Il rapporto di lavoro che si instaura con una colf o badante si svolge a casa e si basa sulla fiducia
Il lavoro delle colf e delle badanti si svolge all’interno delle mura domestiche di un’altra famiglia. Per questo motivo è caratterizzato da una forte componente personale e di fiducia e capita spesso di chiedersi se servono motivi di licenziamento per badanti e colf.
Diciamo prima di tutto che questo tipo di rapporto può interrompersi più facilmente e con meno vincoli rispetto al rapporto di lavoro tradizionale, proprio per la sua natura particolare. In questo articolo vediamo come licenziare una badante, anticipando che si tratta di una fattispecie molto più semplice rispetto alla normativa generale.
Non è infatti necessario che ci sia un motivo preciso per il suo licenziamento, ma è sicuramente necessario comunicare la scelta rispettando il preavviso. Nei casi più gravi, è ammesso anche il licenziamento badante senza preavviso.
Assolutamente sì: il licenziamento della colf è ammesso anche se il rapporto è a tempo indeterminato. La durata del contratto, infatti, non cambia la disciplina.
La legge, nello specifico l’articolo 4 della legge 108/1990, sottrae i lavoratori domestici dalla disciplina ordinaria dei licenziamenti: licenziare una badante a tempo indeterminato è sempre possibile, a prescindere dalle motivazioni. Pertanto, anche in caso di assunzione di una badante/colf a tempo indeterminato, la famiglia può procedere con il licenziamento e interrompere così il rapporto.
Il preavviso per colf e badanti dipende dalla durata del suo lavoro nella settimana e dalla sua anzianità di servizio.
Vediamo nel dettaglio.
Per rapporto di lavoro superiore a 25 ore settimanali:
Per il rapporto di lavoro inferiore alle 25 ore settimanali:
Se dunque viene adottato il licenziamento con preavviso, durante il preavviso la badante deve lavorare perché il rapporto lavorativo è ancora in corso.
È necessario fare un po’ di chiarezza: colf e badanti possono essere licenziate senza obbligo di preavviso nel caso in cui ci sia una giusta causa e cioè una ragione talmente grave e connessa al comportamento del collaboratore domestico che giustifichi l’immediata interruzione del rapporto.
Vediamo alcuni esempi più frequenti:
La badante può essere licenziata anche se non c’è una giusta causa. Molto banalmente, se non ti trovi più bene o ritieni che l’assistenza non sia stata sufficiente, puoi licenziare la badante, ma in questo caso devi rispettare il preavviso.
La tua famiglia può licenziare la badante senza rispettare le formalità dei normali licenziamenti, come il procedimento disciplinare, la casistica dei comportamenti, le varie sanzioni disciplinari o le conseguenze in caso di licenziamento illegittimo.
Per licenziare una colf o una badante, quando assunta dalla tua famiglia, è sufficiente consegnare, a mano o mediante raccomandata all’indirizzo di residenza, una lettera di licenziamento.
La lettera di licenziamento della badante deve contenere la chiara volontà del datore di lavoro di interrompere il rapporto. In caso di licenziamento per giusta causa senza preavviso, la lettera deve contenere anche l’indicazione dei comportamenti attribuiti alla badante.
Invece, in caso di licenziamento senza giusta causa, deve essere riconosciuto il preavviso alla badante.
Ogni volta che finisce un rapporto di lavoro domestico il datore è tenuto a pagare il TFR, eventuali ferie non godute ed eventuali tredicesime maturate e non ancora pagate.
Se alla badante non viene riconosciuto il preavviso quando previsto, e quindi per recessi non connessi a giusta causa, dovrai pagarle anche l’indennità sostitutiva del preavviso, ossia una somma pari a quella dei giorni non lavorati.
La risposta è no: se la badante si licenzia, quindi se trasmette le sue dimissioniL’atto unilaterale con cui il lavoratore comunica di voler interrompere il rapporto lavorativo con il datore di lavoro. More volontarie, perde il diritto a percepire la disoccupazione.
In tutti i casi di interruzione involontaria del rapporto, invece, anche i lavoratori domestici hanno diritto alla NASpILa “Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego” (NASpI) è un’indennità mensile di disoccupazione, istituita in relazione agli eventi di disoccupazione involontaria che si sono verificati dal 1° maggio 2015. More, cioè l’indennità di disoccupazione. Ne hanno dunque diritto anche in caso di licenziamento per giusta causaÈ il licenziamento inflitto senza preavviso a fronte di una condotta del dipendente talmente grave da non consentire la prosecuzione, neanche temporanea, del rapporto. More.
Questi i requisiti per ottenere indennità di disoccupazione:
La fine del rapporto di lavoro fa venire meno il diritto della badante a convivere con il familiare assistito, in caso di domestica convivente.
Se, terminato il rapporto, la badante licenziata non vuole lasciare la casa, commette un illecito che può sfociare in condotte penalmente rilevanti (violenza privata, minacce, estorsione, ecc.).
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