Scopri la differenza tra lordo e netto in busta paga con alcuni esempi pratici
Ogni mese, le persone con un contratto di lavoro subordinato ricevono lo stipendio sul conto corrente indicato in fase di assunzione.
Devi sapere che questa cifra è il risultato finale di una serie di operazioni che permettono, principalmente, di calcolare i contributi e le imposte. Trovi tutto nella tua busta paga, ma vediamo bene ogni singolo passaggio per non perderci nessuna informazione! Iniziamo.
Lo stipendio è la somma di tutte le voci economiche che ti devono essere pagate obbligatoriamente dal datore di lavoro in base a cosa prevede il contratto collettivoÈ l’accordo stipulato a livello nazionale tra i sindacati di rappresentanza dei lavoratori e dei datori di lavoro per regolare determinati aspetti dei contratti individuali di lavoro di un certo settore (es. orario di lavoro, retribuzione minima, ferie, congedi, ecc.). More applicato al rapporto.
Queste voci hanno importi diversi a seconda del tuo livello di inquadramento e della tua mansione: per i livelli più alti sono previste retribuzioni maggiori.
Oltre a questo, puoi concordare con l’azienda anche altre voci retributive che si aggiungono a quelle del CCNL. Pensiamo, per esempio, al superminimo, ai premi oppure ad eventuali benefit.
Il calcolo dello stipendio considera due tipi di stipendi:
I contributi servono per pagare la tua pensione, ma anche per assicurarti la retribuzione in tutti i casi in cui hai bisogno di tutela come ad esempio durante la malattia, la maternità o la disoccupazione.
Quando parliamo di imposte, invece, facciamo riferimento all’IRPEF e cioè all’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche, che deve essere pagata da tutte le persone che hanno un reddito. In questa sezione, vanno considerate anche le addizionali regionali e comunali cioè quelle “quote” di IRPEF che vanno pagate alla Regione e al Comune in cui risiedi.
Cerchiamo ora di capire cosa significa stipendio lordo.
Lo stipendio lordo è la somma di denaro che ti spetta prima che vengano applicate le trattenute di cui abbiamo già parlato.
Gli elementi che determinano il lordo sono quasi sempre stabiliti dal CCNL. Per questo motivo la tua azienda è obbligata a adeguarsi e non ti può riconoscere importi più bassi.
Ne esistono tantissimi e diversi tra loro: c’è la paga base, spesso indicata anche come minimo contrattuale, la contingenza, l’ EDR, l’elemento provinciale e tanto altro.
Tutti questi dati sono riepilogati in una sezione dedicata in busta paga che di solito si chiama “Elementi della retribuzione”.
Ricordati che, in questa sezione, devi ritrovare anche gli elementi che hai concordato con l’azienda in fase di assunzione. Come puoi vedere nell’esempio sopra, infatti, è riportata la voce “PNC” che va ad indicare un patto di non concorrenza pagato a rate ogni mese.
Arrivati a questo punto , vediamo cosa significa stipendio netto.
Lo stipendio netto in busta paga è quello che intaschi al 100% ogni mese: in pratica è quello che vedi accreditato sul tuo conto corrente.
Su questa cifra non devi pagare imposte perché è già stato tutto calcolato, come potrai vedere nella sezione contributiva e fiscale della tua busta paga.
Di solito queste informazioni si trovano nella parte bassa del cedolino, ma non è sempre così. La struttura della busta paga, infatti, cambia a seconda del software usato per prepararla.
Se vuoi capire come si calcola lo stipendio netto, sei nel posto giusto.
Dopo le definizioni iniziali, spieghiamo passo dopo passo come funziona il calcolo stipendio netto usando un caso pratico. Ti aiuterà a comprendere meglio il tuo cedolino e a farti un’idea precisa di quanto ti spetta ogni mese.
Partiamo da un classico esempio di calcolo stipendio netto da lordo.
Immaginiamo che la tua retribuzione lorda sia di 1.675,00 €.
Il calcolo stipendio netto mensile prevede tre passaggi:
Tornando al nostro esempio, in assenza di voci extra, i 1.675 € rappresentano il primo imponibile da considerare per il calcolo dello stipendio netto. Ci riferiamo all’imponibile contributivo e cioè il valore su cui calcolare i contributi da pagare all’INPS.
Nella maggior parte dei casi, la percentuale INPS da applicare è del 9,19%, che in questo caso corrisponde a 153,93 €.
Attenzione: rispetto agli anni precedenti, non esiste più il taglio al cuneo fiscale del 6% o 7% che abbassava i contributi. Dal 2025, infatti, sono attive delle nuove misure fiscali.
Non dimenticare, poi, gli altri contributi: Fondo Sanitario Integrativo (es. Fondo Est), Fondo Interprofessionale e Ente Bilaterale.
Dopo questi passaggi, per procedere con il calcolo netto dello stipendio dobbiamo trovare il nostro secondo imponibile e cioè quello fiscale.
In che modo? partendo dai 1.675 € dobbiamo togliere i contributi che abbiamo già calcolato, considerando anche quelli dei singoli fondi.
Sul risultato che otteniamo, va applicata la percentuale IRPEF (nel nostro esempio del 23%).
Dal calcolo dell’IRPEF lorda, poi, si sottraggono le detrazioni per arrivare all’IRPEF netta.
