La tecnologia trasforma gli abiti da lavoro, e li rende più utili a raggiungere le performance desiderate, in sicurezza
Tute da lavoro che proteggono le persone che lavorano, grazie a speciali sensori e alla tecnologia legata all’intelligenza artificiale: fino a poco tempo fa poteva sembrare fantasia, invece la robotica e la ricerca scientifica hanno fatto passi da gigante, portando a un’evoluzione importante anche nel campo dell’abbigliamento da lavoro.
È così che l’abito diventa smart: facile da indossare, confortevole, e soprattutto utile per una serie di categorie di lavoratori che possono essere esposti a rischi di vario genere.
L’intelligenza artificiale sta letteralmente cambiando il mondo del lavoro, velocizzando molti processi e ottimizzando le performance, ma non si era ancora spinta fino a questo punto: grazie a essa, e ai sensori a elevato contenuto tecnologico, è stato possibile realizzare dei veri e propri ‘tessuti intelligenti’, in grado di codificare le situazioni e inviare dati importanti alle macchine.
Si tratta di sensori capaci di segnalare possibili pericoli, di rilevare condizioni di stress della persona che sta lavorando e di interagire con i robot. In alcuni casi, sono dei veri e propri sistemi indossabili bioartificiali.
Di cosa si tratta? Sono abiti che cambiano colore in base allo stato emotivo di chi li indossa, o addirittura regolano la temperatura in relazione a quella di chi li sta portando.
Si chiamano ‘smart textiles’ e possono davvero fare la differenza in molte situazioni, tanto che l’industria della moda sta iniziando a mostrare verso di essi un certo interesse, cercando di capire come utilizzarli.
Mentre, però, nel contesto dell’abbigliamento quotidiano le aziende stanno studiando come sfruttare le potenzialità dei tessuti smart, nell’abbigliamento professionale sembra esserci già uno spazio di sviluppo molto ampio.
Intelligenza artificiale e nuove tecnologie possono prevenire infortuni anche gravi sul lavoro. Come? Immaginate una persona sotto stress, impegnata in una mansione difficile e pericolosa, che manovra un macchinario o movimenta pesi. Un abbigliamento che ne rileva lo stato emotivo e l’affaticamento può essere utilissimo a inviare segnali di stop, che eviterebbero così possibili incidenti.
La tuta sensorizzata rileva situazioni di stress misurando parametri fisici, come il livello di sudorazione, il battito cardiaco e la pressione sanguigna. Le stesse tute sono state prese in considerazione da colossi dell’automobilismo come Dainese, che ne hanno testato la dinamica attraverso piloti professionisti, con conseguente stupore nel constatarne l’efficacia.
Nella sensoristica intelligente rientrano anche le tecnologie aptiche, che si basano sulle percezioni tattili impresse dal mondo esterno sulla nostra pelle: sono in grado di inviare segnali alle persone come vibrazioni, sensazioni tattili, correnti elettriche a bassa intensità. Feedback utili per impieghi in telemedicina, per esempio per aggiungere una dimensione fisica alle visite a distanza.
La stimolazione tattile è uno strumento potente, che trasmette un incredibile senso di presenza. Può avere un ruolo nei rapporti a distanza con le persone, nell’intrattenimento, ma anche per creare un nuovo modo di interagire con macchine e robot.
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