Come si presentano le dimissioni, come funziona il preavviso, quali sono gli obblighi e quali le tutele del lavoratore domestico
Le dimissioniL’atto unilaterale con cui il lavoratore comunica di voler interrompere il rapporto lavorativo con il datore di lavoro. More di colf e badanti richiedono un’attenzione particolare, poiché il lavoro domestico segue regole diverse rispetto al lavoro subordinato tradizionale. Questo tipo di rapporto è regolato dal Contratto CollettivoÈ l’accordo stipulato a livello nazionale tra i sindacati di rappresentanza dei lavoratori e dei datori di lavoro per regolare determinati aspetti dei contratti individuali di lavoro di un certo settore (es. orario di lavoro, retribuzione minima, ferie, congedi, ecc.). More Nazionale del Lavoro Domestico, spesso chiamato semplicemente “Colf e Badanti”, e prevede termini di preavviso specifici. La durata del preavviso dipende dalla tua anzianità lavorativa e dal numero di ore settimanali previste dal contratto.
Seguire queste regole non è solo un obbligo legale, ma rappresenta anche un modo per concludere il rapporto di lavoro in modo corretto e rispettoso, evitando conflitti o problemi futuri. In questa guida troverai spiegazioni chiare e dettagliate su tutto ciò che devi sapere.
Il lavoro dei collaboratori domestici segue regole specifiche, diverse da quelle del normale lavoro subordinato e si basa sul rapporto di fiducia che si crea tra te e il datore di lavoro.
Così come accade all’inizio del rapporto, anche quando arriva il momento di concluderlo ci sono regole particolari da rispettare. La cessazione può avvenire per licenziamento o dimissioni, ma qui ci concentreremo su queste ultime, cioè quando sei tu a decidere di interrompere il rapporto.
Vedremo insieme i passaggi che devi seguire, le particolarità di questa situazione e i tuoi diritti come collaboratore domestico che vuole presentare le dimissioni volontarie.
Anche se il contratto per i collaboratori domestici è più flessibile rispetto ad altri CCNL, ci sono comunque regole importanti da seguire se decidi di interrompere il rapporto di lavoro. La prima riguarda il preavviso.
Anche colf e badanti devono rispettare un periodo di preavviso. Questo significa che, prima di lasciare il lavoro, devi avvisare il tuo datore con un certo anticipo. La durata del preavviso dipende dal numero di ore che lavori ogni settimana e da quanto tempo hai lavorato per la stessa persona.
Attenzione però: i termini del preavviso per le dimissioni possono essere diversi da quelli per il licenziamento. Per evitare errori, è una buona idea consultare il CCNL che regola il tuo lavoro o chiedere supporto a un patronato per capire quale sia la tua situazione.
Se non rispetti il periodo di preavviso, dovrai pagare al tuo datore di lavoro una somma pari allo stipendio che avresti ricevuto per i giorni mancanti. Questa regola vale anche al contrario: se il datore non rispetta il preavviso, deve compensarti economicamente.
Infine, il CCNL prevede che tu possa avere diritto a ferie e permessi retribuiti, ma devi prestare attenzione alle assenze non giustificate. Se non fornisci una spiegazione entro il quinto giorno di assenza, il tuo datore può licenziarti per giusta causa. L’unica eccezione è rappresentata da situazioni di forza maggiore, come eventi naturali imprevedibili, che possono giustificare il ritardo senza conseguenze.
Di solito, chi vuole dimettersi deve utilizzare la procedura online sul sito dell’INPS, ma questa regola non vale per il lavoro domestico.
In questo caso, devi semplicemente informare il tuo datore di lavoro della tua decisione, consegnando una lettera scritta che dovrà essere controfirmata.
Sarà poi il datore di lavoro a comunicare le tue dimissioni all’INPS, compilando il modulo di cessazione direttamente nel portale dell’Istituto entro 5 giorni dalla data in cui hai espresso la tua volontà.
È fondamentale, prima di tutto, sapere quale CCNL regola il tuo rapporto di lavoro. Questo ti aiuterà a individuare correttamente il periodo di preavviso da rispettare. Avere chiarezza su questi aspetti ti permette di concludere il rapporto di lavoro in modo regolare e senza problemi.
Sei una colf che lavora 24 ore a settimana presso lo stesso datore di lavoro da 3 anni, e il tuo contratto è regolato dal CCNL Collaboratori Familiari – Lavoro domestico. In questo caso, il periodo di preavviso per le dimissioni dipende sia dalle ore lavorate che dalla tua anzianità.
Per contratti con meno di 25 ore settimanali, il preavviso è di 8 giorni. Tuttavia, dato che hai più di 2 anni di anzianità, il preavviso aumenta a 15 giorni.
Le dimissioni devono essere comunicate in forma scritta. Nella lettera è importante includere i tuoi dati personali e quelli del rapporto di lavoro, specificando che intendi interrompere il contratto, con o senza preavviso.
Attenzione: se non rispetti il periodo di preavviso e non ti trovi in un periodo protetto, il datore di lavoro può trattenere dalla tua busta paga una somma pari ai giorni di mancato preavviso.
Infine, ti conviene indicare chiaramente l’ultimo giorno lavorativo, calcolato in base al periodo di preavviso, così da rendere tutto chiaro e evitare incomprensioni.
ConvalidaDichiarazione o conferma di validità compiuta da un organo superiore o di controllo. More dimissioni colf e badanti: sono obbligatorie?
Come per gli altri contratti, anche nel lavoro domestico hai delle tutele speciali se sei incinta, nel periodo che va dall’inizio della gravidanza fino alla fine della maternità obbligatoria. Questo periodo è definito “protetto” e prevede regole specifiche sia per il licenziamento che per le dimissioni:
La convalida delle dimissioni consiste in un colloquio con un funzionario dell’Ispettorato, che ti farà alcune domande per verificare la tua reale volontà di interrompere il rapporto di lavoro.
In ogni caso, quando il rapporto di lavoro si conclude, il datore di lavoro è tenuto a darti il trattamento di fine rapporto (TFR). Questa somma corrisponde a quanto hai maturato durante il periodo in cui hai lavorato, meno eventuali anticipi che potresti aver già richiesto.
Come lavoratore domestico, hai il diritto di chiedere un’anticipazione del TFR una volta all’anno. Puoi richiedere fino al 70% di quanto hai maturato fino a quel momento. Questo ti permette di accedere a una parte del TFR prima della cessazione del rapporto, se ne hai bisogno.
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