Il lavoro autonomo occasionale è un tipo di contratto che permette di lavorare come autonomi ma senza dover emettere fattura
Questa particolare tipologia di prestazione rappresenta una valida alternativa all’apertura della partita iva. Infatti, consente di realizzare un’opera o un servizio con lavoro prevalentemente personale e senza vincolo di subordinazione.
L’elemento fondamentale, però, è rappresentato dalla occasionalità quindi, come si rinviene nella legge, le agevolazioni sulle tasse e sui contributi da pagare sono riconosciute solo se la prestazione resa non è abituale.
Non vige l’obbligo di sottoscrivere un contratto, ma è importante compilare la Lettera di incarico e la cd. Notula.
Nella lettera devono essere contenuti tutti gli elementi essenziali del rapporto ovvero:
Nella notula, invece, sono contenuti gli elementi relativi al compenso. Questo documento, infatti, è simile a una fattura ma a differenza di questa non ha valore fiscale e serve solo a certificare che il pagamento del compenso è avvenuto con successo.
Attenzione: se il compenso pattuito è superiore a 77,47€ è obbligatorio applicare sulla notula una marca da bollo di 2€ che deve avere una data anteriore rispetto a quella della notula. Questi 2€ possono essere richiesti a titolo di rimborso al committente.
La legge non prescrive una durata massima o minima, ma come abbiamo visto è importante che la prestazione sia circoscritta nel tempo.
Si tratta, infatti, di prestazioni che soddisfano esigenze lavorative limitate nel tempo per cui l’interesse reciproco delle parti cessa al raggiungimento del risultato che è stato concordato.
Attenzione: il lavoratore non può mai instaurare una prestazione occasionale con il datore con cui ha avuto o ha tuttora un contratto di lavoro subordinato.
Non ci sono vincoli particolari, ma solo una regola fondamentale: se il compenso annuo supera i 5.000 euro, il prestatore è obbligato a iscriversi alla Gestione Separata INPS e a versare il relativo contributo. Quest’ultimo viene pagato solo per la parte di compenso che eccede i 5.000 euro.
Inoltre la prestazione resa potrebbe essere soggetta allaritenuta d’acconto IRPEF pari al 20%, che serve per pagare un acconto sulle imposte.
L’importo che si ottiene dall’applicazione del 20% viene trattenuto dal committente e versato direttamente da lui allo Stato con il modello F24.
Nel 2022 il legislatore ha introdotto un nuovo obbligo di comunicazione che però non interessa il lavoratore, bensì il solo committente.
Questo infatti deve obbligatoriamente informare l’Ispettorato dell’instaurazione di tali rapporti secondo precise disposizioni emanate dall’INPS e dall’INL.
È importante sapere che nei confronti del committente che non adempie a quest’obbligo sono previste delle sanzioni amministrative da 500 a 2.500 euro.
Per il 2024, al momento, non si prevedono ulteriori modifiche.
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