Licenziamento per giustificato motivo

Licenziamento per giustificato motivo

Tutti i licenziamenti devono essere giustificati dall’azienda, ma esiste una differenza tra licenziamento per giustificato motivo, oggettivo e soggettivo

Cos’è il licenziamento per giustificato motivo​ 

Il nome non deve trarre in inganno: tutti i licenziamenti devono essere giustificati. La motivazione del licenziamento è uno dei pilastri del nostro ordinamento del lavoro. Devi sempre ricevere per iscritto i motivi che stanno alla base della decisione aziendale.

Nella specifica materia dei licenziamenti, però, sono previste due particolari ipotesi che portano la denominazione “giustificato”:

  • licenziamento per giustificato motivo oggettivo;
  • licenziamento per giustificato motivo soggettivo.

Licenziamento per giustificato motivo oggettivo

Si tratta del licenziamento per ragioni economiche. Il licenziamento per giustificato motivo oggettivo può essere deciso dall’azienda per motivi organizzativi o produttivi. Nella maggior parte dei casi, è legato a un andamento negativo dell’azienda o del reparto, che costringe la società a ridurre il personale.

Se il licenziamento per giustificato motivo oggettivo riguarda più di 5 lavoratori, allora si parla di licenziamento collettivo.

Licenziamento per giustificato motivo soggettivo

A differenza del giustificato motivo oggettivo, il licenziamento per giustificato motivo soggettivo non riguarda l’andamento dell’azienda, ma la tua condotta in quanto lavoratore, i tuoi comportamenti o inadempimenti.

A differenza del licenziamento per giusta causa, che fa cessare il rapporto immediatamente alla fine del procedimento disciplinare, il licenziamento per giustificato motivo soggettivo prevede sempre il preavviso.

Non è semplice fare esempi di licenziamento per giustificato motivo soggettivo, poiché si tratta di un’ipotesi meno frequente. Tecnicamente, deve trattarsi di un notevole inadempimento degli obblighi contrattuali. 

Nella maggior parte dei casi, il datore di lavoro decide di sanzionare il comportamento con il licenziamento per giusta causa o con provvedimenti disciplinari conservativi (come sospensioni o multe).

Le motivazioni licenziamento giustificato motivo oggettivo

Il licenziamento per giustificato motivo oggettivo deve essere basato su esigenze reali di tipo tecnico, produttivo o organizzativo. Alcuni esempi possono essere la chiusura di un reparto, la soppressione di un posto per riduzione del fatturato o l’esternalizzazione di un servizio.

La giurisprudenza ha stabilito precisi presupposti di validità per un licenziamento per giustificato motivo oggettivo. Se anche solo uno di questi non viene rispettato, il licenziamento è illegittimo.

Ecco i requisiti necessari affinché il licenziamento sia valido:

  • effettività delle motivazioni: le ragioni organizzative devono essere vere e concrete, e spetta all’azienda dimostrarne l’esistenza;
  • effettiva soppressione del posto: la tua posizione lavorativa deve essere realmente eliminata e non può essere occupata da un’altra persona assunta successivamente;
  • nesso causale tra esigenze organizzative e soppressione del posto: l’azienda deve fornire una spiegazione chiara e logica su perché il licenziamento sia stato necessario;
  • impossibilità di ricollocare il lavoratore (obbligo di repêchage): prima di procedere al licenziamento, l’azienda deve verificare se puoi avere altre mansioni, anche inferiori o in altri reparti. Se non viene fatto, il licenziamento è illegittimo.

Procedura licenziamento per giustificato motivo 

Il licenziamento per giustificato motivo oggettivo segue procedure diverse in base alla dimensione dell’azienda e alla tua data di assunzione.

Se l’azienda ha meno di 15 dipendenti, non è prevista alcuna procedura particolare: è sufficiente che il datore di lavoro comunichi il licenziamento per iscritto, specificando le ragioni della decisione.

