Dopo il POS obbligatorio una nuova scadenza per tutte le attività commerciali e professionali: dal 1° luglio entra in vigore il nuovo sistema di fatturazione anche per i regimi forfettari.
Si stima che il nuovo obbligo coinvolga una platea di oltre 5 milioni di Partite Iva. È corsa contro il tempo per cominciare a fare pratica con questo nuovo sistema di fatturazione.
L’estensione dei soggetti obbligati a fatturare elettronicamente è una delle novità introdotte dal PNRR.
Più precisamente, uno dei decreti attuativi (il Decreto PNRR 2) del grande Piano di Ripresa e Resilienza ha previsto che a partire dal 1° luglio 2022 tutti i soggetti che aderiscono al cosiddetto regime forfettario debbano adottare il sistema di fatturazione elettronica.
Che cos’è il regime forfettario? È un regime fiscale di vantaggio che può essere usufruito dalle Partite Iva con un fatturato annuo inferiore ai 65.000 euro annui.
Uno dei vantaggi di questo regime era l’esonero dall’obbligo di fatturazione elettronica. Questi contribuenti potevano infatti continuare a emettere e conservare la fattura in modo cartaceo. Dal primo luglio invece, conservazione e trasmissione saranno solo digitali.
L’obiettivo: introdurre un sistema più efficace di tracciamento di tutte le transazioni commerciali e garantire un nuovo strumento per il contrasto all’evasione fiscale.
Fino al 2024 possono continuare con l’ordinaria fatturazione e conservazione cartacea delle fatture solo i contribuenti che percepiscono ricavi e compensi non superiori a 25.000 euro.
È previsto un regime transitorio con riguardo ai primi documenti da emettere: per il terzo trimestre 2022 (da luglio a settembre) non scatteranno sanzioni se la fattura elettronica sarà emessa entro il mese successivo.
Chiarito chi deve adottare la nuova modalità di fatturazione e chi invece è escluso, vediamo come funziona la fattura elettronica.
Ci sono vari modi per creare il documento fiscale. Molti software contabili o gestionali creano automaticamente la fattura elettronica. La stessa Agenzia delle Entrate permette di crearla in un’apposita sezione della posizione personale del contribuente.
La fattura elettronica deve poi essere trasmessa all’Agenzia delle Entrate.
La trasmissione avviene tramite il cosiddetto Sistema di Interscambio. Nella fattura vengono indicati alcuni dati del soggetto che ha ricevuto la prestazione e, nel caso di società, anche il codice univoco per la fatturazione elettronica: questi dati permettono al sistema di interscambio di trasmettere, nel giro di pochissimi giorni, la fattura nell’archivio del beneficiario.
La nuova modalità di fatturazione non crea problemi per il cliente privato.
L’obbligo riguarda infatti solo chi opera professionalmente e commercialmente. Diversamente, il privato cittadino non è obbligato a munirsi di una propria posizione fiscale autonoma e non deve richiedere un proprio codice univoco.
Si pensi al paziente che paga una visita al medico, oppure l’intervento dell’idraulico o una riparazione in officina. In questi casi, il professionista o il lavoratore autonomo è obbligato a fare la fatturazione elettronica, che verrà trasmessa al portale dell’Agenzia delle Entrate, mentre al cliente privato è sufficiente il rilascio della copia cartacea della fattura elettronica.
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