Assegno di inclusione e supporto alla formazione

Assegno di inclusione supporto formazione
(foto shutterstock)

Quali sono le differenze principali tra le due misure che sostituiscono il reddito di cittadinanza

L’assegno di inclusione e il Supporto per la formazione e il lavoro sono gli eredi del Reddito di cittadinanza. O meglio, sono le due forme di tutela introdotte dal Governo con il Decreto Lavoro che, a partire da settembre 2023 (la seconda) e da gennaio 2024 (la prima), hanno sostituito il Reddito di cittadinanza.

Ma cos’è l’assegno di inclusione (acronimo AdI)? È il nuovo Reddito di cittadinanza. La platea di beneficiari è più ristretta, ma gli importi più elevati. 

L’assegno di supporto per la formazione, invece, vuole essere un sostegno economico a favore di coloro che non hanno diritto all’Adl (dato che i requisiti sono più stringenti rispetto al vecchio reddito) e si impegnano a frequentare dei corsi per la formazione e/o l’aggiornamento professionale.

In questo articolo vediamo in sintesi le principali differenze tra questi due strumenti di tutela.

Quali sono i requisiti per avere l’assegno di inclusione?

I requisiti per l’assegno di inclusione sono diversi da quelli del supporto per la formazione e il lavoro. È questa la prima differenza tra le due misure di sostegno al reddito.

Per capire chi, a partire da gennaio 2024, può ottenere l’Assegno di inclusione è necessario guardare alla composizione del nucleo familiare.

Infatti, hanno diritto al nuovo reddito di cittadinanza i nuclei familiari che presentano almeno un componente:

  • minorenne;
  • over 60 anni;
  • con disabilità accertata;
  • un familiare a cui è stata riconosciuta una patologia che permette di ricevere l’assegno per l’invalidità civile, anche temporaneo.

Inoltre, il valore dell’ISEE familiare non deve essere superiore a 9.360 euro e la famiglia non deve possedere determinati beni immobili e mobili indicati dalla legge.

Chi può chiedere assegno di supporto per la formazione?

Tutte le persone che non hanno questi requisiti per ottenere l’assegno di inclusione hanno diritto a richiedere il supporto per la formazione. Si pensi, ad esempio, a tutti i nuclei familiari in cui non ci sono soggetti minorenni o over 60: il caso più frequente è quello delle famiglie con tutti adulti e maggiorenni oppure le coppie under 60 senza figli.

Ebbene, tutti questi nuclei familiari possono chiedere il nuovo strumento del supporto per la formazione, a condizione di avere un ISEE inferiore a 6.000 euro annui.

Assegno di inclusione e supporto per la formazione: quanto si prende?

L’Assegno di Inclusione si rivolge a un numero più ristretto di beneficiari, ma con un importo più generoso. La somma cambia in base alla composizione del nucleo familiare ed è composta dalla somma di due importi, ossia:

  • 6.000 euro annui, aumentabile fino a 7.560 euro, a titolo di contributo economico;
  • 3.360 euro annui a titolo di contributo alla locazione dell’immobile.

La somma base del nuovo reddito di cittadinanza ammonta a circa 9.360 euro annui (se il nucleo familiare abita in una casa in affitto).

Per quanto riguarda, invece, il supporto per la formazione, il contributo economico è pari a 350 euro mensili per tutte le persone che ne hanno diritto.

Assegno di inclusione e supporto alla formazione sono compatibili

Le due misure sono compatibili solo in pochissimi casi. La regola generale prevede la possibilità di beneficiare solo di una delle due misure: chi non può percepire l’assegno di inclusione, ha diritto a chiedere il supporto per la formazione e il lavoro, se in possesso dei requisiti. 

Questa misura, infatti, è stata concepita proprio come sostegno per tutti coloro che non potevano più godere del reddito di cittadinanza. Pertanto, chi percepisce l’assegno di inclusione non può chiedere il supporto per la formazione e il lavoro. Lo stesso vale per il caso contrario: una persona che ha diritto all’assegno per il supporto per la formazione e il lavoro non può vantare i requisiti per richiedere anche l’assegno di inclusione.

Assegno di inclusione e supporto alla formazione sono cumulabili

No, non sono cumulabili. Quindi se ricevi l’assegno di inclusione non puoi chiedere e cumulare anche la somma dedicata per il supporto per la formazione e il lavoro. È prevista una sola eccezione: l’assegno di inclusione, come prima il reddito di cittadinanza, è previsto a favore non di un singolo cittadino, ma del nucleo familiare

La normativa prevede, quindi, che possa chiedere l’assegno di supporto per la formazione e il lavoro il familiare che non è compreso nella scala di equivalenza utilizzata per il calcolo dell’assegno di inclusione. 

Infatti, alcune particolari categorie di familiari consentono una maggiorazione dell’assegno di inclusione e quindi sono già considerate dal legislatore nella previsione della misura di sostegno. 

Viceversa, i familiari che non rientrano in questa categoria, se hanno i requisiti, possono chiedere il supporto per la formazione e il lavoro: i beneficiari vengono così individuati “in negativo”.

Dunque possono chiedere il supporto per la formazione i componenti di un nucleo familiare che già percepisce l’assegno di inclusione:

  • che non siano in condizione di disabilità o non autosufficienza;
  • che non abbiano un’età pari o superiore a 60 anni.

Quanto durano? Le due nuove misure hanno una durata diversa:

  • l’Assegno di Inclusione ha una durata iniziale di 18 mesi e poi può essere rinnovato di 12 mesi in 12 mesi, con un solo mese di stop dopo ogni rinnovo;
  • il Supporto per la formazione e il lavoro può essere usufruito per un massimo di 12 mesi, non rinnovabili.

È obbligatorio frequentare corsi di formazione?

Le due misure condividono le stesse premesse e le stesse finalità: garantire un sussidio economico ai nuclei familiari più svantaggiati e allo stesso tempo incentivare la formazione e la ricerca di un’occupazione.

Questo secondo aspetto è valorizzato innanzitutto nel Supporto per la formazione e il lavoro: il beneficiario riceve l’assegno mensile a condizione che frequenti con profitto un corso di formazione e aggiornamento professionale. 

Non è dunque una somma fine a sé stessa, ma un vero incentivo alla frequenza di corsi professionali.

L’ Assegno di Inclusione, invece, richiede che tutti i componenti del nucleo familiare abili al lavoro sottoscrivano la disponibilità immediata al lavoro. Non solo: basta rifiutare un’offerta di lavoro congrua e tutto il nucleo familiare perde il diritto al sussidio.

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