Gaia Morselli, manager di Great Place to Work, ha presentato i dati del report 2022 nel corso della RoundTable sul benessere dei dipendenti
Dall’informatica all’arredo bagno: non c’è un settore dominante fra le aziende elette dai Millennials come “great place to work”, ma c’è un denominatore comune: in questi posti si lavora bene, con soddisfazione, motivazione e mantenendo un buon equilibrio con la vita privata.
«Negli ultimi anni» spiega Gaia Morselli, manager Great Place to Work intervenendo alla RoundTable di SHR Italia dedicata al benessere dei dipendenti, «il mondo del lavoro è cambiato. Le aspettative delle persone non sono più le stesse, e così i termini di paragone, la stessa importanza che si dà ad alcuni parametri, dalla retribuzione alla flessibilità, non è più la stessa».
«I Millennials» continua Morselli «Rappresentano una fascia d’età molto ampia perché vanno dai nati nel 1981 ai nati nel 1997, quindi comprendono persone non più giovanissime ma anche under 30. Soprattutto, rappresentano una fetta di popolazione aziendale molto importante. Abbiamo indagato la loro opinione sull’azienda dove lavorano, partendo da una selezione di 210 aziende.
E abbiamo individuato le venti realtà che hanno raggiunto il punteggio più alto. Com’è evidente il settore è trasversale: non ce n’è uno dominante. I temi rappresentativi, che rendono distintive queste aziende, sono focalizzati sul benessere, sull’assenza di un’eccessiva pressione psicologica e anche sulla possibilità di divertirsi lavorando. Quest’ultimo può sembrare un nice to have, ma in realtà è determinante».
Tra le domande poste da GPTW una delle più importanti è: “raccomanderesti la tua azienda come un ambiente di lavoro eccellente?”. Le aziende entrate nella top20 hanno raggiunto l’89% di risposte positive tra gli intervistati.
«E questo» sottolinea Morselli «è un risultato eccezionale. Queste persone sono ambasciatori dell’azienda all’esterno e hanno un valore inestimabile».
GPTW ha sintetizzato questo legame con l’azienda con un indicatore, il “Trust Index”. «E le nostre statistiche, anno dopo anno» continua Morselli «hanno evidenziato come Trust Index e fatturato vadano assolutamente di pari passo. In altre parole, crescono le aziende che vedono al proprio interno persone motivate e soddisfatte.
Il grafico che descrive l’andamento negli anni di Trust Index e fatturato evidenzia una connessione strettissima tra i due fattori, che si incrina solo nel 2020. In quell’anno di crisi profonda la fiducia ha tenuto, e anzi si è rafforzata, ma la parte economica è stata difficile».
La classifica si basa sulle opinioni di oltre 94.000 collaboratori appartenenti a 210 aziende, di cui 16.453 si sono dichiarati Millennial, cioè nati tra il 1981 e il 1997.
Il giudizio della popolazione aziendale Millennials raccolto tramite il questionario ha costituito il 2/3 del punteggio totale per la definizione della classifica, il restante 1/3 del punteggio è invece ottenuto dalla differenza fra la percezione dei Millennials e quella del resto della popolazione aziendale e dalla percentuale di millennials sul totale dei rispondenti al sondaggio.
Le opinioni, raccolte tramite il questionario Trust Index di Great Place to Work evidenziano l’esperienza del collaboratore in base al rapporto con la direzione, l’orgoglio per il proprio lavoro e per l’organizzazione di cui si fa parte e la qualità dei rapporti con i colleghi.
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