Welfare aziendale, Osservatorio Edenred 2022

img 1: "Giovane donna lavora al computer"
(foto Shutterstock)

Welfare, ruolo centrale nella vita delle persone. L’Osservatorio Edenred conferma l’importanza di questo strumento

Gli ultimi due anni sono stati molto significativi per comprendere quanto il welfare aziendale stia diventando parte integrante della quotidianità delle persone. 

Il contesto sociale ed economico di riferimento è stato condizionato da trasformazioni che hanno lasciato il segno, evidenziando il valore del welfare aziendale, sia come strumento di integrazione al reddito che come misura integrativa di carattere sociale

A rendere manifesta questa importanza è l’Osservatorio Welfare 2022 Edenred, realizzato e curato da Edenred Italia, analizzando i comportamenti di circa 3.000 aziende. 

img 2: “Paola Blundo, Direttore Corporate Welfare di Edenred Italia”
(In foto Paola Blundo, Direttore Corporate Welfare di Edenred Italia)

Welfare aziendale ed empowerment femminile

Gli strumenti di welfare aziendale possono contribuire a conciliare il work life balance, e migliorare la qualità della vita delle donne, sempre più impegnate sia nel lavoro, che nei contesti familiari.

«Valorizzare la figura professionale della donna e favorire la conciliazione dei tempi di vita-lavoro si rispecchia nei servizi offerti da Edenred – spiega Paola Blundo, Direttore Corporate Welfare di Edenred Italia –. Dai servizi legati al people care, alla genitorialità, al servizio di baby-sitting, di assistenza agli anziani o a familiari non autosufficienti. Ma non solo, anche tutti i servizi legati all’istruzione e alla salute che testimoniano il forte valore sociale del welfare».

Welfare e employer branding

Se, da un lato, il welfare sociale è in grado di sostenere la figura della donna e, più in generale, le famiglie, ha un ruolo rilevante anche nella dimensione più ricreativa legata al tempo libero

I giovani sono sempre più attenti alle politiche aziendali che, oltre alla retribuzione, offrono anche benefit di vario tipo, e la prospettiva di un contesto lavorativo fondato sul concetto di benessere è tra i fattori di attrazione verso i giovani talenti: l’offerta di benefit nella scelta dell’azienda ha peso per oltre il 50% dei rispondenti.

Fringe benefit per la ripartenza

Si consolida la performance dei fringe benefit che, nel 2021, rappresentano la tasca di spesa più consistente con circa il 34% complessivo dei consumi di welfare, soprattutto in buoni spesa e buoni carburante. Per le fasce più giovani del campione (entro i 39 anni) emerge in modo chiaro il maggiore interesse di spesa del proprio flexible benefit in beni fringe e servizi: entro i 30 anni, i soli fringe benefit rappresentano il 65% circa della spesa complessiva.

Le disponibilità di spesa in welfare da parte dei dipendenti, anche nel 2021, è pari a circa 850 euro, importo in linea con gli 850 euro del 2020, e gli 860 euro registrati per il 2019. Fino ai 60 anni, le donne risultano beneficiarie di erogazioni in media superiori alla controparte maschile

Questa evidenza, in parte, può essere spiegata dalla presenza, nei piani welfare aziendali, di componenti a sostegno diretto della maternità delle dipendenti, che si può concretizzare anche attraverso l’erogazione di quote flexible benefit aggiuntive per figli e/o supporto alla maternità.

Fonti di finanziamento, tendenze confermate

Sul piano delle fonti di finanziamento, nel 2021 si evidenzia un doppio consolidamento delle tendenze di questi anni. Il primo concerne la conferma della scelta unilaterale, da parte delle aziende, nell’implementare piani di welfare che rappresentano il 73% circa delle somme complessive di cui dispongono i dipendenti

Segue il welfare aziendale contrattato con accordo sindacale e vincolato al premio di produttività, con il 20,6% (in crescita rispetto al 2020), e chiude al 6,7% l’erogazione prevista nei contratti nazionali. Il secondo consolidamento è relativo alla crescita costante della conversione del premio di produttività monetario in misure di welfare aziendale, che evidenzia una crescita dal 19% dell’anno precedente fino al 21% circa della spesa nel 2021.

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