Sono sempre più numerosi gli investitori attratti dall’Africa: puntano su moda, creatività e nuove tecnologie
L’Africa è un continente variegato, con sistemi politici ed economici anche molto diversi a seconda dello Stato, e anche culture lontane fra loro. Al tempo stesso, però, è un territorio vastissimo, ricco di potenzialità e fonte di stimoli per l’imprenditoria di tutto il mondo.
Ecco perché gli investitori in startup, come business angels o fondi di investimento, stanno mostrando sempre più interesse rispetto alle possibilità di sviluppo di questo Paese.
In Africa la tecnologia finanziaria si sta dimostrando un volano importante per l’inclusione economica della popolazione. Le tecnologie in ambito finanziario si stanno diffondendo sempre di più, e non mancano gli esempi di aziende che hanno avuto successo. Ma lo scenario è tutt’altro che semplice, e vi è la necessità di creare un equilibrio normativo.
Negli ultimi anni l’inclusione finanziaria nel continente africano sta registrando risultati positivi. Secondo il Global Financial Inclusion Database, nel 2017 il 42,6% di tutti gli adulti dell’Africa sub sahariana disponeva di un conto presso un istituto bancario o finanziario, rispetto al 23,2% del 2011 e il 34,2% del 2014.
Di questi, il 60,3% possedeva un’educazione secondaria o superiore, a sottolineare la relazione tra inclusione finanziaria e livello di educazione. La Banca Mondiale stima che, relativamente all’anno 2017, il 45,7% degli abitanti dell’Africa sub sahariana aveva richiesto un prestito.
Una parte consistente di questi traguardi deriva dall’adozione di tecnologie informatiche in ambito finanziario, che comporta, tra le tante, la possibilità di ottenere e ricevere credito senza doversi recare fisicamente in filiali bancarie, spesso molto distanti.
Per la popolazione più povera e delle aree rurali, questo si traduce in maggiori opportunità di uscire dalla propria condizione disagiata. L’inclusione finanziaria è cruciale per una popolazione economicamente produttiva, quindi più libera ed eguale.
Sono stati 681 i round nel continente conclusi nel 2021, il doppio rispetto al 2020, per un totale di 5,2 miliardi di dollari investiti in totale. Mercati vergini in molti settori, quelli africani, ma non certo dal punto di vista tecnologico. Nel continente è stato saltato lo stadio di sviluppo del telefono fisso, per passare direttamente ai cellulari. La scena africana delle startup sta letteralmente fiorendo, con 643 nuove nate negli ultimi due anni, ma ci sono molte idee e know how, e mancano i capitali.
Ed è così che, sempre più spesso, si realizza l’incontro tra imprenditori alla ricerca di capitali e investitori: che si tratti di realtà governative o venture capital che girano il mondo alla ricerca di opportunità ad alto ritorno. I numeri sono ancora relativamente piccoli, se paragonati agli ecosistemi occidentali, ma l’entusiasmo decisamente non manca.
In Africa, ogni Stato ha una storia a sé, e vive una realtà tutta personale: Ghana e Costa d’Avorio potrebbero camminare sulle proprie gambe sia dal punto di vista politico che tecnologico, ma non altrettanto vale per il Mali o il Burkina Faso. Più in generale, i paesi anglofoni cavalcano l’onda del crescente entusiasmo sul fronte investimenti, mentre quelli francofoni vengono tralasciati. Il 40% della popolazione in Africa parla francese, ma conta solo per il 19% del Pil. I settori che sembrano potenzialmente trainanti attualmente sono tecnologia e moda sostenibile, destinati a diventare buoni competitor rispetto ai Paesi occidentali.
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