La startup Mixcycling riutilizza gli scarti organici di produzione per un packaging ecologico e plastic free
Dalla plastica al sughero, legno e scarti di caffè: Mixcycling è la startup che ridà vita agli scarti organici di produzione, creando nuovi materiali innovativi, riciclati, riciclabili o biodegradabili. La startup nasce da una realtà che ha oltre 50 anni di esperienza nello stampaggio di materie plastiche e nella lavorazione del sughero. L’idea nasce proprio dall’esigenza di non buttare il materiale di scarto, e da una vision ecologica e sostenibile del futuro.
La startup produce materiali oggettivamente sostenibili, utilizzando scarti di origine vegetale, che sostituiscono i comuni materiali di origine fossile.
Attraverso brevetti specializzati, Mixcycling nobilita gli scarti provenienti da lavorazioni industriali, per dare una nuova vita a ciò che, altrimenti, verrebbe buttato, in un’ottica di economia circolare e di tutela dell’ambiente.
Il sistema si basa sulla fusione di fibre vegetali, provenienti dalla produzione agro-industriale come legno, sughero, crusca, lolla di riso, o erbe, con bioplastiche derivanti da fonti rinnovabili, attraverso un processo che favorisce il legame della fibra alla materia plastica.
La startup offre un servizio alle aziende che vogliono procedere verso una transizione green, e che necessitano di una comunicazione chiara ed efficace, che eviti il greenwashing. Mixcycling supporta i partner nell’individuazione di scelte sostenibili, mettendo a disposizione un processo produttivo in grado di sostituire la plastica in tutti gli ambiti in cui la si trova attualmente.
Più che produrre materiali, la startup studia quale sia l’applicazione migliore, a seconda delle esigenze aziendali: per esempio, in questo momento il materiale biodegradabile è il più gettonato dalle aziende, ma non è detto che sia sempre il più indicato. Può essere che, analizzando il prodotto, sia meglio utilizzare un prodotto al 100 per cento riciclato perché, in quel contesto, il materiale risponde maggiormente alle necessità e, da un certo punto di vista, può essere anche più sostenibile.
L’innovativo processo di trasformazione degli scarti elaborato da Mixcycling trova applicazione in tanti settori. Per ciò che riguarda il packaging, ad esempio, l’utilizzo di questi nuovi materiali risultanti dagli scarti vegetali sta trovando spazio nella cosmesi. Ma gli ambiti in cui questo processo può intervenire sono davvero innumerevoli: attualmente la startup si sta concentrando, ad esempio, nell’arredamento di interni, nell’automotive, fino ad arrivare al settore dei pet toys e all’agricoltura.
Per poter essere utilizzato, e far sì che ci sia un vero cambiamento culturale in un’ottica ecologica, un materiale deve essere sostenibile economicamente per l’azienda. In pratica, se rispetta il concetto di sostenibilità ambientale, ma costa 4-5 volte tanto, l’adozione del materiale è dell’1 per cento, e il cambiamento non avviene.
Al contrario, la startup cerca di creare dei materiali partendo da scarti, davvero poco costosi, cercando di mettere sempre più fibre al punto che, in alcuni casi, si arriva ad avere lo stesso prezzo delle materie prime vergini. Ecco che il materiale diventa sostenibile anche dal punto di vista economico, fattore fondamentale per approcciare il mass market e far sì che ci sia un’incidenza di adozione importante.
Tra i servizi in cui si è specializzata Mixcycling, c’è anche la misurazione dell’impatto ambientale, attraverso l’analisi del Life Cycle Assessment (Valutazione del ciclo vita), lo strumento con cui si paragona un materiale ad un altro, definendo l’impatto finale sull’ambiente. Il metodo valuta l’impronta ambientale di un prodotto o di un servizio, lungo il suo intero ciclo di vita.
Attualmente la startup ha analizzato tre tipi di miscele evidenziando che, in alcuni casi, si arriva ad un impatto notevolmente minore rispetto a quello della materia prima originaria.
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