La legge prevede che i permessi 104 possano essere utilizzati per assistenza domiciliare o svolgere attività che il familiare non riesce a fare. Ma attenzione: un solo abuso può portare al licenziamento
La legge prevede che i permessi 104 debbano essere utilizzati per assistenza domiciliare o svolgere attività che il familiare non riesce a fare. Ma attenzione: un solo abuso può portare al licenziamento
I permessi 104 spettano ai lavoratori, cosiddetti caregiver, che devono assistere un familiare con handicap grave accertato ai sensi dell’art. 4, comma 1, l. 104/1992.
Di regola sono 3 al mese e devono essere utilizzati solo per assistere la persona con disabilità e non per motivi personali. Sono attività lecite, ad esempio, prendere questo permesso per accompagnarla a una visita, fare la spesa o sbrigare altre commissioni per conto di questa persona.
Secondo la giurisprudenza, infatti, il concetto di assistenza non va inteso solo come vicinanza continuativa e ininterrotta, ma comprende anche tutte le incombenze che il proprio familiare non riesce a svolgere a causa dell’handicap di cui è affetto.
Cosa succede quando si abusa dei permessi 104, perché vengono utilizzati in maniera impropria? Scopriamolo in questo articolo.
L’abuso di permessi 104 si verifica ogni volta in cui il lavoratore utilizza il permesso senza prestare assistenza al familiare.
La giurisprudenza, cioè le decisioni prese dagli organi giurisdizionali, ha adottato un criterio molto rigoroso: sono considerate abuso non solo la violazione totale (ad esempio, se il lavoratore non fa nemmeno visita al proprio familiare), ma anche l’utilizzo parziale del permesso. Dunque secondo i giudici è un abuso anche utilizzare solo una parte del permesso per motivi personali.
Ad esempio, secondo il Tribunale di Bologna (sentenza del 20 luglio 2017, n. 765), l’uso improprio del permesso, anche soltanto per poche ore, costituisce un abuso del diritto. Secondo il Tribunale di Bari (sentenza 30 aprile 2019) si parla di un abuso del permesso anche se si assiste solo in via temporanea il parente disabile poiché “verrebbe meno una risorsa all’interno del normale ciclo produttivo, che rende necessaria una differente organizzazione del lavoro all’interno dell’azienda”.
L’abuso dei permessi 104 è un fatto molto grave che può portare al licenziamento. Questo avviene nel caso in cui il datore di lavoro accerti l’abuso dei permessi previsti dalla legge 104/1992.
Si tratta di un licenziamento per giusta causaÈ il licenziamento inflitto senza preavviso a fronte di una condotta del dipendente talmente grave da non consentire la prosecuzione, neanche temporanea, del rapporto. More determinato da un inadempimento così grave da far venir meno la fiducia del datore di lavoro. E attenzione che, come confermato dal Tribunale di Venezia (sentenza 3 maggio 2019), anche un singolo episodio di abuso può giustificare il licenziamento.
In ogni caso, non si può essere licenziati in tronco, ma prima deve essere avviato il procedimento disciplinare, che prevede che il lavoratore possa presentare le proprie giustificazioni.
Si, utilizzare in modo improprio i permessi previsti dalla legge 104 è un reato. Secondo la giurisprudenza afferma che“risponde del delitto di truffa il lavoratore che, avendo chiesto ed ottenuto di poter usufruire dei giorni di permesso retribuiti, li utilizzi per recarsi all’estero in viaggio di piacere, non prestando, quindi, alcuna assistenza” (Cass. pen., sez. II, sent. n. 54712 del 01.12.2016).
Più precisamente, a seconda dei casi e della gravità delle singole condotte, il lavoratore può commettere il reato di indebita percezioni di erogazioni, punito dall’articolo 316 ter del codice penale, oppure il reato di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche.
I controlli possono avvenire:
Tuttavia, l’accertamento dell’abuso dei permessi può avvenire anche casualmente: pensiamo al caso in cui il dipendente in permesso 104 sia vittima di un incidente lontano dall’abitazione del familiare a cui avrebbe dovuto prestare assistenza.
Non tutti i casi di abuso permessi 104 sfociano in un procedimento penale. Infatti, affinché il lavoratore sia soggetto a indagini e a un eventuale processo è necessario che la sua condotta sia portata a conoscenza della Procura o delle forze dell’ordine. Questo avviene attraverso una denuncia formale dell’azienda oppure tramite informative degli inquirenti.
In molti casi, tuttavia, l’azienda preferisce procedere solo in via disciplinare nei confronti del lavoratore, senza informare le forze dell’ordine del possibile reato.
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