Il congedo straordinario permette ai familiari che assistono una persona con disabilità grave di godere di un periodo retribuito di assenza dal lavoro
Nell’ordinamento italiano la tutela e l’affiancamento alle persone affette da una forma di disabilità è una tematica centrale.
Già nel 1992 è entrata in vigore la legge-quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone con disabilità volta proprio a garantire un sostegno a chiunque si scontri con una patologia invalidante, famiglia inclusa.
In questo contesto si inserisce il congedo straordinario, cioè quel periodo di assenza dal lavoro retribuito concesso ai lavoratori dipendenti che assistono familiari con disabilità grave così come definiti dalla stessa legge 104.
Le condizioni da rispettare sono molteplici, prima fra tutte quella della fruizione del congedo da parte di un solo lavoratore. Ma quali sono le altre? Per quanto tempo può essere riconosciuto? Vediamolo insieme.
Hanno diritto a godere del congedo straordinario tutti i lavoratori dipendenti, del settore pubblico e privato, familiari di una persona gravemente disabile.
Le condizioni che devono sussistere possono essere sintetizzate in questi 3 punti:
I soggetti che possono beneficiare del congedo seguono una precisa scaletta di priorità a seconda della presenza o assenza dell’avente diritto in via prioritaria.
Che cosa significa? Qualora il primo beneficiario manchi oppure a sua volta sia portatore di una patologia invalidante, automaticamente il diritto passa al secondo.
Il soggetto che la legge pone al vertice della scaletta è il coniuge, o parte dell’unione civileCoppia formata da soggetti, entrambi maggiorenni, dello stesso sesso, e riconosciuta da un punto di vista giuridico More, a patto che sia convivente con il soggetto meritevole di tutela.
A seguire, nel caso in cui il coniuge sia deceduto, assente o affetto da una grave patologia invalidante ne avranno diritto:
Il congedo ha una durata massima complessiva di 2 anni che possono essere fruiti consecutivamente oppure in forma frazionata entro 30 giorni dalla richiesta.
In caso di più figli disabili, il beneficio viene duplicato per ciascuno di essi.
Attenzione: bisogna sapere che la durata massima citata deve essere intesa come limite massimo globale spettante per la cura e l’assistenza.
In conseguenza di ciò, se in passato è stato fruito anche un periodo di assenza per gravi e documentati motivi familiari, i 2 anni saranno riproporzionati in base al periodo di non lavoro già goduto.
Facciamo un esempio per capire meglio:
Un lavoratore ha fruito di 1 anno di permessi per gravi e documentati motivi familiari, per questo gli potrà essere concesso al massimo un anno di congedo straordinario legge 104.
Il richiedente ha diritto a un’indennità economica a carico dell’INPS pari alla retribuzione percepita nell’ultimo mese di lavoro precedente il congedo stesso.
Nonostante l’indennità sia a carico dell’Ente assicuratore, questa viene anticipata in busta paga dal datore di lavoro che poi provvederà a recuperarla in fase di dichiarazione mensile dei contributi.
Esiste inoltre un importo massimo annuo della retribuzione e contribuzione a carico del datore di lavoro che però viene rivalutato ogni anno. Per l’anno 2023 è pari a 53.687,00 euro.
Attenzione: quanto corrisposto al lavoratore a titolo di congedo non rientra nel calcolo per la tredicesima mensilità, per la maturazione delle ferie e per il TFR salvo diversi accordi individuali e/o dei CCNL.
La domanda con cui il lavoratore richiede la fruizione dell’indennità deve essere inoltrata all’INPS in via telematica all’interno della sezione dedicata, mettendo a conoscenza anche il datore di lavoro.
In alternativa, la stessa può essere presentata tramite Contact center al numero 803 164 (gratuito da rete fissa) oppure 06 164 164 da rete mobile oppure enti di patronato.
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