La rabbia è un’emozione che si manifesta anche in ambito lavorativo: ecco come imparare a gestirla e trasformarla in qualcosa di positivo
Le emozioni esistono, fanno parte della nostra vita quotidiana, e si manifestano anche nel mondo del lavoro. L’importante è non subirle e imparare a usarle come mezzo per migliorare la qualità della nostra esistenza e delle nostre performance.
Queste ultime, e le relazioni che abbiamo con i nostri colleghi, dipendono direttamente dalla nostra capacità di governare le emozioni.
Attenzione: il primo passo per gestire la nostra emotività è non giudicarla. Non esistono emozioni positive o negative, e anche la rabbia ha il suo diritto di esistere.
Non solo: se espressa nelle dovute maniere e ben veicolata, la rabbia può essere un motore di crescita e cambiamento per noi stessi e per l’intero team di cui facciamo parte.
La rabbia è un’emozione assolutamente legittima, che ognuno di noi può avvertire in seguito a una delusione o alla percezione di aver subito un torto. Questo può avvenire nella vita privata e anche nell’ambito lavorativo: è qui che, attraverso la mindfulness, possiamo gestirla e renderla un motore propulsivo in grado di generare cambiamento personale e sociale.
La mindfulness è uno stato di calma mentale raggiungibile con alcuni accorgimenti che ci aiuta a stare a contatto con l’emozione che proviamo, a conoscerla a fondo e a vedere con quali pensieri e sensazioni fisiche si manifesta, evitando così di esprimerla in modo plateale, o comunque eccessivo.
Specie quando si tratta di rabbia, e soprattutto in un contesto di lavoro, la mindfulness non aiuta a reprimerla ma ad affrontarla con morbidezza, così da compiere scelte più costruttive, evitando scontri diretti con colleghi o superiori e limitando conseguenze dalle quali sarebbe difficile tornare indietro.
Il protocollo MBSR identifica il metodo Mindfulness Based Stress Reduction e raggruppa competenze medico scientifiche e psicologiche e la tradizione meditativa buddhista.
Questo metodo addestra la nostra mente all’attenzione, alla consapevolezza, alla comprensione delle emozioni, così da trasformare queste ultime in strumenti quotidiani con cui raggiungere serenità e uno stile di vita più sano, contrastando stress e ansia.
Il protocollo MBSR ha come obiettivo la gestione delle emozioni più profonde, e la riduzione dello stress. Come? Riconoscendo l’origine di una determinata emozione e rispondendo agli stimoli in modo proattivo anziché evitarli o subirli.
La mindfulness, inoltre, aiuta a consolidare abitudini di vita più salutari: una corretta alimentazione, attività fisica e buone regole per conciliare il sonno e mantenere il giusto ritmo sonno-veglia.
Il benessere, infatti, è un altro elemento che ci supporta nel governare al meglio l’emotività: meno siamo stressati, più saremo in grado di rispondere a imprevisti o difficoltà in modo costruttivo, ed essere propositivi e non rassegnati.
Il metodo MBSR è diffuso in molti istituti che si occupano di mindfulness, e comprende cinque tappe fondamentali, che partono dall’apprendimento di tecniche meditative, praticabili sia nelle proprie abitazioni che in uno spazio specifico da individuare nel luogo di lavoro.
Si va dalla meditazione seduta, nella classica posizione del fiore di loto: seduti a gambe incrociate, con le braccia appoggiate all’altezza delle ginocchia, unendo pollice e dito medio delle mani, e mantenendo la schiena ben dritta.
In questa posizione potete dedicare almeno dieci minuti al rilassamento, chiudendo gli occhi e concentrando la vostra attenzione sulle sensazioni fisiche che avvertite nel corpo.
La tappa successiva è quella del body scan, da praticare sia in posizione seduta, nel caso siate nel luogo di lavoro, o distesa se ne avete la possibilità.
Il procedimento è lo stesso della meditazione seduta, ma si aggiunge una sorta di scannerizzazione delle vostre sensazioni: passate in rassegna ogni piccolo movimento o percezione fisica, partendo dai piedi fino ad arrivare alla testa.
La meditazione camminata è una buona alternativa da praticare anche in gruppo, sia in uno spazio chiuso, come una sala riunioni, sia in un giardino o altro luogo all’aperto, in qualsiasi stagione.
Rispetto alla meditazione seduta, questa modalità vi mette in contatto con l’esterno e con le sensazioni che provengono dall’ambiente che vi circonda.
In tutti e 3 i casi, il focus è mantenere l’attenzione verso le sensazioni, e allontanarla dai pensieri e dai giudizi verso le emozioni che riguardano noi stessi o gli altri.
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