Un vero ristorante aperto al pubblico, situato all’interno del carcere milanese: i detenuti maturano un’esperienza spendibile una volta fuori, e la recidiva crolla dal 70 al 17%
Il ristorante “InGalera”, a Bollate (Milano), non ha nulla da invidiare ad altri più tradizionali. Il menù spazia da un sontuoso risotto al pepe verde, crema di piselli e caciotta dolce, alla sofisticata ombrina in porchetta con porri croccanti e patate. La carta dei vini è ricca di proposte da ogni parte d’Italia, la mise en place impeccabile. Giusto i quadri alle pareti richiamano con ironia che la location non è la più tradizionale: il ristorante trova spazio, infatti, all’interno della seconda casa circondariale milanese.
L’esperienza inizia nel 2004 con un piccolo gruppo di detenuti con esperienza nella ristorazione. Da una loro idea nasce ABC catering La sapienza in tavola, cooperativa sociale di cuochi professionisti che, insieme ai detenuti del carcere, offre catering di altissimo livello. Ma Abc aveva un sogno ambizioso: aprire un ristorante aperto al pubblico, con la partecipazione dei detenuti, permettendo loro di costruirsi un vero e forte curriculum lavorativo. Un modo per completare il percorso riabilitativo dei carcerati, che hanno la possibilità di maturare un’esperienza spendibile una volta reinseriti nella società.
Il sogno si realizza nel 2013, quando la società Good Point, che supporta le organizzazioni e le aziende operanti nell’ambito della Responsabilità Sociale d’Impresa, su mandato della società PwC, incarica ABC di aprire e gestire in partenariato un ristorante sociale. Da una preziosa sinergia tra il pubblico e il privato, nasce così il ristorante inGalera.
Il progetto decolla anche grazie al supporto della Fondazione Cariplo, del Ministero della Giustizia, dell’Istituto Alberghiero Paolo Frisi e della Fondazione Peppino Vismara.
La buona riuscita del progetto è evidente da ogni punto di vista: la si legge nelle recensioni piene di entusiasmo e di calore lasciate dai clienti, dalla passione che mettono i detenuti nel loro lavoro, ed anche nei dati. In Italia il tasso di recidiva tra chi esce dal carcere è del 70%, tra i detenuti di Bollate è del 17%.
I posti a sedere sono cinquanta (in questo periodo meno, a causa delle norme anti-Covid) e per entrare c’è sempre la fila. Sul sito, inGalera si presenta come «il ristorante più stellato d’Italia»: è una battuta, ma molti ci credono. E comunque, sul sito delle Guide Michelin, la recensione c’è davvero: «La cucina è semplice, ben fatta e dai contenuti nobili, il servizio è attento». Il menù è molto curato e l’ambientazione pure. Solo i quadri alle pareti ricordano con ironia la particolarità di questo posto: tra le cornici trovano spazio locandine di film come Le ali della libertà, Fuga da Alcatraz, Fuga per la Vittoria, Il miglio verde.
A febbraio 2020, come moltissime altre attività, il ristorante ha chiuso in via temporanea a causa della pandemia. Fra start e stop, la chiusura è durata quasi fino a giugno scorso: con l’inizio dell’estate, infatti, l’attività è ripresa a pieno regime, sebbene con posti limitati. E sono ripresi anche gli eventi, uno dei fiori all’occhiello del locale: sono tornate le serate “ti racconto il carcere” e anche le serate con giochi di ruolo, come le note “cene con delitto”. La prossima è in programma per il 29 settembre e s’intitola “In vino veritas”.
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