Ferie illimitate, cos’è il discretionary time off

Turista ammira il panorama, seduto sul ciglio di una strada statale
(foto Shutterstock)

Dopo Netflix e LinkedIn, anche Microsoft sposa la politica delle ferie illimitate. Vediamo i punti di forza e di debolezza di questa misura.

Si chiama Discretionary Time Off (o permesso discrezionale) e si traduce con l’addio definitivo al conteggio delle ferie. Per prendere giorni di permesso si passa comunque dall’approvazione del responsabile, ma non c’è più il famoso “monte ore” da smaltire, né un numero limitato di giorni da utilizzare.

Il nuovo approccio si sta facendo strada oltreoceano già da qualche tempo: Netflix e LinkedIn hanno aperto la strada fra le grandi aziende e ora anche Microsoft ha annunciato di voler intraprendere questa strada

La conferma è arrivata dalla direttrice delle risorse umane di Microsoft, Kathleen Hogan: “come, quando e dove svolgiamo il nostro lavoro è cambiato radicalmente. E man mano che ci siamo trasformati, è stato un passaggio naturale portare la nostra politica sulle ferie verso un modello più flessibile“.

Il provvedimento riguarderà però solo coloro che hanno un contratto negli Stati Uniti, escludendo al momento tutti i collaboratori e i dipendenti in altri Paesi. 

Come funziona

I dipendenti possono richiedere giorni di ferie a discrezione, ma devono ottenere l’approvazione da parte dei loro responsabili. Il numero di giorni non è più prefissato, pertanto i dipendenti ne possono chiedere quanti vogliono, senza timore di esaurirli e senza dover aspettare di aver accumulato i giorni di lavoro necessari per maturare le ferie.

Nell’immediato, coloro che hanno accumulato ferie arretrate riceveranno un compenso per i giorni non utilizzati, che verrà erogato nel mese di aprile, calcolato in base alla quantità di giorni da smaltire.

Va detto anche che, solitamente, nelle aziende il problema è quello opposto, ovvero non tanto di aver esaurito le ferie quanto di smaltire gli arretrati. Molti lavoratori, infatti, tendono a prendere meno giorni liberi di quelli a cui avrebbero diritto. Per le aziende, però, quell’accumulo di ferie non godute pesa sui conti economici, motivo per cui ogni tanto si ricorda al personale di smaltirle.  

Discretionary Time Off e Paid Time Off

E qui si apre una parentesi sui reali benefici di una simile iniziativa. Per prima cosa, va ricordato che il discretionary time off, a differenza del paid time off, definisce i permessi non pagati. Un dettaglio che sicuramente pone un freno alla tentazione di abusarne. 

Un altro freno è dato dal fatto che il diritto del lavoro negli States è diverso da quello italiano, che per i lavoratori prevede garanzie molto più solide. Abusare delle ferie, quindi, nelle aziende americane rischia di trasformarsi agilmente in una via di sola uscita dall’azienda.

Terzo punto, i discretionary time off vanno sempre e comunque concordati con il manager: questo significa che difficilmente un lavoratore può decidere di andarsene come e quando vuole, perché le sue vacanze saranno sempre e comunque subordinate alla chiusura dei progetti più importanti. 

In definitiva, la misura delle ferie illimitate fa giustamente molto rumore, ma nei fatti potrebbe non comportare i benefici che viene spontaneo immaginare

Nuove vie verso il work-life balance

Il fatto di non avere un tetto ai giorni liberi, del resto, crea comunque un condizionamento positivo ed è sicuramente un punto di valore quando ci si presenta alle nuove generazioni, che hanno un approccio al lavoro molto orientato al work-life balance

Dopo anni in cui il lavoro doveva venire prima di tutto, anche a costo di orari molto pesanti e di un tempo dedicato alla vita privata molto risicato, oggi giovani e giovanissimi tendono a non accettare più questo tipo di organizzazione. 

Le statistiche dicono tutto: le risorse formate, in molti settori, non bastano a soddisfare la richiesta di lavoro e le nuove leve su certi argomenti fanno molta fatica a scendere a compromessi. Ragion per cui molte aziende si stanno riorganizzando per incontrare queste esigenze, ad esempio con un’organizzazione più flessibile, orari di lavoro meno rigidi, benefit più accattivanti. 

 

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