Esiste un diritto allo smart working?

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(foto Shutterstock)

Quali sono le nuove frontiere del lavoro, tra diritti, obblighi ed alcune eccezioni particolari

Dall’inizio della pandemia tutti abbiamo cominciato a familiarizzare con questa nuova modalità di svolgere la prestazione lavorativa. Poco importa se sia vero e proprio smart working o lavoro domestico o «da remoto» oppure telelavoro. L’interrogativo di oggi è: esiste un diritto a lavorare da casa? Il lavoratore può rivendicare il diritto al lavoro agile nei confronti della propria azienda?

Smart working: tra obbligo e diritto

In generale, non esiste un diritto del lavoratore al lavoro agile.

La disciplina ordinaria, ribadita anche dal Protocollo sullo smart working, prevede infatti che questa particolare modalità di lavoro sia una scelta concordata da azienda e dipendente.

Dall’inizio della pandemia, invece, per contenere la diffusione del contagio negli ambienti di lavoro, è stato permesso alle società di collocare in modalità agile i lavoratori in modo unilaterale, ossia senza il loro consenso. Con la fine dell’emergenza pandemica, a partire dal 1° gennaio 2023, è ritornata la disciplina ordinaria: lavoro agile solo con l’accordo di azienda e lavoratore 

Il dipendente è obbligato a lavorare in smart working?

Poniamo il caso che le mansioni possano essere svolte da casa: il lavoratore può pretendere di lavorare da remoto?  La risposta è negativa. Secondo la disciplina generale non esiste alcun diritto a lavorare in modalità agile.

Sempre secondo la normativa ordinaria, però, l’azienda non può imporre, in modo unilaterale, il lavoro agile al lavoratore, ma è sempre necessario l’accordo tra le due parti. In sintesi: nessun diritto a lavorare da remoto e nessun obbligo di rispettare l’eventuale imposizione dell’azienda. Tradotto: senza accordo, niente lavoro agile.

Chi può chiedere lo smart working 2023? 

Durante la fase pandemica, per alcune categorie di lavoratori è stato introdotto un vero e proprio diritto allo smart working: sono i cosiddetti «lavoratori fragili», ossia coloro che, a causa di determinate patologie, potevano essere esposti ad un maggior rischio in caso di contagio. 

I lavoratori fragili, fino al 30 giugno 2023, hanno diritto a lavorare in modalità agile e dunque possono pretendere tale adibizione nei confronti del datore di lavoro.

 

 

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