Quali sono le sfide che le imprese devono affrontare per mettere al centro il benessere e attrarre e trattenere talenti?
Negli ultimi anni l’approccio al lavoro è cambiato profondamente. Da priorità assoluta è diventato un elemento da bilanciare alla vita personale e poi, complice anche il periodo di emergenza sanitaria, si è finalmente cominciato a parlare di mettere al centro le persone nella loro interezza.
I lavoratori, dalla loro, hanno cominciato a lasciare le aziende che non rispondono ai loro bisogni di work-life integration. E dunque, quali sono le sfide che le organizzazioni devono affrontare per mettere al centro il benessere e attrarre e trattenere così i talenti?
Per garantire un benessere organizzativo integrato, a lungo termine e che risponda agli obiettivi aziendali, le imprese devono affrontare il tema in maniera strutturata.
Per prima cosa, devono iniziare ad ascoltare i propri collaboratori, per poter comporre poi un’offerta che sia calibrata sui loro bisogni. L’offerta dovrà poi essere comunicata correttamente e infine sarà necessario misurarne l’impatto.
Il punto di partenza di ogni strategia è sempre l’analisi dei bisogni globali e specifici della popolazione aziendale.
Il contributo di chi lavora all’interno dell’organizzazione, infatti, è fondamentale per determinare le loro vere esigenze e creare quindi un’offerta che metta al centro il benessere delle persone.
L’ascolto può avvenire attraverso dei questionari, una delle modalità più diffuse, ma anche in colloqui capo-collaboratore o attraverso l’attivazione di presidi di ascolto organizzativo come gli sportelli di ascolto o people caring.
Partendo dai risultati della fase di ascolto, le organizzazioni devono poi rispondere alla domanda “Qual è l’offerta di welfare e a quanto ammonta l’investimento destinato?”
Sulla base delle risposte della popolazione aziendale, è possibile individuare le aree del benessere su cui concentrare l’offerta.
Nella maggior parte dei casi, i bisogni si concentrano su:
Una volta definita l’offerta, l’azienda dovrà definire come comunicarla ai collaboratori, e quale strategia di comunicazione utilizzare poi per diffondere le singole iniziative.
Potrebbe sembrare una scelta banale, ma non lo è. Un buon metodo di comunicazione, oltre a servire a far conoscere le iniziative, aiuta ad aumentare anche il senso di appartenenza dei lavoratori, e dunque l’engagement.
Una buona strategia, per essere efficace, deve essere misurabile. Come possiamo altrimenti sapere se le iniziative sono state efficaci e se l’impatto sui collaboratori è quello sperato?
Misurare l’efficacia delle soluzioni aiuta le aziende a stabilire se i bisogni determinati nella fase di ascolto sono stati effettivamente corrisposti e, in caso negativo, aggiustare il tiro.
Si tratta forse della fase più delicata e ancora oggi sottovalutata dalle aziende che si approcciano a una strategia di Corporate Wellbeing integrata.
Le aziende si stanno sempre più rendendo conto della necessità di costruire una strategia integrata per mantenere e attrarre talenti.La strada è ancora lunga, ma seguire le quattro sfide del benessere delle organizzazioni del futuro è un ottimo punto di partenza per definire iniziative di Corporate Wellbeing che mettano al centro le persone nella loro interezza.
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