Con il nuovo Decreto Lavoro sono previste buste paga più alte da luglio a dicembre, grazie all’aumento del 4% dello sgravio sui contributi
Il decreto legge 4 maggio 2023, n. 48 (noto come “Decreto Lavoro”) è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale a inizio maggio e ha introdotto importanti novità per il mondo del lavoro: delle politiche attive e delle misure di sostegno contro la povertà e a favore dell’inclusione sociale. Tra le novità, è stato introdotto anche un ulteriore taglio al cuneo fiscale.
Tra gli obiettivi del governo c’è anche quello di dare un ulteriore taglio al cuneo fiscale, cioè cercare di ridurre la differenza tra lo stipendio lordo che spetta al dipendente e l’importo netto che risulta in busta paga a seguito dell’applicazione dei contributi e delle imposte sul reddito.
A parità di retribuzione lorda, quindi, il lavoratore percepisce più soldi in termini di netto, senza che per l’azienda ci sia un aumento dei costi, che restano invariati.
In particolare, l’agevolazione consiste in un aumento dello sconto sui contributi del lavoratore di un ulteriore 4% arrivando, quindi, a uno sconto pari al 6% o 7% in base al reddito del lavoratore.
Ciò comporta un vantaggio per il dipendente perché i contributi INPS a suo carico sono più bassi e, quindi, le relative trattenute in busta paga sono più basse. In altre parole, il netto è più alto perché diminuiscono le trattenute.
Lo sgravio spetta a tutti lavoratori dipendenti del settore privato. A prescindere dalla qualifica, infatti, rientrano i dipendenti full-time, part-time, apprendisti, tempi determinati ecc.
Lo sgravio non è uguale per tutti, ma la percentuale varia a seconda della retribuzione lorda annua di ciascun lavoratore.
Inoltre, è importante ricordare che si tratta di una misura temporanea che, infatti, verrà corrisposta a partire dalla busta paga di competenza luglio 2023 e fino a fine anno.
Per vedere questo aumento in busta paga non è necessario fare alcuna domanda, perché verrà applicato in automatico.
Il decreto stabilisce che, per i periodi di paga dal 1° luglio 2023 al 31 dicembre 2023, l’esonero sulla quota dei contributi previdenziali per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti a carico del lavoratore è aumentato di 4 punti percentuali rispetto all’attuale valore, senza ulteriori effetti sul rateo di tredicesima e di eventuale quattordicesima.
Ciò significa che viene applicato uno sconto pari a:
È bene sottolineare che questo taglio non comporta alcuna penalità in termini pensionistici al lavoratore. È previsto, infatti, che l’aliquota di computo delle prestazioni pensionistiche resti la stessa.
La verifica dell’esistenza di tutti i requisiti viene effettuata su ciascun mese di paga preso singolarmente. Quindi, non basta rientrare nei requisiti una volta per richiedere lo sgravio per tutto il periodo indicato nella misura.
In pratica questo vuol dire che, nei diversi mesi retribuiti, lo sgravio può assumere misure diverse o non venire riconosciuto perché la retribuzione supera i limiti massimi consentiti.
Lo sgravio verrà riportato nel corpo del cedolino, ovvero nella parte centrale che contiene lo sviluppo del mese lavorato con indicazione di ore o dei giorni lavorati.
Qui verrà esposta la voce “Esonero IVS”, generalmente dopo l’esposizione dell’imponibile previdenziale. A lato della voce “Esonero”, nella colonna “Importo base” è riportata la stessa cifra dello sconto con l’indicazione della percentuale di esonero che è stato applicato.
Trattandosi di uno sconto, quindi di un’agevolazione per il lavoratore, questo importo verrà indicato nella colonna delle competenze.
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