Strategie aziendali per il benessere e la produttività
di Eleonora Valè, psicologa del lavoro e neuropsicologa del benessere
Lo stress è una realtà diffusa che, se trascurata, può sfociare nel burnout, con gravi conseguenze per le persone e le organizzazioni. La buona notizia è che lo stress da lavoro correlato è gestibile e il burnout prevenibile, adottando un approccio consapevole e strategico.
Ma come possono le aziende affrontare il problema dello stress in modo efficace? Esaminiamo insieme le cause principali e alcune soluzioni pratiche.
Lo stress da lavoro è soggettivo: ogni persona reagisce in modo diverso agli stessi stimoli, in base alla propria personalità e storia di vita. Tuttavia, ci sono fattori legati al contesto lavorativo che amplificano il rischio di burnout.
Secondo il modello di Karasek e Theorell (Karasek, R. A., & Theorell, T., 1990, Healthy work: Stress, productivity, and the reconstruction of working life), tre variabili chiave influenzano lo stress lavorativo e la salute mentale dei dipendenti:
Questi fattori, se gestiti in modo appropriato, possono trasformare la cultura aziendale favorendo produttività e benessere e riducendo il tasso di turnover e demotivazione.
Ci troviamo oggi nell’era del Great Burnout e le persone abbandonano i contesti culturalmente tossici alla ricerca di un lavoro significativo, un ambiente di lavoro sano, caratterizzato da fiducia, trasparenza, possibilità di crescita.
E anche se lo scoglio più grande è quello di convincere leader e CEO d’azienda, è sempre più chiaro che il tema del benessere sia principalmente un fatto di business.
Per citare qualche dato, secondo uno studio della Society for Human Resource Management ogni volta che un’impresa sostituisce un collaboratore, a causa di dimissioni e turnover, spende in media da 6 a 9 mesi di stipendio in più all’anno. Per un manager che guadagna 50.000 euro l’anno, si tratta dunque di circa 30-40.000 euro in spese ulteriori di ricerca personale e formazione.
Inoltre l’Organizzazione Internazionale del Lavoro stima che lo stress legato al lavoro e altri disturbi correlati al benessere costano all’economia globale circa il 3-4% del PIL mondiale ogni anno.
Per affrontare stress sul lavoro le aziende possono agire sulla modalità di lavoro quotidiana, l’esperienza che le persone vivono nelle ore di vita lavorativa e sulla creazione di una sana cultura aziendale.
Alcune delle aree di intervento prioritarie sono:
Ultimo ma non non meno importante, una leadership sana. I leader aziendali infatti giocano un ruolo cruciale nella prevenzione dello stress sul lavoro. Il 69% delle persone dichiara che le figure dirigenziali e di leadership influenzano il loro benessere più di amici, famigliari e terapeuti (Workforce institute UKG).
Passare da uno stile di gestione basato sul controllo e sulla pressione a uno centrato sulla fiducia e sulla collaborazione è essenziale. Un buon leader non si occupa più di monitorare le performance ma rende responsabili e autonome le persone nel farlo, favorendo un ambiente positivo in cui ogni collaboratore possa esprimere il proprio potenziale.
Lo stress lavorativo non è qualcosa da condannare: una dose equilibrata e limitata di stress può essere incentivante per ottenere prestazioni ottimali (si parla in questo caso di eustress). Tuttavia uno stato di stress prolungato e continuativo (distress) può sfociare nel burnout personale e organizzativo, le cui conseguenze sono difficili da arginare.
Adottando misure preventive e promuovendo una cultura aziendale inclusiva e attenta al benessere, le organizzazioni possono non solo proteggere la salute dei dipendenti, ma anche migliorare la produttività e l’engagement. Investire nel benessere non è solo un atto di responsabilità sociale: è una scelta strategica per il successo del business.
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