Per concludere, dopo aver fatto tutte queste operazioni, sarà sufficiente sottrarre dal totale della colonna “competenze” che trovi in busta paga, gli importi delle trattenute sociali (contributi) e di quelle fiscali.
Otteniamo così, dopo gli opportuni arrotondamenti al centesimo, il netto in busta paga.
Possiamo quindi riassumere tutti gli step da tenere a mente quando vuoi sapere come calcolare il netto dello stipendio:
Tanti nostri utenti, poi, ci chiedono se è possibile calcolare lo stipendio netto dalla RAL e noi rispondiamo sempre che è meglio ragionare sul lordo.
Ciò che fa cambiare lo stipendio da lordo a netto sono le imposte da pagare, e queste dipendono molto dall’ammontare del tuo reddito, e le detrazioni a cui hai diritto. Ma capiamo meglio questo passaggio nel paragrafo successivo.
Come anticipato poco sopra, spesso ci si chiede se sia possibile risalire allo stipendio lordo conoscendo solo il netto.
In realtà, il calcolo stipendio lordo dal netto non è così immediato, perché il risultato finale dipende da tanti fattori personali e fiscali. Per questo motivo, accordarsi su un netto fisso in busta paga può sembrare comodo, ma non è sempre la scelta più vantaggiosa o corretta.
Il calcolo dello stipendio lordo è solo il primo step, ma alla fine tutto cambia in base alle imposte da pagare, che a loro volta cambiano in base alle detrazioni fiscali a cui hai diritto.
Queste detrazioni dipendono dalla tua situazione individuale, come ad esempio il numero di familiari a carico, eventuali figli, detrazioni da lavoro dipendente.
Anche le voci variabili, come gli straordinari, i premi o altre indennità, incidono sul reddito complessivo e possono modificare il netto mensile ricevuto.
Ecco perché il calcolo stipendio lordo va sempre fatto con attenzione, seguendo quanto stabilito dal proprio contratto collettivo nazionale (CCNL) e dalla normativa fiscale aggiornata.
Una volta definito l’imponibile di riferimento, infatti, si può applicare correttamente la tassazione IRPEF aggiornata per il 2025. Le nuove regole prevedono 3 scaglioni:
Conoscere questi elementi ti aiuta a capire meglio il tuo stipendio, e ti permette di gestire in modo più consapevole la tua retribuzione.
Per riassumere tutti gli elementi importanti che abbiamo analizzato nei paragrafi precedenti, torniamo sulla differenza tra stipendio lordo e netto.
Lo stipendio lordo è il nostro punto di partenza. Per arrivare al netto, non puoi non conoscere il lordo.
Per questo motivo, quello che consigliamo di fare sempre è leggere bene la lettera di assunzione. Al suo interno, infatti, deve essere riportata la composizione della tua retribuzione oltre ad altri elementi fondamentali come ad esempio:
Lo stipendio netto, invece, non sarà mai riportato nel contratto di assunzione perché, come abbiamo visto, è frutto di una serie di operazioni matematiche.
Il netto, quindi, è la cifra finale che trovi nella parte bassa della busta paga e che, secondo le tempistiche del CCNL o regolamento aziendale, ti viene accreditato ogni mese nel tuo conto corrente.
Questa è proprio la tua retribuzione “definitiva” quindi, una volta individuata, non dovrai compiere nessuna operazione. Chi ha un lavoro dipendente, infatti, a differenza di chi invece è autonomo, sa già quanto porterà a casa a fine mese.
Chi ha la partita IVA, invece, non è detto che intaschi il totale della fattura emessa perché contributi e imposte vengono pagati in un secondo momento.
Dall’esercizio che abbiamo svolto nel paragrafo precedente, si può capire come i due grandi pilastri che caratterizzano il calcolo dal lordo al netto sono:
Insomma, dallo stipendio netto nei casi ordinari non ti viene trattenuto nulla, perché sia i contributi che le imposte vengono sottratte dallo stipendio lordo.
Affrontiamo ora una tematica non meno importante e cioè quando arriva lo stipendio. Non esiste una legge che individua una scadenza precisa, anche se una molto datata dice che le buste paga devono essere consegnate “all’atto della corresponsione della retribuzione”.
In questo caso è sempre bene fare fede a cosa prevede il CCNL applicato al rapporto di lavoro dato che alcuni specificano anche un arco temporale entro cui pagare i dipendenti e consegnare le relative buste paga.
Se non è indicato nulla, l’azienda può compiere queste azioni secondo gli usi aziendali e cioè come è abituata da tempo a fare.
Una volta capito quanto guadagni davvero ogni mese, può succedere di chiedersi come chiedere aumento stipendio in modo efficace anche per far fronte alla situazione economica stagnante del nostro Paese.
A nostro avviso, il primo passo è conoscere bene il tuo valore, essere consapevole delle retribuzioni medie per ruoli simili al tuo nel settore di riferimento e i vari benefit che altre realtà assicurano per lo stesso tipo di inquadramento.
In questa fase potrebbe essere utile presentare i risultati che hai ottenuto negli anni o in un periodo di riferimento preciso.
Preparati con dati concreti e scegli il momento giusto per parlarne con il tuo responsabile. Se ti stai chiedendo come chiedere un aumento di stipendio, ricorda che la trasparenza e la chiarezza sono sempre la strategia migliore.
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