Per evitare comportamenti scorretti da parte del datore di lavoro, sono previste molte tutele in caso di risoluzione del rapporto di lavoro per le madri ma anche per i padri
In caso di gravidanza e per un periodo di tempo dopo la nascita, le lavoratrici madri godono di particolari tutele, anche in campo lavorativo. Si tratta di un momento della vita molto delicato, che quindi la legge salvaguarda con delle misure specifiche.
Una di queste riguarda le dimissioniL’atto unilaterale con cui il lavoratore comunica di voler interrompere il rapporto lavorativo con il datore di lavoro. More: bisogna evitare che ci siano imposizioni da parte del datore di lavoro, contro la volontà della lavoratrice madre.
In questo articolo vedremo come funziona quando vuoi lasciare il posto di lavoro e sei in gravidanza oppure hai un bambino piccolo: qual è la finestra temporale in cui sei tutelata? Ci sono delle garanzie anche per il padre? Scopriamolo assieme.
Per prima cosa, devi sapere qual è il periodo in cui sei tutelata dalla legge, e prima di parlare di dimissioni è bene sapere che ci sono delle tutele anche per il licenziamento.
In linea generale esiste un divieto di licenziamento per la madre lavoratrice nel periodo di maternità e fino al compimento del primo anno di vita del bambino.
Questo periodo di tempo è sempre valido ad eccezione di alcuni casi:
Questo vuol dire che, esclusi i casi qui sopra, il tuo datore di lavoro non ti può licenziare nel periodo in cui sei in maternità e fino al primo anno di vita del bambino.
Questa tutela è estesa anche al padre per tutto il periodo di congedo di paternitàÈ il diritto del padre lavoratore di astenersi dal lavoro per tutta o una parte della durata del congedo di maternità, ed è riconosciuto in casi specifici. More obbligatorio fino a un anno di età del figlio.
Abbiamo parlato spesso della differenza tra licenziamento (quando è il datore di lavoro a terminare il rapporto) e dimissioni (quando è il lavoratore a porre fine a questo rapporto).
Se la legge stabilisce delle tutele per i neo genitori nel primo caso, ne esistono anche nel secondo. Questo perché bisogna evitare che le lavoratrici madri siano portate a interrompere il rapporto di lavoro in seguito a pressioni del datore.
In base all’articolo 55 del D.lgs. 151/2001, è previsto che:
non debbano semplicemente seguire la procedura online di presentazione della domanda, ma che seguano un passaggio in più e provvedano alla convalidaDichiarazione o conferma di validità compiuta da un organo superiore o di controllo. More delle dimissioni presso l’Ispettorato del lavoro.
Se vuoi lasciare il posto di lavoro all’interno del periodo protetto, quindi, devi presentare la richiesta di convalida al servizio ispettivo dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro (ITL) competente. Ma come fare?
La competenza dell’Ispettorato è individuata in base al luogo dove lavori o dove hai la residenza.
Alla richiesta devi allegare:
Una volta inviata la documentazione, sarà l’ITLSono gli uffici provinciali dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, l’agenzia che si occupa a livello statale della tutela e della sicurezza sui luoghi di lavoro. More che ti convocherà personalmente per valutare che tu abbia presentato la domanda di tua volontà e nella piena consapevolezza. Il colloquio potrà essere sia online che in presenza.
In seguito al colloquio, entro 45 giorni dalla richiesta, l’Ispettorato ti rilascerà un documento: la convalida delle dimissioni. Questa verrà inviata sia a te che al datore di lavoro.
A questo punto le dimissioni sono considerate valide e quindi il rapporto cesserà a partire dalla data indicata nella comunicazione notificata al datore di lavoro.
Se invii la domanda online ma non mandi il resto della documentazione all’Ispettorato, la comunicazione viene considerata inefficace e quindi il rapporto non termina.
La stessa cosa vale se durante il colloquio l’ITL dovesse valutare che la volontà di dimetterti non è genuina, poiché è stata compilata sotto pressione del datore di lavoro perché sei diventata madre o sei diventato padre.
Durante il primo anno di vita del bambino, ci sono anche altre tutele valide sia per la madre che per il padre.
In caso di dimissioni, infatti, è possibile:
Puoi chiedere l’indennità di disoccupazione se si soddisfano questi requisiti:
Se possiedi questi requisiti hai la possibilità, dopo il periodo di astensione, di dimetterti senza perdere la NASpI.
Questa garanzia è valida sia per la madre che per il padre. In quest’ultimo caso, però, devi aver usufruito del congedo obbligatorio o di quello alternativo alla madre.
Infine, oltre a poter usufruire della NASpI, entrambi i genitori sono anche esentati dal rispettare il preavviso. Anzi, nel primo anno di vita del figlio, in caso di dimissioni sarà il datore di lavoro a pagare l’indennità sostitutiva del preavviso (cioè alla retribuzione che spetta per il periodo di preavviso non lavorato).
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