Il Natale è un periodo dell’anno particolarmente caro a tutti noi, perché lo trascorriamo con i nostri cari, davanti a una tavola imbandita, scambiandoci dei regali.
Le feste, dunque, sono un momento di gioia, ma anche di grandi spese. Per questo motivo, la cosiddetta tredicesima viene pagata a dicembre.
Si tratta di una mensilità aggiuntiva che viene erogata dal datore di lavoro (o dall’INPS per i pensionati) in aggiunta alla normale retribuzione del mese.
Viene spesso chiamata anche gratifica natalizia, perché in origine era una donazione libera che il datore di lavoro dava ai propri dipendenti in occasione delle festività. Vista la rapida diffusione, è poi stata regolamentata dalla legge, diventando obbligatoria.
Un’altra mensilità aggiuntiva è la quattordicesima, che viene solitamente pagata nel periodo estivo e che però non è obbligatoria per legge. Infatti, viene erogata solo se lo prevede il contratto collettivoÈ l’accordo stipulato a livello nazionale tra i sindacati di rappresentanza dei lavoratori e dei datori di lavoro per regolare determinati aspetti dei contratti individuali di lavoro di un certo settore (es. orario di lavoro, retribuzione minima, ferie, congedi, ecc.). More applicato in azienda.
Ma vediamo nello specifico a chi spetta la gratifica natalizia: a tutti i lavoratori o c’è chi è escluso?
Ne hanno diritto tutti i dipendenti, sia del settore pubblico che privato, a tempo indeterminato e determinato, a prescindere dalla qualifica: operai, impiegati, quadri, dirigenti e anche apprendisti (di ogni tipologia).
Spetta a tutti i settori, quindi anche a chi lavora a domicilio, ai lavoratori dello spettacolo, dell’agricoltura, dell’edilizia e delle cooperative.
Non fanno eccezione nemmeno i lavoratori part time o a chiamata, due categorie che la ricevono in proporzione alle ore svolte, e infine i pensionati.
La platea dunque è molto ampia. Sono escluse tutte quelle persone che non hanno un contratto di lavoro subordinato:
Si matura ogni anno da gennaio a dicembre e solitamente viene erogata prima di Natale. Il periodo però può variare in base alle indicazioni contenute nel contratto collettivo applicato o in base agli usi aziendali.
A volte, specialmente nei contratti a chiamata, può accadere che venga pagata in busta paga ogni mese. Questo significa che, assieme alla normale retribuzione, viene aggiunta anche la quota di tredicesima maturata nel mese.
E per i pensionati valgono le stesse tempistiche? Sì, questa categoria la riceve con l’assegno pensionistico di dicembre.
Per i pensionati l’importo coincide con la rata dell’ultimo mese dell’anno, mentre per i dipendenti corrisponde a un dodicesimo della retribuzione annua. Per calcolarla si considera l’ultimo stipendio lordo percepito.
Ad ogni modo, il contratto collettivo applicato in azienda definisce quali sono gli elementi della retribuzione che sono considerati nel calcolo. Generalmente rientrano gli scatti di anzianità, i superminimi (sia assorbibili che non), le indennità di mansione, terzo elemento.
Per i part time l’importo è riproporzionato in base alla percentuale di lavoro effettivamente prestato.
L’importo va riproporzionato anche nel caso di assunzione in corso dell’anno. In questo caso verranno erogati tanti ratei quanti sono i mesi di presenza. In caso di assunzione in corso d’anno, infatti, verranno erogati tanti dodicesimi (ratei) quanti sono i mesi trascorsi in forza presso il datore di lavoro.
Per rateo si intende la quota di tredicesima che si matura ogni mese. Corrisponde a un dodicesimo della retribuzione.
Infine, bisogna prestare attenzione perché ci sono degli eventi che fanno diminuire il rateo che si matura ogni mese.
Ad esempio, in caso di sciopero, assenza ingiustificata, maternità facoltativa, assenza non retribuita, o aspettativa non retribuita, il contratto collettivo può prevedere che non si maturi il rateo per le ore corrispondenti.
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