Mentoring, un mezzo per trattenere talenti ed evitare dimissioni

mentoring trattenere talenti
(foto Shutterstock)

Scopri tutto sul mentoring, la nuova strategia aziendale per migliorare il benessere dei dipendenti e aumentare la talent retention

In un’epoca di grandi dimissioni, in cui i dipendenti scelgono di cambiare vita e i candidati si dicono pronti ad abbandonare il processo di selezione al minimo segnale negativo, sono molte le aziende costrette a cercare soluzioni efficaci per combattere l’emorragia di talenti. 

Tra le varie possibilità per favorire l’integrazione delle nuove risorse e garantire una maggiore fidelizzazione, il mentoring ha acquisito enorme popolarità negli ultimi anni. Ma di cosa si tratta di preciso, e quali sono i vantaggi che offre alle aziende e ai dipendenti?

Mentoring aziendale: definizione e obiettivi

In generale, possiamo definire il mentoring come qualsiasi processo di supporto e guida professionale in cui un dipendente con meno esperienza riceve aiuto e formazione da un collega con più conoscenze in un determinato ambito.

Solitamente è un’attività di carattere informale: diversamente dai corsi di aggiornamento e di formazione, questo processo non comporta alcun obbligo per le parti coinvolte, e il percorso condiviso non è legato a metriche, scadenze o KPI. L’obiettivo, infatti, è principalmente migliorare la vita professionale del mentee (e, indirettamente, aumentare la talent retention) attraverso lo scambio di conoscenze.

Dopo la pandemia, molte aziende hanno iniziato a offrire queste opportunità come parte del pacchetto welfare: guardando oltre numeri e statistiche, le attività sono volte a inserire a pieno regime le risorse più giovani, aiutandole a sviluppare le competenze, conoscenze e abilità necessarie per raggiungere i propri obiettivi professionali.

Naturalmente, il mentoring non è riservato solamente ai nuovi arrivati, ma viene spesso utilizzato anche per aiutare i dipendenti più anziani a sviluppare nuove competenze, affrontare sfide professionali e raggiungere obiettivi di carriera a lungo termine.

La modalità più adatta alla tua azienda

Se lo stai immaginando come un classico approccio frontale top-down volto alla mera trasmissione di conoscenze, leggendo i prossimi paragrafi cambierai idea: vogliamo infatti presentarti le diverse tipologie di mentoring adottate dalle aziende italiane e internazionali.

Mentoring inverso: la forza della novità

A dimostrazione della versatilità di questo strumento, questa modalità comporta una vera e propria inversione di ruoli: il più giovane, solitamente lo “studente”, diventa in questo contesto l’”insegnante”.

Sebbene sia una pratica relativamente nuova, sempre più organizzazioni stanno optando per questa strada, e molti datori di lavoro stanno iniziando a comprendere le potenzialità delle giovani risorse per la condivisione di conoscenze e competenze con i colleghi più grandi, indipendentemente dal livello di esperienza professionale di ciascuno.

Le aziende che lo hanno implementato hanno spesso rilevato un maggior grado di inclusione tra i loro dipendenti, consentendo a colleghi di diverse generazioni, background e livelli di esperienza di lavorare insieme e di apprendere l’uno dall’altro.

Mentoring peer-to-peer: una nuova prospettiva

Nel mentoring alla pari, i dipendenti coinvolti hanno spesso età, ruoli ed esperienze simili.

L’idea alla base di questo approccio è che ciascun dipendente possa apprendere dai propri colleghi, avendo ognuno esperienze e conoscenze uniche da condividere. Questa forma è spesso utilizzata in via informale nei team di lavoro, affinché i membri possano aiutarsi reciprocamente a sviluppare nuove competenze e coltivare al contempo relazioni interpersonali con la propria squadra.

Mentoring di gruppo: tutti per uno, uno per tutti

Con il mentoring di gruppo, un mentore lavora contemporaneamente con un gruppo di mentee, ad esempio con un team i cui membri abbiano tutti bisogno di sviluppare le stesse competenze o riscontrino le stesse difficoltà professionali o personali.

Questa modalità offre ai mentee l’opportunità di creare una vera e propria “comunità di apprendimento” in cui scambiare idee, esperienze e risorse, favorendo al tempo stesso il senso di appartenenza. 

Naturalmente, questa esperienza comporterà anche un importante vantaggio in termini di tempo: concentrandosi su diversi dipendenti insieme, l’azienda sarà spesso in grado di “formare” un intero team molto più velocemente.

Uno strumento per creare comunità

Se sei alla ricerca di un modo per aumentare il benessere psicologico dei tuoi dipendenti e favorire la talent retention, quindi, non possiamo che invitarti a prendere in considerazione il mentoring, un’ottima soluzione per creare un rinnovato senso di comunità all’interno della tua azienda.

 

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