Lavorare lentamente può essere un vantaggio se non è per via di scarso interesse, negligenza e pigrizia
Hai mai detto o sentito frasi come “dai, sbrigati, rispetta la scadenza, consegna in tempo?” Questo modo di pensare nasce dal mito della velocità nel lavoro, ovvero dalla convinzione che lavorare in fretta sia sempre meglio, più efficiente, più produttivo e più apprezzato dai clienti.
Ma quando ti affretti troppo, rischi di lavorare con meno attenzione, di offrire un prodotto con meno qualità, preferendo la quantità e l’urgenza rispetto alla cura del risultato. Questa corsa continua porta spesso a decisioni affrettate, senso di insoddisfazione e un calo della qualità complessiva.
La pressione costante a essere sempre “performante” può causare burnout e farti perdere il senso reale di ciò che stai facendo. Rallentare e recuperare un ritmo più umano non è solo una scelta personale: è una necessità, se vuoi lavorare con lucidità, equilibrio e vero valore.
Lo slow work è un approccio che ti invita a dare valore al tempo e alla consapevolezza nel modo in cui lavori. Non significa essere pigri o inefficienti, ma scegliere di rallentare per lavorare meglio, non meno.
Se ti prendi il tempo giusto per affrontare un compito, grazie allo slow working puoi ridurre lo stress, aumenta la lucidità mentale e prendere decisioni più ragionate. Spesso si teme che essere lenti nel lavoro sia un difetto, ma in realtà può essere un grande punto di forza: ti permette di curare i dettagli, comunicare in modo più riflessivo e fare scelte più consapevoli.
Essere lenti sul lavoro con metodo significa evitare errori, ripensamenti affrettati e perdite di tempo inutili. Certo, se mancano intenzionalità e organizzazione, lavorare lentamente può diventare un ostacolo. Ma se riesci a gestire la situazione al meglio, essere lenti a lavoro può trasformarsi in un vantaggio che fa davvero la differenza.
Lavorare lentamente può portare a sanzioni disciplinari, ma solo se ci sono condizioni precise. Non basta che tu abbia un ritmo più tranquillo: per parlare di un comportamento sanzionabile, la lentezza deve essere ingiustificata e causata da negligenza.
Quando è che si parla di negligenza? Quando rallenti non per difficoltà oggettive, ma per scarso interesse, svogliatezza o pigrizia. In questi casi l’azienda può intervenire, ma deve farlo con contestazioni puntuali, indicando fatti precisi che dimostrano la tua mancanza di impegno.
Nei casi più gravi, questa situazione può portare anche al licenziamento per scarso rendimento. Si verifica quando, per un periodo prolungato, non riesci a raggiungere gli obiettivi richiesti, a causa di un atteggiamento costantemente negligente e poco produttivo.
Il Tribunale di Treviso ha annullato una sanzione disciplinare inflitta a una dipendente (Sentenza n. 424 del 19 settembre 2019). Lavoravi da poco e hai ricevuto l’accusa di essere troppo lento? Questo caso ti riguarda.
Una lavoratrice era stata multata dal datore di lavoro perché ritenuta troppo lenta nello svolgere le mansioni, con il rischio, secondo l’azienda, di rallentare la produzione.
La dipendente ha deciso di ricorrere al giudice, spiegando che la lentezza non dipendeva da negligenza o disinteresse, ma dal fatto che aveva poca esperienza nel ruolo.
Il giudice le ha dato ragione: l’azienda non è riuscita a dimostrare che si trattasse di un comportamento volontario o negligente. La lentezza, in questo caso, era del tutto giustificata.
Il risultato? Nessuna sanzione. Quando mancano prove di svogliatezza o scarso impegno, non è possibile punirti solo perché non sei veloce, soprattutto se hai iniziato da poco in quel ruolo lavorativo.
Per rallentare il ritmo lavorativo è importante individuare che cosa fare e quando fare certe attività. La pianificazione giornaliera, meglio se estesa a tutta la settimana, è un ottimo inizio per poter controllare il ritmo lavorativo e cercare di ridurre il carico e lo stress.
Vediamo tre consigli utili:
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