Più soldi in busta paga grazie al taglio del cuneo fiscale e alla riforma degli scaglioni
La legge di bilancio 2022 ha introdotto importanti novità per i redditi dei lavoratori: diminuiscono le tasse sui redditi di alcuni lavoratori e, per alcuni, viene ampliata la cosiddetta «no tax area», ossia la soglia di reddito entro cui non si pagano le tasse.
Si sente spesso parlare di «cuneo fiscale», cos’è? È la differenza tra quanto percepisce effettivamente il lavoratore sul conto corrente e i costi che, invece, deve sostenere l’azienda, in particolare a titolo di tassazione.
Ridurre il cuneo fiscale significa garantire al lavoratore un importo netto più alto, e dunque una maggior disponibilità monetaria, a costi invariati per l’azienda.
La legge di bilancio 2022 si muove in questa direzione: abbassare le tasse per alcune fasce di reddito per garantire uno stipendio più alto.
Il risultato è stato garantito tramite la riforma degli scaglioni Irpef. L’imposta sul reddito delle persone fisiche (ossia, le tasse che pagano tutti i lavoratori) si paga in percentuale sul reddito da lavoro e questa percentuale cambia in base allo scaglione di riferimento.
Vediamo con questa tabella che cosa è cambiato:
Chi ci guadagna e chi ci perde dalla riforma dell’Irpef? La risposta è data dagli esempi di questa tabella, che confronta il precedente sistema con i nuovi scaglioni previsti dalla legge di bilancio 2022
Il c.d. bonus Renzi si chiama ora «contributo integrativo». Dal 2020 non è più di 80 euro, ma può arrivare fino a 100 euro. La Legge di Bilancio ha confermato questa misura di sostegno, ampliando lo scaglione dei beneficiari: ora possono riceverlo i lavoratori con redditi fino a 15.000 euro e, a determinate condizioni, i lavoratori con redditi fino a 28.000 euro.
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