizzati con l’obiettivo di rendere efficace e divertente l’interazione tra brand e clienti, e tra aziende e persone che lavorano.
“Gamindo realizza videogiochi brandizzati per aziende – spiega Valentina Crenna –. Utilizziamo il gaming come strumento di comunicazione sia esterna, quindi dalle aziende verso il mondo dei clienti, sia interna, quindi verso collaboratori e dipendenti.
Oggi la media di età dei giocatori è di 34 anni, quindi non si tratta certo di un settore dedicato esclusivamente all’infanzia e all’adolescenza. Nel mondo ci sono oltre 3 miliardi di persone che utilizzano i videogiochi e, in Italia, il 30% della popolazione è appassionata a questo mondo.
“Dai dati, è evidente come quello del gaming sia un linguaggio davvero diffuso – prosegue Valentina Crenna –. Il videogioco può essere inteso come un divertimento, ma anche come mezzo educativo.
Quando una persona gioca, è completamente concentrata su ciò che sta facendo. Questa condizione viene definita ‘flow’, e consente all’utente di essere ricettivo di fronte a qualsiasi tipo di contenuto che gli viene proposto”.
Di conseguenza, la tipologia di argomento e lo scopo sono i fattori che fanno la differenza: un videogioco che abbia come obiettivo quello di formare e informare una persona sul tipo di brand che sta acquistando, piuttosto che su come funzioni l’azienda per cui lavora, presenta dei vantaggi e dei risvolti decisamente positivi.
Coinvolgimento, formazione, training, recruiting sono aspetti che rientrano nell’engagement: “Ci si può trovare impegnati per lo stesso brand, ma provenire da aree diverse dell’azienda. Ecco che il gioco diventa un mezzo per unire le persone e farle sentire parte di un’unica realtà – conclude Valentina Crenna –. O, ad esempio, un’azienda può avere la necessità di lanciare un nuovo prodotto o servizio, e decidere di farlo in un modo differente rispetto all’invio di una mail ai suoi collaboratori.
In alternativa, è possibile creare un’esperienza di gioco interattiva, ingaggiante, piacevole ed entusiasmante, educativa e divertente, che appassiona le persone e favorisce un senso di appartenenza all’azienda. Dai feedback che abbiamo avuto dalle aziende per cui abbiamo realizzato i videogiochi, questo tipo di esperienza viene molto apprezzata dalle persone, perché è un tipo di comunicazione molto più immediata e stimolante”.
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