L’Assegno di inclusione: il nuovo reddito di cittadinanza

(foto Shutterstock)

Dal 1 gennaio 2024 entra in scena la nuova misura di sostegno alle fasce più deboli: come funziona, cosa cambia rispetto all’attuale RdC

Dal reddito di cittadinanza all’Assegno di inclusione. È questa la nuova misura che, nei piani del governo, a gennaio 2024 sostituirà il reddito di cittadinanza, una delle novità più importanti introdotte dal Decreto Lavoro 2023: cambiano durata, beneficiari e una nuova piattaforma. Sono previsti poi degli incentivi per chi assume lavoratori che percepiscono l’assegno mensile.

Che cosa cambia

A partire da gennaio 2024 va in pensione il reddito di cittadinanza, come introdotto dal decreto legislativo 4 del 2019.

Una delle misure più discusse e dibattute in politica e nella società civile viene sostituita dalla nuova misura, l’Assegno di inclusione Il decreto legge la definisce come “misura nazionale di contrasto alla povertà, alla fragilità e all’esclusione sociale delle fasce deboli attraverso percorsi di inserimento sociale, nonché di formazione, di lavoro e di politica attiva del lavoro.

Chi ne avrà diritto

Come nel sistema precedente, il sussidio è previsto a favore del nucleo familiare e non del singolo componente, fermo restando che anche un nucleo familiare monopersonale può chiedere questo sostegno. 

Per quanto riguarda la composizione, possono chiedere il nuovo reddito di cittadinanza, solo i nuclei familiari al cui interno vi siano almeno un componente:

  • minorenne;
  • over 60 anni;
  • con disabilità accertata;
  • un familiare a cui è stata riconosciuta una patologia che dà luogo ad assegno per l’invalidità civile anche temporaneo.

Sono invece previsti particolari presupposti di residenza nel Paese. In particolare, per fare domanda è necessario essere residenti in Italia da almeno 5 anni “di cui gli ultimi 2 in modo continuativo”. 

Il decreto legge prevede, inoltre, alcuni requisiti relativi alla condizione economica del nucleo familiare: un ISEE non superiore a 9.360 euro (aumentato a seconda della composizione della famiglia) e determinati valori del patrimonio immobiliare e mobiliare. Come per il reddito di cittadinanza, non hanno diritto alla nuova misura i nuclei familiari che possiedono automobili di cilindrata superiore a 1.600 cc., moto superiori a 250 cc. e imbarcazioni da diporto.

Durata e importi

Ci sono importanti novità che interessano la durata del beneficio: 18 mensilità, rinnovabili per ulteriori 12 mesi e un mese di stop.

Il decreto legge prevede un’erogazione annua massima di 6.000 euro, aumentabile fino a 7.560, maggiorata con la cosiddetta “scala di equivalenza”, ossia un aumento in percentuale che tiene conto del numero e delle condizioni del nucleo familiare. 

Oltre a tale importo, è riconosciuto un contributo annuo, nella misura massima di 3.360 euro, quale contributo per il pagamento del canone di locazione.

Come fare richiesta

In attesa che venga pubblicato il decreto attuativo, la domanda si farà on line sul sito INPS. Per poter ottenere il nuovo reddito di cittadinanza sarà necessario:

  • iscriversi nel portale 
  • sottoscrivere il patto di attivazione digitale 
  • dichiararsi immediatamente disponibili al lavoro. 

Che cos’è il patto di attivazione digitale? 

Si tratta di inserire il proprio profilo all’interno di questa nuova piattaforma digitale che servirà a tutti i soggetti protagonisti delle politiche attive del lavoro. 

Tutti i componenti del nucleo abili al lavoro verranno contattati dal centro per l’impiego o dai servizi sociali per un primo appuntamento al fine di individuare il percorso più efficace per l’inserimento nel mondo del lavoro. 

Sempre all’interno di questa nuova piattaforma, i beneficiari potranno accedere a informazioni su proposte di lavoro, corsi di formazione e tirocini.

Quante offerte di lavoro si possono rifiutare?

Nel decreto legge trova conferma quanto il Governo aveva annunciato già alla fine del 2022: basta rifiutare una sola proposta di lavoro e si perde il diritto a percepire l’assegno

Queste sono le caratteristiche deve avere l’offerta di lavoro per essere considerata “congrua”. Deve trattarsi di un rapporto di lavoro:

  1. a tempo indeterminato senza limiti di distanza nell’ambito del territorio nazionale;
  2. a tempo determinato, anche in somministrazione, qualora il luogo di lavoro non disti più di 80 km dal domicilio;
  3. a tempo pieno o a tempo parziale non inferiore al 60% per cento dell’orario a tempo pieno;
  4. la cui retribuzione non è inferiore ai minimi salariali previsti dai contratti collettivi.

 

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