Cessione del quinto, datore di lavoro può opporsi o rifiutare-02
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Cessione del quinto dello stipendio: cosa deve fare l’azienda

Cosa deve fare l’azienda nel caso in cui un dipendente abbia stipulato una cessione del quinto dello stipendio? In questo episodio l’avvocato William Castagnotto ti spiega quali sono i principali obblighi a carico dell’azienda e le tutele per i lavoratori.

 

Nella puntata di oggi parleremo della cessione del quinto, come funziona, cosa può e cosa deve fare l’azienda nel caso in cui un dipendente abbia stipulato una cessione dello stipendio. Sono l’avvocato del lavoro William Castagnotto, seguitemi in questo episodio per scoprire i principali obblighi a carico dell’azienda e quali sono le tutele per i lavoratori.

Cessione del quinto, cos’è

 Fra i metodi di finanziamento è il più diffuso tra i lavoratori dipendenti. Funziona in modo molto semplice: il lavoratore ottiene un prestito e, per estinguere questo debito, cede parte della propria retribuzione. La percentuale massima di stipendio che può essere ceduta è un quinto: di qui il nome “cessione del quinto”. Con il versamento mensile di questa percentuale, il lavoratore paga il proprio debito.

L’azienda partecipa alla cessione del quinto?

No, la cessione del quinto è un accordo privato tra lavoratore e banca o finanziaria. Il datore di lavoro non partecipa né alla negoziazione, né alla firma della cessione. L’azienda non deve fare nulla, non è obbligata a sottoscrivere alcuna autorizzazione o nulla osta. Inoltre, il datore di lavoro non può opporsi alla cessione del quinto stipulata dal proprio dipendente. Quindi il lavoratore non deve preoccuparsi degli eventuali malumori del proprio datore di lavoro, perché non si può opporre a tale forma di finanziamento.

Cosa deve fare l’azienda dopo la cessione del quinto?

 Dopo la stipula, all’azienda viene notificata la cessione del quinto dello stipendio.

Dal mese successivo alla notifica, l’azienda è obbligata a versare il quinto (o la percentuale inferiore) direttamente alla banca o alla finanziaria. Come anticipato, l’azienda non può opporsi alla cessione e non può rifiutarsi, nemmeno se lo chiede il lavoratore, di versare il quinto dello stipendio. Se l’azienda si dimentica di versare il quinto a favore della banca, magari versandolo al dipendente, il rischio è che si ritrovi a dover pagare nuovamente tale percentuale, con aggravio di costi.

La trattenuta e il versamento devono essere operati su tutte le mensilità, quindi anche sulla tredicesima e quattordicesima.

Cosa deve fare l’azienda al termine del rapporto di lavoro?

Se il rapporto di lavoro con il dipendente cessa prima dell’intero pagamento del finanziamento, l’azienda deve darne comunicazione all’istituto finanziario, il quale invia una comunicazione alla società che attesta il debito residuo dovuto.

Al termine del rapporto il lavoratore ha diritto al pagamento del TFR. Tuttavia, nelle condizioni generali sottoscritte con la banca o la finanziaria, quasi sempre per l’estinzione del debito residuo, tutto il TFR viene ceduto a loro favore.

Ciò significa che l’azienda durante il rapporto non può concedere alcun anticipo TFR e, quando il rapporto cessa, deve versare l’intero trattamento di fine rapporto direttamente alla banca fino a soddisfare l’eventuale debito residuo. Anche in questo caso ci vuole massima prudenza, per non rischiare che l’azienda si trovi costretta a pagare due volte la stessa somma.

 

La cessione del quinto è una forma di autofinanziamento che può essere utilizzata dal dipendente. Per accedere a questa particolare modalità di finanziamento non è richiesto il consenso dell’azienda. Di suo, il datore di lavoro deve prestare massima attenzione nel versare il quinto di ciascuna mensilità a favore della banca.