Bonus benzina 2023: tutte le novità

Bonus benzina 200€
(foto Shutterstock)

Confermata anche per quest’anno l’erogazione dei buoni carburante completamente detassati fino a 200 euro

Il 14 gennaio è entrato in vigore il Decreto numero 5 del 2023, che da subito ha preso il nome di “Decreto trasparenza”, in quanto il tema centrale per l’inizio del nuovo anno è la trasparenza dei prezzi dei carburanti.

Non è un nome nuovo, anzi: è importante non confonderlo con il “Decreto trasparenza” in vigore da agosto 2022, dedicato alle nuove regole per le lettere di assunzione.

Oltre ai nuovi obblighi per i benzinai, la norma annuncia la proroga della misura sperimentale introdotta nel 2022, per cui i datori di lavoro privati possono riconoscere buoni benzina o titoli per l’acquisto di carburanti entro il limite di 200 euro per ciascun lavoratore.

Ma di cosa si tratta nello specifico? Scopriamolo insieme. 

Quanto viene erogato?

Il Decreto consente ai datori di lavoro privati di erogare ai propri dipendenti un importo massimo di 200 euro una tantum utili per il rifornimento carburante. Questo importo è totalmente esente da tasse e non viene preso in considerazione neanche per il pagamento dei contributi.

È bene specificare che, salvo diverso orientamento dell’Agenzia delle Entrate, l’importo è aggiuntivo rispetto ai 258,23 euro di fringe benefits che possono essere riconosciuti ancora una volta ai propri collaboratori.

Ovviamente rimane l’obbligo di rispettare le previsioni di legge, in particolar modo quanto contenuto nell’articolo 51 comma 3 del TUIR secondo cui, in caso di superamento del limite massimo, l’intero importo riconosciuto al dipendente verrà sottoposto a piena tassazione

Attenzione: La regola del pieno assoggettamento vale tanto per i fringe benefits quanto per i buoni carburante. Come specificato dall’Agenzia delle Entrate con la Circolare 27/E del 2022, al superamento dei 200 euro, quindi, tutta la somma sarà soggetta al pagamento di contributi e tasse.  

Chi sono i beneficiari?

Potranno godere di questo beneficio tutti i lavoratori dipendenti di datori di lavoro privati, indipendentemente dal reddito complessivo e dalla tipologia di rapporto di lavoro subordinato.

Attenzione: non è possibile destinare questa misura ai soggetti che operano in azienda, ma privi di un rapporto di lavoro subordinato. Rientrano tra questi, ad esempio, i tirocinanti. 

Inoltre l’Agenzia delle Entrate, in una apposita Circolare, ha specificato come per datori di lavoro privati si intendano coloro che, per esclusione, non rientrano tra le Amministrazioni pubbliche

Queste ultime, infatti, rimangono escluse dalla novità così come le Regioni, le Province e i Comuni, le aziende e gli enti del Servizio Sanitario Nazionale nonché le istituzioni scolastiche e universitarie.  

Cosa ottiene il lavoratore? 

A partire dal 1° gennaio 2023 e fino al 31 dicembre, il dipendente potrà ricevere un unico buono dal valore di 200 euro oppure più buoni singoli che, cumulati tra loro, raggiungeranno questa somma.

A scelta dell’azienda, possono essere erogati in diverse modalità: cartacei, elettronici, usa e getta oppure ricaricabili

Inoltre, sempre che non sia specificato diversamente in appositi regolamenti aziendali, il soggetto può decidere di utilizzare questi buoni sia per il rifornimento della propria auto, sia per un altro veicolo. 

Una volta dal benzinaio, sarà sufficiente dare il buono all’addetto, che scalerà l’importo, fino al raggiungimento della somma. 

Quanto si paga se si superano i 200 euro? 

Per quanto riguarda le percentuali che, in genere, vengono applicate per il calcolo dei contributi da versare all’INPS, queste si aggirano intorno al 9,19% o 9,49% in base al settore di appartenenza. 

Questione diversa è invece quella delle tasse, ovvero dell’IRPEF che il lavoratore deve pagare annualmente allo Stato. 

Per sapere quanto deve essere versato, infatti, viene preso a riferimento l’importo del reddito complessivo annuo e, in base a precise fasce di reddito, si applicheranno diverse percentuali. Queste sono: 

  • 23% per i redditi compresi tra 0-15.000
  • 25% per i redditi compresi tra 15.001-28.000
  • 35% per i redditi compresi tra 28.001-50.000
  • 43% per i redditi superiori a 50.000 euro.

Facciamo un esempio per capire meglio: Tizio incassa 220 euro lordi che superano il limite del buono per 20 euro. Dovrà pagare tasse e contributi non sui 20 euro, ma sui 220 euro.

Per conoscere quanti contributi deve versare, si applica un’ aliquota del 9,19% di INPS (standard) = 20,22 euro. 

Per l’IRPEF, invece, deve fare= 220- 20,22 = 199, 78 euro 

199,78*23%= 45, 95 euro  

TOTALE NETTO* PER IL DIPENDENTE = 220-20,22 (contributi) -45,95 (tasse) =  153,83 euro. 

*attenzione: non sono state incluse nel calcolo eventuali detrazioni

 

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