Il futuro delle imprese è la tecnologia: le startup investono sull’idrogeno per uno sviluppo sostenibile
L’idrogeno è un combustibile che si ricava dall’energia rinnovabile, e può essere utilizzato in tantissime applicazioni indispensabili al funzionamento di fabbriche e aziende.
Rappresenta, quindi, sia un mezzo con cui favorire lo sviluppo sostenibile, sia un’opportunità di business per il mondo delle imprese. Le startup stanno investendo nell’uso di questo combustibile, e l’Italia è il quinto Paese d’Europa per numero di brevetti in tecnologia a idrogeno.
È la sostanza maggiormente presente sul pianeta. In natura, lo si trova nell’acqua, nella materia organica, nei combustibili fossili e nel gas naturale. Sulla Terra l’idrogeno non si trova mai allo stato puro, ma soltanto combinato con altri elementi chimici.
Se prodotto a partire da una fonte di energia pulita, l’idrogeno è un vettore energetico a zero emissioni. Attualmente è impiegato in più comparti: alimentare, petrolchimico, tessile, metallurgico e aerospaziale.
Questo elemento è particolarmente importante perché, utilizzato partendo da energie rinnovabili, è in grado di sostituire petrolio e gas naturale, contribuendo così a ridurre notevolmente le emissioni di CO2, e dunque l’inquinamento atmosferico.
Bruxelles ha come obiettivo quello di arrivare a produrre 10 milioni di tonnellate di idrogeno rinnovabile sul territorio dell’Unione Europea, entro il 2030, sostenendo questo impegno con un istituto di credito dedicato, da 3 miliardi di euro. Attualmente, l’idrogeno viene generato quasi esclusivamente da fonti fossili, e la scommessa è, quindi, quella di produrlo da fonti rinnovabili.
Il tema del passaggio all’idrogeno green, più costoso di quello da fonti fossili, non è soltanto economica e industriale, ma anche politica: la manifattura di elettrolizzatori alcalini, i macchinari necessari alla produzione di idrogeno dall’elettricità rinnovabile, si concentra, infatti, in Cina. Allo stato attuale, l’Europa rischia di diventare dipendente se non svilupperà delle proprie filiere autonome.
In un contesto globale che vede la Cina come protagonista nella ricerca sull’utilizzo dell’idrogeno, con oltre 6 mila progetti contro i 2 mila degli Stati Uniti, l’Europa è prima al mondo nella registrazione di brevetti di tecnologie per l’idrogeno.
In Italia, le aziende che si sono cimentate concretamente nell’ambito sono poche, ma quelle che mostrano maggiore intraprendenza e interesse allo sviluppo dell’idrogeno green sono soprattutto le startup.
A evidenziare l’attività delle startup italiane è l’EPO, l’Ufficio Brevetti Europeo, che delinea un quadro positivo e promettente delle aziende orientate verso lo sviluppo di tecnologie pulite.
Per il momento, l’attenzione da parte delle imprese rispetto all’utilizzo dell’idrogeno è focalizzata in particolare sul settore automobilistico. Tuttavia, l’interesse verso altri ambiti come la generazione energetica, per il riscaldamento o per la produzione di acciaio si sta ampliando.
Hysytech, società di ingegneria specializzata in progettazione e realizzazione di impianti industriali, ad esempio, ha sviluppato H2Genio, una tecnologia per la generazione di idrogeno partendo dal biogas. Oltre a permettere il riutilizzo di materiali di scarto, questo metodo consente di produrre idrogeno con un consumo di elettricità venti volte inferiore rispetto all’elettrolisi, comune negli impianti industriali.
Anche SolydEra, società trentina, vuole essere tra i protagonisti della transizione energetica. L’azienda ha realizzato un micro-cogeneratore basato sulla tecnologia delle celle a combustibile che estrae l’idrogeno dal metano, e lo converte in energia elettrica e termica.
BlueGen è un dispositivo che può essere installato sia nelle abitazioni, che negli edifici commerciali e uffici, e assicura un notevole risparmio in termini di emissioni, perché il gas che lo alimenta non viene bruciato.
Anche la startup StoreH ha sviluppato una tecnologia green sfruttando le potenzialità dell’idrogeno: Hydrogen on Demand si può usare nelle case, nelle industrie, e negli impianti eolici e solari per lo stoccaggio dell’energia intermittente.
Il dispositivo accumula zinco e acqua e li fa reagire per ottenere idrogeno; quest’ultimo può essere utilizzato per produrre elettricità e calore a zero emissioni.
Questi sono solo alcuni degli esempi di come l’impiego dell’idrogeno da energie rinnovabili possa fare la differenza: quest’ultimo può essere utilizzato in molteplici processi in ambito industriale, e non deve essere visto soltanto come un sostituto di fonti di energia fossile.
La ricerca sull’uso dell’idrogeno potrebbe davvero rivoluzionare il mondo della sostenibilità ambientale, e rappresentare un business per aziende di settori anche molto diversi tra loro.
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