Il TFR di solito si trova nella parte bassa del cedolino: vediamo quali voci lo compongono e cosa significano
Il trattamento di fine rapporto (TFR) è stato introdotto nel 1982 a sostituzione della anzianità di indennità. Di fatto lo scopo è sempre lo stesso: garantire una somma una volta terminato il rapporto di lavoro.
Il TFR è una retribuzione differita, cioè una somma che trovi in busta paga dopo la fine del tuo rapporto di lavoro oppure dopo la tua specifica richiesta di anticipazione del TFR mentre il tuo contratto di lavoro è attivo.
Il TFR viene maturato e accantonato progressivamente nel corso del rapporto di lavoro. Annualmente maturi una quota della tua retribuzione e questa viene lasciata in azienda oppure, nel caso tu aderisca a un fondo pensione, viene versata in questo conto apposito.
Nel caso tu lo abbia lasciato in azienda, ogni anno di servizio dopo il primo, maturi anche la rivalutazione delle somme messe da parte, in modo da compensare l’eventuale inflazione o l’oscillazione del valore del denaro. La rivalutazione infatti ha lo scopo di far mantenere lo stesso valore d’acquisto per le somme messe da parte e non prelevate.
Per fare ciò l’ISTAT rilascia mensilmente il tasso di rivalutazione da applicare. Il TFR in busta paga è presente per tutti i lavoratori subordinati: operai, impiegati, quadri o dirigenti con contratti a tempo indeterminato, determinato, parziale, intermittente o in apprendistato.
Il TFR viene sempre rilasciato, qualsiasi sia il motivo per cui finisce il rapporto di lavoro (esito negativo della prova, dimissioni, licenziamento per giustificato motivo oggettivo, soggettivo per giusta causa ecc.).
Il TFR in busta paga, se presente, si trova nella parte bassa della busta paga. Di solito vengono indicati due valori:
Sapere dove si legge il TFR in busta paga è importante per capire esattamente quanto importo stai maturando.
Spesso i cedolini riportano quanto del TFR sia stato maturato nell’anno precedente in una casella con la dicitura “Fondo TFR al 31/12”. Accanto a questa casella si possono trovare anche altre informazioni come:
Tuttavia non sempre il TFR su busta paga è presente, infatti non in tutti i cedolini viene esposto quanto si è maturato, ma viene esposto solo nel momento della liquidazione.
Per quanto riguarda il calcolo del TFR spettante in busta paga, l’articolo 2120 del Codice Civile specifica anche che questo trattamento si calcola sommando per ciascun anno di servizio un importo pari e comunque non superiore all’importo della retribuzione dovuta per l’anno stesso divisa per 13,5.
Il risultato ottenuto da questa divisione viene poi rivalutato di anno in anno, su base composta, al 31 dicembre di ogni anno, con l’applicazione di un tasso costituito dall’1,5% in misura fissa e dal 75% dell’aumento dell’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati, accertato dall’ISTAT, rispetto al mese di dicembre dell’anno precedente.
Il primo passo per capire a quale cifra corrisponderebbe il TFR in busta paga è quello di capire quali voci retributive rientrano nel calcolo del TFR. Ogni contratto collettivo prevede delle voci diverse. Di solito rientrano nella base di calcolo del trattamento di fine rapporto tutte le voci in busta paga che vengono pagate durante il rapporto di lavoro.
L’importo che viene indicato in busta paga come accantonato è un importo lordo.
Una volta capite quali voci retributive valgono per calcolare il TFR e divisa per la quota annua di 13.5 (quota fissa stabilita per legge) bisogna sottrarre il contributo fondo adeguamento pensione (fap) pari allo 0.50% calcolato sulla retribuzione imponibile ai fini previdenziali.
Per arrivare poi al TFR netto e quindi capire la tassazione TFR in busta paga, bisogna calcolare la tassazione separataÈ un regime fiscale diverso da quello tradizionale degli scaglioni IRPEF, applicato solo ad alcune tipologie di reddito; i redditi soggetti a tassazione separata sono percepiti una tantum o non periodicamente, indicati all’art. 17 TUIR, che non concorrono a formare il reddito complessivo del soggetto percettore (ad es. il TFR). More. Per capire quale aliquota applicare al TFR con la tassazione separata bisogna fare i seguenti calcoli:
Questa percentuale corrisponde all’aliquota da applicare al trattamento di fine rapporto. Se nel biennio precedente al pagamento non sono stati percepiti redditi, si applica l’aliquota IRPEF più bassa.
Per i periodi di paga da marzo 2015 a giugno 2018 era possibile ricevere il TFR in busta paga ogni mese. Ad oggi non è più disponibile il pagamento del TFR in busta paga.
Si trattava del pagamento dell’importo maturato ogni mese, una sorta di anticipo TFR in busta paga. Infatti al momento della fine del rapporto di lavoro la parte del TFR pagato mensilmente in busta paga veniva detratta dal totale.
Se il TFR in busta paga non c’è, è possibile richiedere al datore di lavoro un prospetto TFR, nel caso sia necessario richiedere l’anticipo del TFR.
Nel caso si tratti della busta paga di fine rapporto di lavoro è possibile che non sia presente il TFR perché, per ottenere una rivalutazione più accurata, può essere pagato il mese successivo.
Altro motivo per cui non è presente in busta paga è nel caso in cui questo sia stato destinato ai fondi di previdenza complementare.
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