Quali sono i problemi più frequenti nel management, e come risolverli. I consigli di Open Minds
Sono 3 le difficoltà più complesse che un HR manager deve affrontare nello svolgere la sua funzione:
A individuare queste tre aree di difficoltà e a suggerire a chi lavora nelle risorse umane come risolverle è la società di formazione manageriale e coaching Open Minds, specializzata nell’ambito delle risorse umane.
I modi per superare queste problematiche ci sono, vediamo quali consigli seguire secondo gli esperti di Open Minds, che partono dal tema dell’ascolto di dipendenti e collaboratori, un mondo variegato fatto di competenze e sensibilità differenti.
In azienda, le persone possono avere caratteristiche diverse con le quali l’HR deve rapportarsi nel modo più costruttivo possibile.
I collaboratori che possono rappresentare una difficoltà sono:
Queste figure, a volte, faticano a stare al passo con i colleghi e ad avere la stessa visione del lavoro del team. Infatti, spesso trascurano le attività da svolgere e mettono in difficoltà non solo l’HR, ma anche gli altri professionisti con cui lavorano.
Nella relazione con queste persone, decisione e fermezza sono importanti: è bene saper ascoltare i propri collaboratori, ma riuscendo sempre a essere assertivi e autorevoli nelle proprie posizioni.
Capita spesso che le persone che lavorano in un’azienda abbiamo una visione diversa dell’organizzazione rispetto a quella condivisa dal management. C’è poi chi tiene particolarmente a difendere le sue idee controcorrente.
In questo caso, le figure HR non si devono incaponire per imporre la loro visione, ma devono tener conto di questa diversità.
La chiave per superare questa difficoltà è valorizzare le differenze di vedute. I punti di vista fuori dal coro sono infatti una ricchezza e una fonte di nuovi stimoli per l’azienda.
Infine ci sono i talenti, quelle persone che hanno delle ottime competenze sia tecniche che relazionali. Sono persone molto ambiziose e desiderose di crescere professionalmente, un vero tesoro per un’azienda, che non deve assolutamente farle scappare o sentirsi intimorita dalla loro volontà di “fare di più”.
Queste figure infatti sono le migliori alleate, perché se trattate nel modo giusto possono brillare all’interno dell’azienda. Per fare in modo che restino a bordo e che siano felici di lavorare all’interno dell’organizzazione bisogna investire su di loro, ad esempio consentendogli di accedere a un percorso di formazione o di aggiornamento specifico che ne esalti le competenze.
Al secondo posto della classifica delle difficoltà rilevate dai manager c’è il time management, strettamente legato alla velocità di cambiamento del mondo del lavoro, che sembra mettere al primo posto delle competenze la capacità di reagire all’imprevisto.
Anche se si tratta di un buon talento, la pianificazione resta la vera soluzione al problema della gestione del tempo: specie per chi deve coordinare le persone, è fondamentale avere un’organizzazione dei tempi molto precisa e strutturata, proprio per evitare il più possibile di essere in balia degli imprevisti.
La pianificazione parte dalle priorità: avere ben chiaro quali sono il 20% delle priorità che determinano l’80% dei risultati e dedicarsi, quindi, prima alle attività più importanti.
Il rapporto con i vertici aziendali è il terzo, e più importante, problema dei top e middle manager, e può avere due sfumature completamente diverse.
Le difficoltà possono nascere quando il superiore con cui il manager lavora è completamente assente, delega tutto non svolgendo più un ruolo di riferimento.
Altrettante difficoltà possono verificarsi quando, al contrario, il superiore interviene costantemente nel micro management, esprimendosi in ogni singolo processo decisionale. In questo caso crea problemi ai manager, che non hanno spazio di manovra per svolgere il proprio lavoro.
Il segreto per uscire da queste problematiche è confrontarsi apertamente con i propri punti di riferimento, e chiedere un equilibrio tra la troppa autonomia e il suo contrario.
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