Se sei una lavoratrice madre puoi dimetterti seguendo una particolare procedura, che è necessaria per capire se le dimissioni sono volontarie o meno
Le dimissioniL’atto unilaterale con cui il lavoratore comunica di voler interrompere il rapporto lavorativo con il datore di lavoro. More della lavoratrice madre seguono regole particolari, pensate per tutelare i genitori nel delicato periodo della gravidanza o adozione.
A differenza di una normale cessazione del rapporto di lavoro, in questi casi la legge prevede garanzie specifiche, soprattutto nei primi anni di vita del figlio. Una delle principali tutele riguarda l’obbligo di convalidaDichiarazione o conferma di validità compiuta da un organo superiore o di controllo. More delle dimissioni presso l’Ispettorato del Lavoro, per evitare situazioni in cui la cessazione del rapporto nasconda in realtà pressioni o indicazioni forzate da parte del datore di lavoro.
Scopriamo quindi quali sono i passaggi per presentare delle dimissioni efficaci, e quali tutele sono previste.
Per evitare che il datore di lavoro possa comportarsi in modo scorretto, la legge prevede molte tutele per le madri (e anche per i padri) in caso di dimissioni in maternità.
Durante la gravidanza e per un periodo successivo alla nascita o adozione del bambino, hai diritto a protezioni specifiche perché sei in un periodo protetto. Si tratta di un momento delicato della vita che la legge salvaguarda con misure mirate.
Una tutela importante riguarda le dimissioni della lavoratrice madre: la legge vuole evitare che il datore di lavoro ti costringa, contro la tua volontà, a lasciare il posto. L’obiettivo è assicurarsi che le tue dimissioni in quanto madre lavoratrice siano libere e non imposte. Per questo motivo, se decidi di dimetterti entro tre anni dalla nascita del bambino, devi convalidare la tua decisione presso l’Ispettorato del lavoro.
In questo testo approfondiremo cosa succede se vuoi lasciare il lavoro durante la gravidanza o entro i primi tre anni del tuo bambino: quali sono le tutele previste per te e le altre lavoratrici madri in caso di dimissioni? Scopriamolo insieme.
Per prima cosa, devi sapere qual è il periodo in cui sei tutelata dalla legge, e prima di parlare di dimissioni è bene sapere che ci sono delle tutele anche per il licenziamento.
In linea generale esiste un periodo protetto lavoratrice madre, in cui c’è un divieto di licenziamento. Questo periodo va da 300 giorni prima del parto, fino all’anno di vita del bambino.
Questo periodo di tempo è sempre valido ad eccezione di alcuni casi:
Questo vuol dire che, esclusi i casi qui sopra, il tuo datore di lavoro non ti può licenziare nel periodo in cui sei in maternità e fino al primo anno di vita del bambino.
Questa tutela è estesa anche al padre per tutto il periodo di congedo di paternità obbligatorio fino a un anno di età del figlio.
Durante il primo anno di vita del bambino, ci sono anche altre tutele valide sia per la lavoratrice madre che per il padre.
In caso di dimissioni lavoratrice madre entro un anno, infatti, puoi:
Puoi chiedere l’indennità di disoccupazione se rispetti questi requisiti:
Questa garanzia è valida sia se sei la madre sia se sei il padre. In quest’ultimo caso, però, il padre deve aver utilizzato il congedo obbligatorio o il congedo alternativo alla madre.
Abbiamo spesso parlato della differenza tra licenziamento (quando è il datore di lavoro a terminare il rapporto) e dimissioni (quando sei tu a porre fine al rapporto).
Se la legge prevede tutele per i neo-genitori in caso di licenziamento, ci sono garanzie anche in caso di dimissioni. Questo perché è importante evitare che le lavoratrici madri siano spinte a interrompere il rapporto di lavoro a causa di pressioni del datore.
L’articolo 55 del D.lgs. 151/2001 prevede specifiche tutele per evitare che le dimissioni lavoratrice madre entro 3 anni siano state spinte da cause esterne, e non dalla vera e propria volontà del genitore.
Riassumiamo quindi i casi in cui c’è il dovere di convalida delle tue dimissioni all’Ispettorato:
In questo caso, non è quindi esclusa la possibilità di licenziamento con figli sotto i 3 anni, poiché questa tutela maggiore è presente solo per figli sotto l’anno di età o sotto l’anno dal momento dell’affidamento.
