Chiariamo quali sono le differenze tra lordo e netto in busta paga attraverso alcuni esempi pratici
Ogni mese, le persone con un contratto di lavoro subordinato ricevono lo stipendio sul conto corrente indicato in fase di assunzione.
Devi sapere che questa cifra è il risultato finale di una serie di operazioni che permettono, principalmente, di calcolare i contributi e le imposte.
I contributi servono sia per pagare le pensioni, sia per pagare le personein tutti i casi in cui hanno bisogno di tutela perché hanno interrotto la loro attività, come ad esempio per malattia, maternità o disoccupazione.
Le imposte, invece, sono racchiuse nell’IRPEF e cioè all’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche, che deve essere pagata da tutte le persone che hanno un reddito.
La base di partenza per queste operazioni, dunque, è la retribuzione lorda da cui, poi, si arriva alla retribuzione netta. Ma quali sono i passi da seguire per arrivare dal lordo al netto? Scopriamolo meglio in questo articolo!
Non ti è chiaro cosa significa stipendio netto? Proviamo a spiegarlo con parole semplici e qualche esempio.
Il netto in busta paga è quello che intaschi al 100% ogni mese: in pratica è quello che vedi accreditato sul tuo conto corrente.
Su questa cifra non devi pagare imposte o tasse perché è già stato tutto calcolato, come potrai vedere nella sezione contributiva e fiscale della tua busta paga. Di solito queste informazioni si trovano nella parte bassa del cedolino, ma non è sempre così. La struttura della busta paga, infatti, cambia a seconda del software usato per prepararla.
Capito che cos’è, vediamo come calcolare lo stipendio netto.
Usiamo un esempio di calcolo stipendio netto da lordo, così è più semplice capire tutti i passaggi.
Supponiamo che la retribuzione lorda di partenza sia di 1.675,00 euro. I passaggi da seguire per arrivare al netto sono i seguenti:
Ma come si arriva allo stipendio netto dal lordo? Se non ci sono voci particolari, come ad esempio ore di straordinario pagate con la maggiorazione prevista dal CCNL, oppure indennità varie, i 1.675,00 euro sono il nostro imponibile contributivo, cioè la base su cui calcolare i contributi.
Nella maggioranza dei casi, l’aliquota per il calcolo dei contributi è del 9,19%. Applicata al nostro imponibile, dà come risultato 153,93 euro.
Ricordiamo che, solo per quanto riguarda i contributi, la legge di bilancio 2024 ha confermato il taglio al cuneo fiscale-contributivo del 6% o 7%. Questo assicura da un lato uno “sconto” sui contributi, e quindi un netto un po’ più alto, dall’altro una tassazione più alta, perché il valore economico dello sconto è imponibile Irpef.
Questa voce sarà indicata nel corpo del cedolino. Anche in questo caso, la posizione varia a seconda di come è strutturata la busta paga.
Altri elementi da considerare sono i contributi obbligatori per il Fondo di Assistenza Sanitaria Integrativa (nell’esempio Fondo Est), il Fondo Interprofessionale (F.DO INT) e l’Ente Bilaterale (E.BIL.TE).
Fatto questo, dobbiamo calcolare l’Irpef lorda. Per prima cosa serve capire qual è il nostro imponibile. Per calcolarlo si devono togliere tutti i contributi. Seguendo il nostro esempio, otteniamo così 1.631,85 euro.
Attenzione: vi ricordate del taglio al cuneo di cui abbiamo parlato prima? È un vantaggio contributivo, quindi abbassa i contributi da pagare, ma non si riflette anche sulle imposte perché, essendo incluso nell’imponibile Irpef, lo rende più alto, aumentando così il totale delle imposte da pagare.
L’Irpef lorda si ottiene applicando all’imponibile l’aliquota corrispondente alla fascia di reddito. Nel nostro esempio è del 23%
Quella netta, invece, è data dall’irpef lorda meno le detrazioni.
Una volta fatte tutte queste operazioni, sarà sufficiente sottrarre dal totale della colonna “competenze” gli importi delle trattenute sociali (contributi) e di quelle fiscali. Otteniamo così, dopo gli opportuni arrotondamenti, il netto in busta paga.
Dall’esercizio che abbiamo svolto nel paragrafo precedente, si può capire come i due grandi pilastri che caratterizzano il calcolo dal lordo al netto sono:
Insomma, dallo stipendio netto non viene trattenuto nulla, perché sia i contributi che le imposte vengono sottratte dallo stipendio lordo. Il netto è quello che riceviamo sul nostro conto corrente.
Cerchiamo ora di capire cosa significa stipendio lordo. È la somma di denaro che ti spetta prima che vengano applicate le trattenute di cui abbiamo parlato.
Gli elementi che determinano il lordo sono, per la maggior parte, stabiliti dal CCNL. Per questo motivo la tua azienda è obbligata a adeguarsi e non ti può riconoscere importi più bassi.
Gli elementi sono tanti: paga base, contingenza, EDR, elemento provinciale e via dicendo.
Tutti questi dati sono riepilogati in una sezione dedicata in busta paga e che di solito si chiama “Elementi della retribuzione”.
Sfatiamo subito un mito: voler sapere il netto partendo dal lordo oppure accordarsi per un netto fisso in busta paga non è una pratica che consigliamo.
Come abbiamo già visto, lo stipendio da lordo a netto cambia in base alle imposte da pagare e queste variano in base alle detrazioni a cui abbiamo diritto.
Queste ultime infatti possono variare in base alla situazione fiscale del lavoratore e quindi comportare, a seconda dei casi, una maggiore o minore tassazione e quindi un netto diverso.
Senza dimenticare che eventuali voci non periodiche, come ad esempio lo straordinario, vanno ad aggiungersi agli imponibili modificando, di fatto, i calcoli che abbiamo visto in precedenza.
La procedura più corretta, quindi, è calcolare lo stipendio lordo in base a quello che è previsto dal CCNL e poi fare il calcolo stipendio netto 2024 seguendo le nuove regole Irpef. Da quest’anno infatti ci sono 3 scaglioni diversi:
Per riassumere tutti gli elementi importanti che abbiamo analizzato nei paragrafi precedenti, torniamo sulla differenza tra stipendio lordo e netto.
Lo stipendio lordo è il nostro punto di partenza. Per arrivare al netto, non puoi non conoscere il lordo.
Per questo motivo, quello che consigliamo di fare sempre è leggere bene la lettera di assunzione. Al suo interno, infatti, deve essere riportata la composizione della tua retribuzione oltre ad altri elementi fondamentali come ad esempio:
Lo stipendio netto, invece, non sarà mai riportato nel contratto di assunzione perché, come abbiamo visto, è frutto di una serie di operazioni matematiche.
Il netto, quindi, è la cifra finale che trovi nella parte bassa della busta paga e che, secondo le tempistiche del CCNL o regolamento aziendale, ti viene accreditato ogni mese nel tuo conto corrente.
Questa è proprio la tua retribuzione “definitiva” quindi, una volta individuata, non dovrai compiere nessuna operazione. Chi ha un lavoro dipendente, infatti, a differenza di chi invece è autonomo, sa già quanto porterà a casa a fine mese.
Chi ha la partita iva, invece, non è detto che intaschi il totale della fattura emessa perché contributi e imposte vengono pagati in un secondo momento.
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