Vediamo come utilizzare i buoni per pagare i lavori occasionali a servizio della propria famiglia, quali sono i vantaggi e i limiti
Spesso succede che un datore di lavoro abbia bisogno di lavoratori in modo occasionale o per un periodo limitato di tempo. In questo caso, può utilizzare dei buoni messi a disposizione dall’INPS proprio per questo scopo.
Si tratta dei voucher, che possono essere utilizzati anche dalle persone fisiche per tutte le attività legate alla gestione familiare, come il pagamento di collaboratori domestici (ad esempio colf e badanti).
Acquistare e utilizzare questi buoni è molto semplice e si può fare direttamente sul sito dell’INPS. Se decidi di pagare un tuo collaboratore domestico utilizzando i voucher, sarai completamente in regola anche con il versamento dei contributi e con l’assicurazione del lavoratore. Esistono, però, anche dei limiti di utilizzo.
In questo articolo vediamo come funziona la disciplina che li regola, quali sono i vantaggi e quali i limiti.
Prima di cominciare a parlare dei voucher, bisogna specificare una cosa. I modi per poter retribuire un lavoro occasionale sono diversi se il datore di lavoro è un’impresa o una famiglia.
Nel primo caso, verrà siglato un contratto di prestazione occasionale, mentre nel secondo, quando cioè il datore è una persona fisica, non si parla più di “voucher”, ma si fa riferimento al libretto famiglia.
Il libretto famiglia, quindi, si utilizza per quei rapporti di lavoro occasionale che sono a stretto contatto con la gestione dell’ambito familiare.
In particolare, le attività che si possono retribuire tramite questo meccanismo sono:
Per poter utilizzare il libretto famiglia è necessario che sia chi presta lavoro che chi lo offre seguano alcuni passaggi.
Il lavoratore interessato (nel nostro caso la colf o la badante) dovrà registrarsi all’interno della piattaforma INPS. Può farlo in diversi modi:
Anche la persona che intende utilizzare il libretto famiglia per assumere un collaboratore domestico deve registrarsi all’interno della piattaforma INPS con le stesse modalità.
Una volta registrata, potrà consultare il proprio “portafoglio digitale”, cioè l’applicativo del sito INPS per gestire il rapporto di lavoro con i vari lavoratori. In questa sezione si avrà la possibilità di acquistare i buoni, andando a pagare in una sola volta anche tutti i relativi oneri assicurativi da sostenere. Il pagamento per l’acquisto di questi titoli può essere effettuato anche tramite modello F24.
Il datore di lavoro dovrà accedere all’area dedicata sul sito INPS, effettuare l’accesso con le proprie credenziali e procedere con l’acquisto dei titoli di pagamento.
Attenzione! Prima di registrarsi al servizio bisogna essersi registrati all’interno del sito INPS principale, nella sezione “Prestazioni di Lavoro Occasionale e Libretto famiglia”, come già anticipato nel paragrafo precedente.
Una volta che il datore di lavoro ha pagato il lavoratore tramite il libretto famiglia, non avrà altre spese. All’interno del valore di 10 euro del buono, infatti, ci saranno già i pagamenti verso gli istituti previdenziali (INPS) e assicurativi (INAIL).
In particolare, per ogni ora di lavoro ci saranno:
Il costo complessivo per il datore di lavoro sarà quindi di 10 euro per ogni ora di prestazione.
Entro il terzo giorno del mese successivo alla prestazione, il datore di lavoro deve comunicare all’INPS i dati identificativi del collaboratore domestico. Tra questi, verranno specificati:
Le comunicazioni vanno inviate tramite la consueta piattaforma INPS o anche tramite il contact center. Il lavoratore riceverà, poi, una notifica della comunicazione effettuata dal suo datore di lavoro, tramite SMS o e-mail.
La liquidazione del compenso avviene entro il giorno 15 del mese successivo alla prestazione, con le modalità scelte dal lavoratore stesso in fase di registrazione nel sito INPS.
Le prestazioni di lavoro pagate con il libretto famiglia sono considerate occasionali e proprio per questo motivo hanno dei limiti di utilizzo ben definiti.
Ogni utilizzatore potrà pagare a ogni lavoratore fino a un massimo di 2.500 euro netti nel periodo 1 gennaio – 31 dicembre di ogni anno. Non solo: gli importi totali pagati a tutti i lavoratori nell’arco dell’anno dovranno essere inferiori ai 5.000 euro netti.
Facciamo un esempio: una persona potrà avere rapporti di lavoro con il proprio giardiniere per 2.500 euro al massimo, ma anche avere rapporti con un collaboratore domestico per altri 2.500 euro. L’importante è che, complessivamente, non si superino i 5.000 euro netti all’anno.
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