Si sta qui parlando delle dimissioni con figlio inferiore a 3 anni, che dovranno essere necessariamente “convalidate”.
Non devi rispettare il preavviso se ti dimetti come madre lavoratrice entro un anno dalla nascita del tuo bambino. In questo caso, oltre a poter richiedere la NASpI, né tu né l’altro genitore siete obbligati a rispettare il preavviso.
Anzi, sarà il datore di lavoro a dover pagare l’indennità sostitutiva del preavviso. Per le dimissioni lavoratrice madre, il preavviso quindi si considera azzerato sotto l’anno di vita o inserimento del nuovo figlio.
L’importo dell’indennità sostitutiva di preavviso lavoratrice madre che ricevi quando dai le dimissioni corrisponde alla retribuzione prevista per il periodo di preavviso, e viene calcolato in base a quanto stabilito dal contratto collettivoÈ l’accordo stipulato a livello nazionale tra i sindacati di rappresentanza dei lavoratori e dei datori di lavoro per regolare determinati aspetti dei contratti individuali di lavoro di un certo settore (es. orario di lavoro, retribuzione minima, ferie, congedi, ecc.). More che segue il tuo rapporto di lavoro.
Questo significa che non è uguale per tutti, ma varia in base al contratto, alla tua anzianità di servizio e al livello di inquadramento.
Le dimissioni telematiche della lavoratrice madre devono seguire una procedura specifica, così come previsto dalla norma.
L’Ispettorato Nazionale del Lavoro (INL) ha introdotto una procedura che consente alle lavoratrici madri e ai lavoratori padri di figli fino a tre anni di età di convalidare le proprie dimissioni o risoluzioni consensuali attraverso un colloquio, che può essere svolto sia in presenza sia online.
Per richiedere il colloquio online, la lavoratrice deve compilare l’apposito modulo disponibile sul sito dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro e inviarlo, insieme ai documenti richiesti, all‘ITLSono gli uffici provinciali dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, l’agenzia che si occupa a livello statale della tutela e della sicurezza sui luoghi di lavoro. More competente in base alla provincia di residenza o del luogo di lavoro.
Per presentare le tue dimissioni non servono formule particolari. Non c’è quindi un esempio di lettera di dimissioni della lavoratrice madre uguale per tutte. Ti basta comunicare per iscritto la tua decisione all’azienda e completare la procedura telematica.
È comunque bene sottolineare che si debbano indicare i dati tuoi e dell’azienda, la data, la tua firma e quella del tuo datore di lavoro, che dovrà anche apporre il timbro aziendale. Dovrà poi essere chiara la tua intenzione di dimetterti dal rapporto di lavoro.
Ricorda che la comunicazione scritta all’azienda è un atto che non basta per produrre effetti sul tuo rapporto di lavoro.
Le dimissioni, infatti, devono essere formalizzate esclusivamente attraverso il portale telematico dell’Ispettorato del lavoro, con la relativa convalida delle dimissioni.
È obbligatorio avere la convalida delle dimissioni di una lavoratrice madre?
Sì. La convalida di dimissioni della lavoratrice madre è obbligatoria se lasci il lavoro nei primi tre anni di vita del bambino. Se decidi di dimetterti durante questo periodo protetto, devi richiedere la convalida al servizio ispettivo dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro (ITL) competente, in base al luogo in cui lavori o risiedi.
Per completare la richiesta, devi allegare:
Dopo aver inviato i documenti, l’ITL ti convocherà per un colloquio, che può essere online o in presenza, per accertarsi che tu abbia deciso di dimetterti in modo volontario e consapevole.
Se tutto è regolare, entro 45 giorni dall’invio della richiesta, riceverai un documento che convalida le dimissioni, inviato sia a te che al tuo datore di lavoro. Da quel momento, le dimissioni saranno considerate valide, e il rapporto di lavoro terminerà dalla data indicata nella tua comunicazione.
Attenzione: se invii la domanda online, ma non trasmetti la documentazione richiesta, la tua comunicazione sarà considerata inefficace e il rapporto non si interromperà. Lo stesso accade se l’ITL rileva, durante il colloquio, che la tua volontà non è genuina ma è stata influenzata da pressioni del datore di lavoro per il tuo ruolo di madre.
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