Cos’è il rimborso della cessione del quinto, come si può ottenere e a chi chiedere tutela
La cessione del quinto dello stipendio è un modo con cui un soggetto può ripagare un prestito contratto con un istituto finanziario cedendo a questo una parte della propria retribuzione mensile. Le rate coincidono, quindi, con la quota di stipendio ceduta.
L’istituto finanziario non si limita a pretendere la restituzione delle somme prestate, ma chiede anche il pagamento di spese (spese di incasso), commissioni (per il perfezionamento del finanziamento, per la gestione del finanziamento, costi assicurativi) e interessi.
Il finanziamento può essere estinto prima del termine previsto, nel caso in cui il debito residuo venga interamente pagato o nel caso in cui il finanziamento venga rinegoziato (rinnovo della cessione con estinzione della precedente).
In questi casi il debitore ha diritto alla riduzione del costo totale del credito, il quale include tutti i costi posti a suo carico al momento della concessione del finanziamento.
Il diritto al rimborso è stabilito dal Testo Unico Bancario e dalla Direttiva Europea sul credito al consumo, e le clausole che escludono tale diritto sono nulle.
Nel caso in cui il debitore abbia estinto anticipatamente il finanziamento, questi dovrà richiedere alla finanziaria il c.d. «conto estintivo», ossia il documento in cui la finanziaria dovrà indicare le rate versate alle scadenze concordate, la somma versata per l’estinzione, gli interessi, nonché le spese e le commissioni non maturate a seguito dell’estinzione anticipata.
L’organo competente per offrire tutela stragiudiziale nel caso in cui il rimborso venga negato è l’Arbitro Bancario Finanziario, a cui si può rivolgere domanda di accertamento del diritto al rimborso delle spese.