Cos’è il welfare aziendale

Welfare aziendale 2022: 600 €, anche per pagare le bollette
(foto Shutterstock)

Il welfare aziendale contribuisce a migliorare il benessere psico-fisico dei lavoratori e il 2024 ha portato alcune novità

Il welfare aziendale è l’insieme di beni e servizi che l’impresa offre ai propri dipendenti in aggiunta alla retribuzione ordinaria e come remunerazione del lavoro per migliorare il loro benessere psico-fisico e avere un maggiore bilanciamento vita-lavoro (work-life balance).

La Legge di Bilancio del 2024 ha portato alcune novità sul welfare aziendale, in particolar modo sull’importo massimo dei fringe benefit, come vedremo in seguito. 

Come funziona il welfare aziendale?

Quando si parla di welfare aziendale spesso ci si riferisce all’erogazione di fringe benefit e flexible benefit, che hanno simili caratteristiche, ma non sono sinonimi:

  • i fringe benefit sono una retribuzione aggiuntiva rispetto alla retribuzione ordinaria e possono essere erogati anche a un solo dipendente o a un numero ristretto di lavoratori e non necessariamente all’intera azienda;
  • I flexible benefit sono una retribuzione complementare rispetto alla retribuzione ordinaria e sono indirizzati non a un singolo dipendente, ma a tutti i dipendenti di un settore o di tutta la società.

Generalmente, ogni erogazione liberale da parte del datore di lavoro entra a far parte del reddito da lavoro dipendente di chi ne fruisce, andando a concorrere quindi alla relativa tassazione prevista dallo Stato.

Oltre le tasse, vengono poi applicati anche i contributi sulla somma erogata, andando quindi a ridurre ulteriormente quanto percepito dal dipendente. 

Utilizzando lo strumento del welfare aziendale è possibile azzerare questo «cuneo fiscale». Infatti, il valore dei beni e servizi che il lavoratore riceve in questo modo è netto. 

Ad esempio, se l’azienda destina 1.000 euro a persona, il dipendente avrà a disposizione 1.000 euro netti per usufruire di beni e servizi.

Il welfare aziendale è tuttavia uno strumento utile anche per i datori di lavoro. Oltre al miglioramento della reputazione aziendale, nella maggior parte dei casi questi beni e servizi sono completamente o parzialmente esentasse, portando quindi benefici ai propri dipendenti senza però “gravare” drasticamente sul bilancio aziendale.

Welfare aziendale: ci sono svantaggi?

Per i dipendenti welfare aziendale tendenzialmente non porta alcun svantaggio, essendo beni e servizi erogati dall’azienda e completamente a carico di quest’ultima. Va sottolineato che nel caso in cui il welfare aziendale si concentrasse su benefit che non ti interessano, ciò potrebbe tradursi in uno svantaggio perché avresti potuto preferire un aumento in busta paga o un altro tipo di premio aziendale.

Per le imprese lo svantaggio può essere legato all’esborso economico. Seppur esentasse, i benefit sono offerti dall’azienda ed è quindi importante realizzare un piano di welfare aziendale sostenibile, oltre che utile per i propri dipendenti.

Esempi di welfare aziendale

L’azienda può offrire qualsiasi bene o servizio sotto forma di welfare aziendale, ma solitamente tende a inserire nel suo programma di welfare i benefit che sono completamente o parzialmente esentasse.

Un esempio classico di benefit aziendale sono i buoni pasto, mentre è ricorrente lo smartphone, l’auto o il PC aziendale

Altri esempi che possiamo citare sono le polizze assicurative, alloggi per dipendenti, prestiti personali oppure l’erogazione di stock option.

Inoltre tra i flexible benefit sono piuttosto diffusi l’assistenza medico-sanitaria, i buoni carburante, la previdenza complementare e le borse di studio per i figli.

Welfare aziendale 2024: cosa cambierà rispetto al 2023?

La Legge di Bilancio del 2024 (nota ufficialmente come  Legge n. 213 del 30 dicembre 2023) ha modificato parzialmente l’importo massimo esentasse dei fringe benefit, portando le seguenti novità:

  • per i dipendenti senza figli passa da 258,23€ a 1.000€;
  • per i dipendenti con figli a carico passa da 3.000€ a 2.000€.

Un’altra novità consiste nella possibilità per le imprese di considerare fringe benefit il pagamento delle bollette domestiche dei propri dipendenti.

Inoltre, saranno considerati fringe benefit il pagamento del contratto di affitto dove risiedono i dipendenti e gli interessi sul mutuo prima casa.

 

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