Il patto di non concorrenza: gli strumenti di tutela

(foto Shutterstock)

Come il datore di lavoro può tutelarsi perché il patto di non concorrenza venga rispettato

COSA SONO GLI STRUMENTI DI TUTELA?

Il lavoratore che accetta un patto di non concorrenza e riceve il corrispettivo economico stabilito è obbligato per legge a rispettarlo. Può capitare che qualche lavoratore disobbedisca a questa regola e decida di avviare una collaborazione o un’attività in contrasto con il suo patto. In caso di violazione, il datore di lavoro ha degli strumenti di difesa a cui ricorrere.

COSA PUÒ FARE IL DATORE DI LAVORO?

Se il datore di lavoro rileva che esiste un pericolo immediato per la propria azienda in relazione alla violazione del patto di non concorrenza può rivolgersi al Tribunale. Quest’ultimo, con una procedura d’urgenza, può emanare un’ordinanza di cessazione dell’attività contestata.

Per tutelarsi, l’azienda potrebbe anche prevedere, nella stipula del patto di non concorrenza, apposite clausole da far valere in caso di inadempimento da parte del lavoratore.

Queste possono essere:

  • clausole penali: servono a determinare sin da subito l’entità del danno da risarcire in caso di accertata violazione. Se sproporzionate, possono essere ridotte dal giudice, ma non invalidano il patto;
  • clausole di informazione: obbligano il lavoratore a fornire periodicamente informazioni sull’attività che sta svolgendo e prevedono di regola delle penali in caso di violazione.

 

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