Dipendenti e autonomi hanno lo stesso cuneo fiscale?

cuneo fiscale differenza dipendente autonomo
(foto Shutterstock)

Facciamo chiarezza sui costi di queste categorie. Anche se molto diverse tra loro, per entrambe sono previste delle agevolazioni

Quando si pensa al lavoro può succedere di considerare il “posto fisso” come la soluzione più sicura e migliore per via delle tutele, degli incentivi e delle agevolazioni a cui abbiamo accesso una volta assunti. 

Molto spesso, però, prima di accettare una nuova proposta di lavoro o di collaborazione è naturale confrontare i diversi scenari: cosa devo pagare se apro la partita iva? Conviene di più accettare un contratto di lavoro subordinato? In quale caso pago meno? 

Per questi motivi, devi sapere che la normativa più recente ha introdotto uno sconto contributivo significativo, ma solo per una parte di lavoratori con un contratto subordinato. Questo vuol dire che, mettendo a confronto l’attuale cuneo fiscale e contributivo tra lavoratori dipendenti e autonomi, questi ultimi risultano essere più colpiti. 

Ma esistono delle agevolazioni anche per chi è lavoratore autonomo? La risposta è . Scopriamolo insieme in questo articolo. 

Che cos’è il cuneo fiscale? 

La risposta cambia in base alla categoria a cui facciamo riferimento. 

Se sei un lavoratore dipendente, il cuneo è la differenza tra il costo che sostiene il tuo datore di lavoro per la tua figura e il netto in busta paga, cioè i soldi che ti restano in tasca tolte le tasse e i contributi. 

Se sei autonomo, invece, rappresenta la differenza tra il fatturato che hai prodotto e il totale dei compensi netti che hai incassato. 

Il netto è l’importo che ottieni dopo aver tolto dal compenso la quota di contributi e di tasse da pagare.

Quanto è per i lavoratori dipendenti

Sul tema è intervenuto il recente Decreto Lavoro aumentando lo sconto sui contributi già operativo dalla Legge di Bilancio 2023

Ma cosa vuol dire? A partire da luglio 2023, non prima, pagherai meno contributi in base al tuo imponibile previdenziale, cioè della base su cui si applica, appunto, l’aliquota Inps, che in genere è pari al 9,19%.

L’articolo 29 del Decreto ha strutturato l’esonero contributivo nel modo seguente: 

  • riduzione del 7% se hai un imponibile entro i 25.000 euro annui 
  • riduzione del 6% se hai un imponibile entro i 35.000 euro annui 

Per questo, se l’aliquota che in genere ti viene applicata è pari al 9,19% e l’imponibile è pari a 25.000 euro, la percentuale finale che ti viene tolta e che vedrai in busta paga è del 2,19%

Attenzione: questa novità, in vigore dal 5 maggio 2023, non si applica alle tredicesime mensilità e non è valida neppure per i lavoratori autonomi

Quanto è per lavoratori autonomi 

Come abbiamo detto, il grande sconto del Decreto Lavoro non è stato esteso ai lavoratori autonomi per i quali, dati alla mano, il costo più grande è rappresentato dalla quota di contributi da versare. 

Se ad esempio tu fossi iscritto alla Gestione Separata Inps dovresti pagare: 

  • il 33% di contributi se sei un lavoratore autonomo con partita iva;
  • il 25% se sei un professionista senza cassa, cioè svolgi una professione per la quale non è previsto un Ordine o una Cassa di appartenenza specifica.

Puoi ben capire quindi che l’aliquota contributiva per gli autonomi è notevolmente più elevata rispetto a quella di un lavoratore dipendente (33%-9,19%=23,81 in più rispetto ai subordinati). 

Agevolazioni per gli autonomi 

Nonostante quanto detto fino a qui, per i lavoratori con partita iva esiste uno strumento di grande beneficio e cioè il regime forfettario agevolato

Si tratta di un regime fiscale che ti consente di pagare le tasse con un’aliquota fissa del 15%, detta anche “flat tax”

I vantaggi? Se rimani dentro la soglia massima di compensi ammessa per questo beneficio, indipendentemente da quante fatture hai incassato, paghi le tasse sempre e comunque al 15%. E non solo: 

  • per i primi 5 anni di attività, l’aliquota si riduce al 5% 
  • non hai l’obbligo di applicare e pagare l’IVA 
  • non hai l’obbligo di fare un bilancio a chiusura dell’esercizio. 

Sarai felice di sapere, infine, che a seguito della Legge di bilancio 2023 questo regime è stato esteso a un gruppo più ampio di persone

Possono accedervi tutti i soggetti titolari di partita iva che conseguono un totale di compensi pari a 85.000 euro annui, mentre prima della finanziaria il limite era 65.000 euro.

Che cosa conviene

Per decidere se accettare una proposta di lavoro subordinato piuttosto che autonomo molto dipende da cosa vuoi fare e da quali obiettivi vuoi raggiungere. 

Ad ogni modo, il taglio cuneo fiscale e contributivo di cui senti tanto parlare in questi giorni rimane uno sconto riconosciuto solo ai lavoratori dipendenti, per i quali però non cambia nulla a livello fiscale

Per gli autonomi, invece, potrebbe essere il contrario: il costo dei contributi rimane lo stesso, ma quest’anno potresti avere accesso a più agevolazioni fiscali grazie all’aumento della soglia del regime forfettario.

Certamente, per godere della flat tax dovrai rispettare anche altri requisiti previsti dalle leggi tributarie tra cui, ad esempio, aver percepito altri redditi da lavoro dipendente entro e non oltre i 30.000 euro annui.

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