Tutti i licenziamenti devono essere giustificati dall’azienda, ma esiste una differenza tra licenziamento per giustificato motivo, oggettivo e soggettivo
Il nome non deve trarre in inganno: tutti i licenziamenti devono essere giustificati. La motivazione del licenziamento è uno dei pilastri del nostro ordinamento del lavoro. Devi sempre ricevere per iscritto i motivi che stanno alla base della decisione aziendale.
Nella specifica materia dei licenziamenti, però, sono previste due particolari ipotesi che portano la denominazione “giustificato”:
Si tratta del licenziamento per ragioni economiche. Il licenziamento per giustificato motivo oggettivo può essere deciso dall’azienda per motivi organizzativi o produttivi. Nella maggior parte dei casi, è legato a un andamento negativo dell’azienda o del reparto, che costringe la società a ridurre il personale.
Se il licenziamento per giustificato motivo oggettivo riguarda più di 5 lavoratori, allora si parla di licenziamento collettivoCoinvolge almeno 5 lavoratori nell’arco di 120 giorni come conseguenza della soppressione di un posto di lavoro, per rimodulazione dell’attività aziendale in una stessa provincia. More.
A differenza del giustificato motivo oggettivo, il licenziamento per giustificato motivo soggettivo non riguarda l’andamento dell’azienda, ma la tua condotta in quanto lavoratore, i tuoi comportamenti o inadempimenti.
A differenza del licenziamento per giusta causaÈ il licenziamento inflitto senza preavviso a fronte di una condotta del dipendente talmente grave da non consentire la prosecuzione, neanche temporanea, del rapporto. More, che fa cessare il rapporto immediatamente alla fine del procedimento disciplinare, il licenziamento per giustificato motivo soggettivo prevede sempre il preavviso.
Non è semplice fare esempi di licenziamento per giustificato motivo soggettivo, poiché si tratta di un’ipotesi meno frequente. Tecnicamente, deve trattarsi di un notevole inadempimento degli obblighi contrattuali.
Nella maggior parte dei casi, il datore di lavoro decide di sanzionare il comportamento con il licenziamento per giusta causa o con provvedimenti disciplinari conservativi (come sospensioni o multe).
Il licenziamento per giustificato motivo oggettivo deve essere basato su esigenze reali di tipo tecnico, produttivo o organizzativo. Alcuni esempi possono essere la chiusura di un reparto, la soppressione di un posto per riduzione del fatturato o l’esternalizzazione di un servizio.
La giurisprudenza ha stabilito precisi presupposti di validità per un licenziamento per giustificato motivo oggettivo. Se anche solo uno di questi non viene rispettato, il licenziamento è illegittimo.
Ecco i requisiti necessari affinché il licenziamento sia valido:
Il licenziamento per giustificato motivo oggettivo segue procedure diverse in base alla dimensione dell’azienda e alla tua data di assunzione.
Se l’azienda ha meno di 15 dipendenti, non è prevista alcuna procedura particolare: è sufficiente che il datore di lavoro comunichi il licenziamento per iscritto, specificando le ragioni della decisione.
Se l’azienda ha più di 15 dipendenti, le regole cambiano a seconda della data di assunzione:
Il licenziamento per giustificato motivo oggettivo o soggettivo prevede sempre il rispetto del periodo di preavviso. Questo significa che l’azienda non può interrompere il rapporto di lavoro con effetto immediato, ma deve garantirti il tempo di preavviso stabilito dal contratto collettivo di riferimento.
Se l’azienda vuole chiudere il rapporto di lavoro senza attendere il termine del preavviso, è tenuta a pagarti l’indennità sostitutiva del preavviso. In questo caso, riceverai una somma pari alla retribuzione che avresti percepito se avessi lavorato per l’intero periodo di preavviso previsto.
Il licenziamento per giustificato motivo oggettivo o soggettivo deve sempre essere comunicato per iscritto. Nella lettera di licenziamento, l’azienda deve spiegare chiaramente le motivazioni della decisione.
Se si tratta di licenziamento per giustificato motivo oggettivo, la società deve specificare:
Non esiste alcuna buonuscita automatica in caso di licenziamento per giustificato motivo oggettivo. Se l’azienda ha rispettato tutti i requisiti previsti dalla legge e ha individuato correttamente la posizione da sopprimere, non hai diritto a una buonuscita.
Diversamente, se il licenziamento è illegittimo, puoi far valere le tutele previste dalla legge. In particolare, se lavori in un’azienda con più di 15 dipendenti, le conseguenze variano in base alla data di assunzione:
Per far valere queste tutele, è necessario impugnare il licenziamento entro i termini previsti dalla legge, rispettando le procedure richieste.
Se subisci il licenziamento per giustificato motivo oggettivo, hai diritto a richiedere e ottenere la NASpILa “Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego” (NASpI) è un’indennità mensile di disoccupazione, istituita in relazione agli eventi di disoccupazione involontaria che si sono verificati dal 1° maggio 2015. More (indennità di disoccupazione). Questo perché il licenziamento per motivi economici o organizzativi rientra tra i casi di perdita involontaria del posto di lavoro, per i quali è previsto il sostegno economico della NASpI.
Per ricevere l’indennità, dovrai presentare la domanda all’INPS entro i termini previsti e rispettare i requisiti richiesti, come il numero minimo di contributi versati.
No, non esiste un divieto assoluto di assunzione dopo un licenziamento per giustificato motivo oggettivo, ma devi sapere che l’azienda deve sopprimere realmente il posto di lavoro.
Se la società decide di assumere una nuova risorsa per svolgere le stesse mansioni che facevi tu, questo potrebbe dimostrare che il licenziamento non era realmente giustificato e portare all’illegittimità della decisione.
Attenzione però: l’azienda può comunque assumere nuove persone, purché per ruoli diversi. Ad esempio, se hai lavorato nel reparto produttivo e la società assume un nuovo impiegato nell’ufficio amministrativo, questo non dimostra automaticamente che il tuo licenziamento fosse irregolare.
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