Alcune prospettive interessanti su come fare la differenza e rendere il posto di lavoro una realtà più accogliente e stimolante
Negli ultimi anni, il tema del wellbeing aziendale ha acquisito una rilevanza sempre maggiore, in particolar modo a seguito della rivoluzione accelerata dalla pandemia e dal ricorso massiccio allo smart working. Oggi, oltre a ricercare un maggiore equilibrio vita-lavoro, in molti desiderano anche un ambiente professionale più sano, che sostenga e incoraggi la produttività e i rapporti umani tra i colleghi.
A tal proposito, una ricerca americana del 2022 ha presentato una situazione estremamente scoraggiante: il 73% dei lavoratori intervistati (in USA e in Europa) ha dichiarato di avere dei livelli di stress “medio-alti”, mentre solo il 34% del campione si è dichiarato convinto che il proprio datore di lavoro abbia a cuore il benessere dei dipendenti.
È anche di questo argomento che si è parlato in occasione di IMPACT 2030, il primo grande evento di laborability, organizzato in collaborazione con Forbes, che ha riunito i manager di importanti realtà italiane per parlare di quattro temi chiave del lavoro di domani: benessere fisico e mentale, produttività e ingaggio, welfare pubblico e privato, finanziamenti e risorse economiche.
Ripercorriamo gli interventi del panel sul benessere, durante il quale sono intervenute realtà accademiche di prestigio come l’Università Cattolica del Sacro Cuore e aziende che stanno innovando profondamente in questo ambito, come Progetto CMR, Capsula, Lifeed e HAVI Italia.
I primi relatori a prendere la parola sull’argomento sono stati Andrea Cioffi, Docente dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, e Katia Gentilucci, Head of Workspace Interior per Progetto CMR.
Andrea Cioffi ha presentato i risultati di un interessante studio: intervistando oltre 2000 dipendenti e quasi 400 manager in tutto il territorio nazionale, la ricerca aveva l’obiettivo di scoprire le caratteristiche che entrambe le categorie associano al “luogo di lavoro ideale”, valutando al contempo la corrispondenza tra ciò che i dipendenti ritengono importante e ciò che le aziende comunicano effettivamente alla loro forza lavoro sull’argomento.
Lo studio ha evidenziato un evidente disallineamento tra ciò che, secondo i dipendenti, le aziende ritengono importante comunicare e gli aspetti su cui, invece, le aziende stesse credono di comunicare in maniera adeguata: benessere psicologico, convenzioni per il fitness e well-being e opportunità di volontariato aziendale sono solo alcune delle aree in cui si osserva un vero e proprio mismatch comunicativo, che potrebbe di fatto accrescere l’insoddisfazione dei dipendenti.
Alla luce dei dati rilevati, Katia Gentilucci ha presentato al pubblico le proposte di Progetto CMR, uno studio di architettura orientato alla realizzazione di spazi flessibili sulla base delle esigenze del cliente finale. Per andare incontro alle preferenze dei lavoratori, gli uffici di alcune importanti aziende italiane (quali PWC e Generali) sono stati riprogettati basandosi su tre criteri chiave: flessibilità, benessere e collaborazione.
Successivamente, Alejandra Alvarez, Account Manager di Capsula, ha illustrato la mission dell’azienda partendo da dati e considerazioni poco rassicuranti: solo 1 italiano su 3 effettua controlli regolari per monitorare la propria salute. In altre parole, la salute sembra stare a cuore solo quando iniziano a emergere dei problemi.
Per favorire la prevenzione, con l’obiettivo finale di ridurre le patologie e i costi diretti e indiretti a esse collegate sia per l’azienda che per l’erario, l’innovativa “health pod” di Capsula consente agli utenti di monitorare alcuni dati fondamentali per la propria salute nel giro di pochi minuti, garantendo al contempo la massima privacy.
L’approccio phygital e people-centered di Capsula permette agli utenti di eseguire un’accurata analisi del proprio stato di salute e scoprire poi ulteriori informazioni sui risultati online e tramite app. In questo modo, i dipendenti saranno maggiormente motivati a monitorare la propria situazione sanitaria e a prendersi cura del proprio benessere, aumentando anche la produttività e la soddisfazione lavorativa.
Francesca Iaia Bertinotti, General Manager di Lifeed e terza relatrice del panel dedicato al benessere dei dipendenti, ha presentato la mission cruciale dell’azienda fondata da Riccarda Zezza: aiutare i lavoratori a scoprire e utilizzare i loro talenti nascosti per aumentare la produttività e la soddisfazione sul lavoro.
Tutti noi, ha spiegato Francesca, assumiamo diversi ruoli nel corso delle nostre giornate: non siamo solo dipendenti, ma anche amici, partner, figli, genitori e molto altro. Ognuno di questi tasselli richiede competenze e attitudini differenti, di cui spesso non siamo neanche consapevoli.
Se però si riuscisse a utilizzare il 70% di competenze “nascoste” insieme al 30% di skill “visibili” durante l’attività lavorativa, ciascuno di noi riuscirebbe a esprimersi nella propria totalità, passando da una situazione di “role conflict” a una di “role enrichment” e aumentando di fatto l’engagement e la soddisfazione in azienda.
I percorsi di Lifeed, pensati per aiutare le aziende a rivoluzionare le attitudini della forza lavoro attraverso percorsi di auto-consapevolezza e di scoperta, vogliono rafforzare la cosiddetta “Human Sustainability”, contribuendo agli standard previsti dalle principali Certificazioni e agli SDG dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.
Per concludere il panel sul benessere hanno preso la parola Daniela Camurani, HR business partner di HAVI Italia, e Beatrice Scocchera, HR – Talent acquisition & Employer branding.
Realtà attiva a livello internazionale, HAVI si occupa di ottimizzare e innovare la supply chain delle aziende del settore della ristorazione in tutto il mondo, distinguendosi per un approccio people-centered volto a ottimizzare il benessere dei dipendenti nelle realtà partner.
In particolar modo, HAVI porta avanti progetti di sensibilizzazione nell’ambito della salute mentale, con l’obiettivo di rendere il luogo di lavoro uno spazio sicuro in cui sentirsi liberi di parlare apertamente di eventuali situazioni di disagio.
La “ricetta HAVI” per migliorare il benessere dei dipendenti si basa su una maggiore comunicazione all’interno della realtà lavorativa, articolata in diversi aspetti: tramite la formazione interna su determinati temi, attraverso una piattaforma di sostegno psicologico, fornendo assistenza alla genitorialità e creando ambienti di lavoro più adatti alla socialità e al teamwork.