Contratto di somministrazione: che cos’è e come funziona?

lavoratrice in somministrazione
(foto Shutterstock)

Scopri gli aspetti più importanti di una modalità contrattuale che coinvolge anche le agenzie interinali

In Italia sono ormai 1 milione i lavoratori assunti con un contratto di somministrazione, una particolare forma contrattuale che si instaura tra il lavoratore, l’agenzia di lavoro interinale e l’azienda utilizzatrice.

Questo contratto è regolato dal decreto legislativo 81/2015, che ha introdotto precise regole per evitare lo sfruttamento e ha stabilito l’obbligo di pari trattamento economico tra i dipendenti regolarmente assunti dall’azienda e i lavoratori interinali.

Che cos’è e come funziona il lavoro interinale?

In generale, si definisce “lavoro interinale” qualsiasi tipo di collaborazione che vede tre soggetti protagonisti: oltre all’azienda e al lavoratore, infatti, tra i contraenti è inclusa anche l’agenzia interinale (detta anche “società somministratrice”).

In un lavoro interinale, il lavoratore viene quindi assunto direttamente dall’agenzia, e solo successivamente “assegnato” a un datore di lavoro per un periodo di tempo determinato.

Un contratto di somministrazione soddisfa quindi le necessità delle diverse parti coinvolte: quelle del lavoratore, interessato a trovare un’occupazione; dell’agenzia interinale, che vuole soddisfare gli interessi dei propri candidati e le richieste di lavoro delle aziende; quelle delle stesse aziende, che vogliono reperire manodopera qualificata.

Una volta individuata la giusta risorsa da inserire in organico, vengono quindi stilati due contratti distinti: uno tra il lavoratore e l’agenzia interinale e un altro (commerciale, detto anche “di somministrazione”) tra l’agenzia e l’azienda utilizzatrice.

Contratto di somministrazione: chi paga gli stipendi?

Come abbiamo detto, il lavoratore interinale è a tutti gli effetti “assunto” dall’agenzia del lavoro, e non dall’azienda per cui presta servizio: sarà quindi l’agenzia a dover versare lo stipendio ed emettere la busta paga

L’azienda utilizzatrice, dal canto suo, sarà “obbligata in solido” a inviare la retribuzione del lavoratore all’ufficio interinale, e in caso di inadempimento da parte di quest’ultimo sarà in ogni caso tenuta a saldare le buste paga al lavoratore.

Quali sono i diritti dei lavoratori interinali?

Diversamente da quanto si possa pensare, un lavoratore interinale gode di tutti i diritti dei colleghi regolarmente assunti dall’azienda utilizzatrice. 

Il lavoro interinale, quindi, non è assolutamente un “contratto di serie B”: il dipendente percepirà pari stipendio e pari condizioni economiche e avrà diritto alle stesse ferie e permessi degli altri lavoratori. 

Tutto ciò è sancito dall’articolo 35, secondo cui “per tutta la durata della missione presso l’utilizzatore, i lavoratori del somministratore hanno diritto, a parità di mansioni svolte, a condizioni economiche e normative complessivamente non inferiori a quelle dei dipendenti di pari livello dell’utilizzatore”.

Conclusioni: a chi conviene il lavoro interinale?

In conclusione, l’assunzione di lavoratori interinali permette alle aziende di gestire in modo più flessibile la forza lavoro, magari per far fronte a brevi picchi di lavoro o a produzioni stagionali, senza dover ricorrere ad assunzioni dirette.

Un contratto di somministrazione rappresenta naturalmente un’opportunità vantaggiosa anche per il lavoratore interinale, che attraverso l’agenzia riuscirà a trovare un’occupazione e a valorizzare le proprie competenze professionali. 

 

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