Se l’azienda ha più di 15 dipendenti, le regole cambiano a seconda della data di assunzione:

  • per gli assunti dal 7 marzo 2015, non è richiesta alcuna procedura preliminare: l’azienda può comunicare il licenziamento direttamente per iscritto;
  • per gli assunti prima del 7 marzo 2015, l’azienda deve avviare una procedura obbligatoria presso l’Ispettorato del Lavoro, prima di poter procedere al licenziamento. Questo passaggio ha lo scopo di cercare soluzioni alternative o un possibile accordo tra le parti. Se la procedura non porta a una soluzione, l’azienda può formalizzare il licenziamento.

Preavviso licenziamento per giustificato motivo 

Il licenziamento per giustificato motivo oggettivo o soggettivo prevede sempre il rispetto del periodo di preavviso. Questo significa che l’azienda non può interrompere il rapporto di lavoro con effetto immediato, ma deve garantirti il tempo di preavviso stabilito dal contratto collettivo di riferimento.

Se l’azienda vuole chiudere il rapporto di lavoro senza attendere il termine del preavviso, è tenuta a pagarti l’indennità sostitutiva del preavviso. In questo caso, riceverai una somma pari alla retribuzione che avresti percepito se avessi lavorato per l’intero periodo di preavviso previsto.

Lettera di licenziamento per giustificato motivo 

Il licenziamento per giustificato motivo oggettivo o soggettivo deve sempre essere comunicato per iscritto. Nella lettera di licenziamento, l’azienda deve spiegare chiaramente le motivazioni della decisione.

Se si tratta di licenziamento per giustificato motivo oggettivo, la società deve specificare:

  • le ragioni produttive e organizzative che hanno portato alla decisione;
  • l’impossibilità di ricollocarti in altre mansioni, anche inferiori.

Licenziamento per giustificato motivo oggettivo: indennità risarcitoria​

Non esiste alcuna buonuscita automatica in caso di licenziamento per giustificato motivo oggettivo. Se l’azienda ha rispettato tutti i requisiti previsti dalla legge e ha individuato correttamente la posizione da sopprimere, non hai diritto a una buonuscita.

Diversamente, se il licenziamento è illegittimo, puoi far valere le tutele previste dalla legge. In particolare, se lavori in un’azienda con più di 15 dipendenti, le conseguenze variano in base alla data di assunzione:

  • se hai ottenuto l’assunzione dopo il 7 marzo 2015, hai diritto a un’indennità risarcitoria. Puoi ottenere la reintegra solo se il motivo del licenziamento risulta inesistente.
  • se hai ottenuto l’assunzione prima del 7 marzo 2015, hai diritto a un’indennità risarcitoria e puoi essere reintegrato se il licenziamento è manifestamente privo di fondamento.

Per far valere queste tutele, è necessario impugnare il licenziamento entro i termini previsti dalla legge, rispettando le procedure richieste.

Licenziamento per giustificato motivo oggettivo: la Naspi 

Se subisci il licenziamento per giustificato motivo oggettivo, hai diritto a richiedere e ottenere la NASpI (indennità di disoccupazione). Questo perché il licenziamento per motivi economici o organizzativi rientra tra i casi di perdita involontaria del posto di lavoro, per i quali è previsto il sostegno economico della NASpI.

Per ricevere l’indennità, dovrai presentare la domanda all’INPS entro i termini previsti e rispettare i requisiti richiesti, come il numero minimo di contributi versati.

Esiste un divieto assunzione dopo licenziamento per giustificato motivo oggettivo? 

No, non esiste un divieto assoluto di assunzione dopo un licenziamento per giustificato motivo oggettivo, ma devi sapere che l’azienda deve sopprimere realmente il posto di lavoro.

Se la società decide di assumere una nuova risorsa per svolgere le stesse mansioni che facevi tu, questo potrebbe dimostrare che il licenziamento non era realmente giustificato e portare all’illegittimità della decisione.

Attenzione però: l’azienda può comunque assumere nuove persone, purché per ruoli diversi. Ad esempio, se hai lavorato nel reparto produttivo e la società assume un nuovo impiegato nell’ufficio amministrativo, questo non dimostra automaticamente che il tuo licenziamento fosse irregolare.

 

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