La ‘guerra dei talenti’ si gioca sulla comunicazione: LinkedIn è il mezzo con cui le aziende cercano di attrarre i professionisti migliori
LinkedIn è il social dedicato al mondo del lavoro, una sorta di ‘passaparola’ virtuale che permette a professionisti e aziende di incontrarsi, conoscersi, e anche scegliersi. La pandemia ha accelerato notevolmente la fruizione di questo network da entrambe le parti, ma ad investire le energie maggiori sono state le aziende: a gennaio 2020 le pagine linkedIn aziendali, nel mondo, erano 30 milioni, oggi siamo arrivati a 57 milioni.
A spiegare il ruolo di Linkedin nel mondo del lavoro di oggi è Maria Letizia Russo, consulente LinkedIn, LinkedIn Trainer e Employer Specialist, con una lunga esperienza nello studio di questo social network, e delle sue possibili applicazioni al mondo aziendale. È creatrice del canale telegram SocialSellerGram, attualmente il più seguito in Italia per ciò che riguarda i temi relativi a Linkedin e alla sua gestione.
«C’è una crescita del posizionamento che le aziende vogliono avere sul piano dell’employer branding – spiega Maria Letizia Russo –. Proprio in questi giorni, Linkedin ha pubblicato un articolo in cui si evidenziano le 25 figure lavorative emergenti. Molte di esse sono legate alla digital transformation, ma ciò che fa riflettere è che 3 di queste riguardano il mondo HR.
Oggi, più che mai, le aziende cercano di accaparrarsi i talenti migliori, e per perseguire questo obiettivo servono figure, nell’ambito delle risorse umane, che li sappiano attrarre, raccontando l’azienda come luogo di lavoro. È importante essere attrattivi non solo sul lato del prodotto, ma anche per come si lavora, e per i valori che si portano avanti».
In questo contesto, LinkedIn rappresenta il social migliore: qualsiasi azienda può aprire un proprio profilo gratuitamente e utilizzarlo per farsi conoscere, mixando i contenuti attraverso i post, utilizzando immagini, video e piccole narrazioni per raccontare la propria realtà.
La “guerra dei talenti” se la giocano le aziende più capaci in termini di comunicazione, quelle che investono in figure professionali e strumenti dedicate al racconto di ciò che l’azienda fa. «Per ogni pagina aziendale c’è la possibilità di aprire anche una “pagina vita”, creata appositamente per narrare la vita dell’azienda –, prosegue Maria Letizia Russo –. Un’occasione importante, che le aziende dovrebbero cogliere, e che implica la collaborazione tra comparti diversi. Le pagine vita aziendali dovrebbero essere gestite dai professionisti di marketing, HR e comunicazione, ovvero da chi conosce il prodotto, da chi coordina le risorse umane, e da chi ha il compito, poi, di tradurre i contenuti nella narrazione più efficace».
Questi contenuti pubblicati sulla pagina hanno necessità di una sorta di motore: quest’ultimo è rappresentato dai dipendenti e collaboratori. «Sono loro a diffondere i post dell’azienda pubblicati sulla pagina – dice Maria Letizia Russo –. L’algoritmo LinkedIn privilegia i post che ricevono molte interazioni. Il primo employer branding nasce fuori dal social network, sviluppando un senso di appartenenza, di team. Le aziende devono farsi voler bene dai propri collaboratori.
In questo senso, diventa importante informare i dipendenti su ciò che l’azienda fa, ed è necessaria una formazione apposita, in modo da farli sentire parte attiva e coinvolgerli nella vita aziendale».
Per avere un profilo LinkedIn funzionale, è indispensabile inserire un’immagine di sé, una foto che ritragga la persona nel suo aspetto abituale durante l’attività lavorativa. «La foto è importante – spiega Maria Letizia Russo – , contribuisce alla credibilità della persona, e favorisce una riconoscibilità più immediata con i propri contatti. Fondamentale, poi, è inserire una headline dettagliata, in cui spiegare ciò che si fa e quali siano le proprie competenze. E’ un’opportunità di presentarsi in modo sintetico, ma efficace.
Poi si prosegue con la sezione delle informazioni, un abstract in cui inserire una piccola narrazione di sé e della propria professione, per completare con una sorta di curriculum in cui si evidenziano le proprie esperienze lavorative e i percorsi di formazione. LinkedIn è un social importante, un’occasione da non perdere per mettere davvero in gioco la nostra immagine professionale».
Leggi anche:
‘Comunicazione e work engagement. Il lavoro è fatto di relazioni’