Dimissioni Colf: come funzionano

Una colf impegnata nel lavoro domestico

Come si presentano le dimissioni, come funziona il preavviso, quali sono gli obblighi e quali le tutele del lavoratore domestico

Il mondo dei collaboratori domestici è caratterizzato da una legislazione particolare – spesso diversa da quella del normale lavoro subordinato – e basata sullo speciale rapporto di fiducia che si viene a instaurare tra lavoratore e datore di lavoro.

Così come nel momento dell’assunzione, anche nel momento della cessazione del rapporto ci sono delle regole diverse rispetto a quelle degli altri dipendenti. 

Il termine del rapporto può avvenire per licenziamento o dimissioni. In questo articolo tratteremo in particolare delle dimissioni, quando cioè è il lavoratore a voler interrompere il rapporto. 

Vediamo quindi i passaggi da seguire, le peculiarità e i diritti che ha chi fa un lavoro domestico e vuole presentare le sue dimissioni.

Quali tipi di contratto esistono

Per quanto riguarda le tipologie contrattuali con cui possono essere assunti i lavoratori domestici, non ci sono differenze rispetto agli altri lavoratori. Per esempio, si può essere assunti con contratto di tipo subordinato, e quindi essere dipendenti a tempo indeterminato o determinato.

È possibile poi anche l’ipotesi della somministrazione, cioè quando un’agenzia interinale invia un collaboratore in una famiglia che ne fa richiesta, oppure può essere utilizzato anche il cosiddetto libretto famiglia. In ogni caso, l’assunzione deve di norma essere accompagnata da un contratto scritto.

Quando si tratta di dimissioni, bisogna sempre fare riferimento al rapporto tra i due soggetti iniziali. Se sei stato assunto in via diretta, quindi, dovrai rivolgerti a chi ti ha assunto, che spesso è la famiglia per cui lavori. Se invece hai un contratto di somministrazione, il tuo datore di lavoro è l’agenzia.

Come funziona: preavviso e assenze

Anche se questo tipo di contratto è meno rigido rispetto a qualsiasi altro CCNL, bisogna comunque considerare che ci sono tutta una serie di obblighi da rispettare al momento della cessazione del rapporto.

Il primo riguarda i termini di preavviso, indicati nell’articolo 40. Vuol dire che dobbiamo avvisare per tempo il datore di lavoro della nostra volontà di porre fine al rapporto. Quanto tempo prima dobbiamo farlo dipende dalla quantità di ore lavorate nella settimana e all’anzianità di servizio, cioè da quanto tempo lavoriamo per lo stesso datore.

Attenzione! i termini di preavviso per il licenziamento e quelli per le dimissioni a volte sono diversi. Ti consigliamo quindi di rivolgerti a un patronato o di consultare il CCNL applicato così da individuare qual è la casistica in cui ti ritrovi.

Nel caso il periodo di preavviso non venga rispettato, la parte che decide di terminare il contratto deve pagare una somma all’altra parte. Quindi, se presenti le dimissioni e non rispetti il preavviso, devi dare al datore un importo pari alla retribuzione che avresti ricevuto nel periodo in cui avresti dovuto lavorare.

Il CCNL di riferimento prevede infine che il lavoratore si possa prendere ferie e permessi retribuiti, ma bisogna fare attenzione alle assenze non giustificate.

Se non giustifichi l’assenza entro il 5° giorno, infatti, il tuo datore può licenziarti per giusta causa. C’è un’eccezione: quando si verificano cause di forza maggiore, come per esempio catastrofi naturali imprevedibili, allora questa scadenza non vale.

Collaboratrice domestica in gravidanza

Come per gli altri contratti, anche in questo caso chi è incinta ha delle tutele nel periodo che va dall’inizio della gravidanza al termine della maternità obbligatoria.

In particolare:

  • per il licenziamento: la lavoratrice non può essere licenziata, salvo che per giusta causa;
  • per le dimissioni: queste devono essere convalidate dall’ispettorato territoriale del lavoro.

Come presentare le dimissioni

Di solito chi vuole dimettersi deve andare sul sito dell’Inps e seguire la procedura online. Questo però non vale per il lavoro domestico.

In questo caso il lavoratore deve solo informare il proprio datore di lavoro della volontà di dimettersi tramite una lettera scritta, che andrà poi controfirmata. Sarà poi il datore a trasmettere la comunicazione all’Inps compilando l’apposito modulo di cessazione nel portale dell’Istituto entro 5 giorni dall’evento.

TFR a fine rapporto

In ogni caso, in occasione della cessazione del rapporto di lavoro deve essere corrisposto il trattamento di fine rapporto (TFR).

Questa cifra corrisponde a quanto hai accantonato nel corso dei mesi in cui hai lavorato per quel datore di lavoro, meno le eventuali anticipazioni che potrebbe averti già erogato. Il lavoratore domestico, infatti, può chiedere l’anticipazione del TFR una volta l’anno e nella misura massima del 70% di quanto maturato.

 

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