Le organizzazioni sindacali tutelano i diritti dei lavoratori: vediamo come funzionano e quali sono quelle principali
I sindacati sono associazioni che hanno come proprio scopo la tutela dei diritti dei lavoratori. La loro funzione e la loro attività sono tutelate a livello Costituzionale. L’art. 29 della Costituzione prevede infatti che “l’organizzazione sindacale è libera”. È questo principio, chiamato anche di libertà sindacale, che sancisce il diritto costituzionale di organizzare un proprio sindacatoÈ un’organizzazione che ha il compito di rappresentare e difendere i diritti e gli interessi di categoria dei lavoratori o dei datori di lavoro. More e di esercitare l’attività sindacale a difesa dei lavoratori.
C’è anche un altro aspetto della libertà sindacale: ciascuno è libero di non iscriversi ad alcun sindacato e dunque nessuno può essere obbligato a tesserarsi per una sigla sindacale.
La libertà sindacale riguarda dunque molti aspetti:
Tecnicamente i sindacati sono “associazioni non riconosciute”. L’articolo 39 ha previsto la registrazione dei sindacati per permettergli di avere personalità giuridica, ma questa norma ha sempre trovato la resistenza delle sigle sindacali e non è mai stata applicata. Ciò non ha comunque impedito ai sindacati di operare quali “associazioni non riconosciute”.
I sindacati tutelano i diritti dei lavoratori e la loro attività riguarda più aspetti:
Non esiste una vera e propria classifica nazionale dei sindacati. Possiamo però elencare quelli maggiormente rappresentativi sul piano nazionale.
Sono i cosiddetti sindacali confederali, vediamoli nel dettaglio.
CGIL sta per Confederazione Generale Italiana del Lavoro. Il sindacato CGIL è la più antica organizzazione sindacale italiana e anche una di quelle con il maggior numero di iscritti.
UIL sta per Unione Italiana del Lavoro. Il sindacato UIL è una confederazione sindacale nata nel 1950.
CISL sta per Confederazione Italiana Sindacati Lavoratori. Il sindacato CISL è anche questo una confederazione sindacale fondata nel 1950. È un sindacato di ispirazione cattolica, infatti in passato è stata legata alla Democrazia Cristiana, anche se è sempre rimasta autonoma.
Perché la sigla più famosa è l’unione di tutte le categorie dei lavoratori. In Italia, infatti, il sindacato è organizzato per categoria merceologica, ossia per settore di attività.
Ogni settore di attività ha la propria sigla sindacale, che poi fa riferimento alla sigla nazionale. Vediamo alcuni esempi:
Tutte le singole federazioni di ogni settore sono poi confederate all’interno dell’associazione nazionale. Per questo motivo le tre sigle vengono chiamate anche sindacati confederali. Tornando all’esempio sopra riportato, la CGIL è la confederazione che riunisce le federazioni FIOM, FILT, FILCAMS oltre a tutte quelle degli altri settori.
Come accennato, esistono veramente tante sigle sindacali ed elencarle tutte sarebbe impossibile. Vediamone però alcune altre, oltre alle più famose CGIL, CISL e UIL.
L’Unione Generale del Lavoro è un’organizzazione sindacale nata nel 1996. È l’erede di un altro sindacato storico, la CISNAL.
Il sindacato USB (Unione Sindacale di Base) è un sindacato recente, infatti è nato nel 2010, anche se dalla fusione di due organizzazioni preesistenti (SdL Intercategoriale e RdB).
Ci sono molti modi per iscriversi a un sindacato, vediamo i più diffusi:
Molto spesso l’iscrizione al sindacato è chiamata in gergo anche “delega”: con l’iscrizione infatti il lavoratore “delega” il pagamento della quota associativa a favore del sindacato e “delega” inoltre la rappresentanza dei propri interessi a favore dell’organizzazione sindacale.
La quota associativa dipende da ciascuna sigla sindacale. Indicativamente non supera una percentuale dell’1% dello stipendio mensile. Ad esempio, il contributo sindacale nel settore metalmeccanico si aggira tra i 15 e i 18 euro mensili. Il contributo sindacale è pagato dall’azienda direttamente al sindacato grazie al meccanismo della delega che abbiamo visto nel paragrafo precedente. Si tratta comunque di importi della retribuzione del lavoratore che invece che essere pagati al dipendente vengono versati direttamente al sindacato.
Se non si vuole più aderire a un sindacato, è necessario manifestare la propria volontà di recesso in forma scritta, osservando la tempistica e le condizioni previste dallo statuto di ogni sindacato.
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