È stato firmato il primo contratto nazionale degli “shopper”, i lavoratori che si occupano di fare la spesa e consegnarla agli utenti delle piattaforme digitali
Non solo rider: nell’ultimo anno ai fattorini del deliver food si sono aggiunti dei nuovi “colleghi”: gli shoppers. Chi sono? Se i primi sono i professionisti del delivery del cibo, gli shoppers sono gli specialisti del “fare la spesa” al posto tuo (e te la consegnano a casa).
A febbraio 2024 è stato firmato il nuovo contratto collettivoÈ l’accordo stipulato a livello nazionale tra i sindacati di rappresentanza dei lavoratori e dei datori di lavoro per regolare determinati aspetti dei contratti individuali di lavoro di un certo settore (es. orario di lavoro, retribuzione minima, ferie, congedi, ecc.). More degli shoppers, che sostituisce il primo sottoscritto (tra le polemiche) a gennaio del 2021. Vediamone i punti principali.
Sono sempre più diffuse le piattaforme digitali, utilizzate anche dai supermercati, che permettono all’utente di fare la spesa online e farsi recapitare i prodotti a domicilio. Ebbene, gli shoppers sono i dipendenti che, incaricati da queste piattaforme, riempiono (materialmente) il carrello della spesa al supermercato, pagano lo scontrino e si occupano della consegna al cliente.
Questa persona è incaricata di svolgere tutta l’attività necessaria per “fare la spesa”:
Lo shopper usa la propria auto o altro mezzo per effettuare la consegna della spesa e può utilizzare indumenti e kit (ad esempio, una borsa frigo) messi a disposizione dall’impresa. L’accordo poi precisa che lo shopper “svolge la sua attività in forma autonoma e senza vincoli di esclusiva”. Insomma, è una persona registrata alla piattaforma di spesa online ed è libera di dare o meno la propria disponibilità negli slot previsti dalla piattaforma.
Insomma, lo shopper è un collaboratore parasubordinato. Il rapporto non è qualificato come lavoro subordinato, ma come collaborazione coordinata e continuativa. Si tratta di una fattispecie prevista dal decreto legislativo 81/2015, che all’art. 2 si riferisce proprio all’attività prestata a favore delle piattaforme digitali.
Il primo contratto collettivo nazionale degli shopper è stato firmato il 19 febbraio 2024 è stato firmato il contratto collettivo per questa particolare categoria di professionisti. L’accordo è stato sottoscritto da Assogrocery (in rappresentanza delle piattaforme digitali) e dalle tre sigle sindacali confederali.
Questo accordo permette alle piattaforme di sottrarsi alla generale disciplina del lavoro subordinato, applicando le disposizioni più specifiche del contratto collettivo.
È previsto un compenso lordo di 12,50 euro per ciascun incarico (13 euro dal 2025), comprensivo di tutte le fasi – dal carrello alla consegna – e a condizione che l’ordine rispetti alcuni standard quantitativi e qualitativi.
All’importo fisso si aggiungono alcune componenti variabili:
L’inquadramento contrattuale prevede anche delle forme di assistenza. Innanzitutto, è stata introdotta una tutela simile alle ferie previste dal lavoro subordinato. Si chiama “bilanciamento tempo di vita/tempi di lavoro” e prevede la sospensione delle prestazioni per massimo 30 giorni, non retribuiti, nel corso di un anno.
In caso di ricovero ospedaliero o patologie oncologiche, lo shopper ha diritto a una indennità giornaliera parametrata in base alla media dei compensi conseguiti negli ultimi 6 mesi. Negli altri casi di malattia, il rapporto è sospeso (e prorogato) e l’indennità copre solo i primi 2 giorni di assenza.
In caso di maternità, il rapporto può essere sospeso per un periodo massimo di 9 mesi ed è prevista un’indennità una tantum di 1.500 euro a favore della shopper che abbia eseguito almeno 500 incarichi.
Questo è uno degli aspetti più importanti. La gestione del rapporto tramite algoritmo è uno dei temi sui cui in passato c’è stata una forte polemica tra le piattaforme digitali e i sindacati.
Come opera l’algoritmo, che criteri usa, come vengono decisi gli incarichi?
Queste sono solo alcune delle domande poste dalle sigle sindacali nel corso della negoziazione. Il contratto collettivo risponde a questi interrogativi, mettendo nero su bianco l’obbligo delle piattaforme di informare lo shopper e le sigle sindacali sulle modalità di funzionamento dei sistemi decisionali, sia in fase di affidamento degli incarichi, sia nella fase di gestione (e valutazione) del servizio.
L’accordo dimostra una forte sensibilità anche al tema della sostenibilità ambientale, soprattutto alla luce del fatto che gli shoppers si muovono all’interno dei centri urbani. L’accordo istituisce un tavolo di confronto per “ottenere un’esecuzione dell’attività in modo più sostenibile sul fronte dell’utilizzo di veicoli a minor impatto ambientale”. Per ora, dunque, nulla di concreto, ma la promessa di concentrarsi su questo punto.
Superate le polemiche degli anni passati, è forte la soddisfazione di tutte le parti firmatarie. Con una nota congiunta le tre sigle sindacali parlano di “grande novità nel settore”, in attesa di un possibile intervento legislativo.
Secondo Alessandro Angelini (Vicepresidente di Assogrocery) “si tratta di un traguardo storico, non soltanto per il settore e-grocery ma per l’intero mercato, perché l’accordo rappresenta un esempio per tutto il mondo delle collaborazioni tramite piattaforma digitale”.
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