Come capire quando si può avere un familiare a carico e come massimizzare il rimborso messo a disposizione dallo Stato
Quando presenti la dichiarazione dei redditi, è importante valutare la possibilità di ottenere detrazioniSono una somma da sottrarre alle imposte che dovrebbero essere pagate annualmente. Vengono riconosciute in base a determinati requisiti di reddito e personali. More fiscali per i familiari a carico. Queste agevolazioni ti permettono di ridurre le tasse e aumentare il netto in busta paga, ma per beneficiarne devi rispettare specifici requisiti, come il limite di reddito e il grado di parentela con il familiare a carico.
Per ottenere le detrazioni, devi anche comunicare i tuoi familiari a carico al datore di lavoro. Se non lo fai, rischi di perdere agevolazioni che ti spettano di diritto.
Rispetto al 2024, ci sono state alcune piccole modifiche per queste figure. In questo approfondimento scoprirai come funzionano le detrazioni fiscali, quali sono gli importi previsti e quali condizioni devi soddisfare per beneficiarne.
I familiari a carico sono le persone che possono essere inserite nella propria dichiarazione dei redditi nel modello 730, o essere direttamente portate in detrazione all’interno della propria busta paga, e che portano uno sgravio sulla quantità di tasse da pagare ogni anno.
Fanno parte di questa categoria:
Ci sono anche altre persone che possono essere considerate a carico, ma per quest’ultime è necessario convivere con chi dichiara i redditi.
Oltre al coniuge e i figli, possono essere considerati a carico:
Fino all’anno scorso, le persone che si potevano considerare a carico erano molte di più.
Quando si parla di Assegno Unico, è importante non fare confusione: non copre tutte le situazioni familiari e non sostituisce tutte le detrazioni.
L’Assegno Unico ha sostituito e accorpato tutti i precedenti benefici per i figli a carico sotto i 21 anni, ma non ha modificato le detrazioni per il coniuge a carico.
Se hai altri familiari a carico, come il coniuge o altri parenti, continui a beneficiare delle detrazioni in busta paga.
Nella dichiarazione dei redditi, il coniuge a carico deve essere indicato nel rigo numero 1. Nella colonna 1 sarà barrata la casella “C”, e nella colonna 4 sarà indicato il codice fiscale del coniuge.
Se il coniuge si trova fiscalmente a carico, lo dovrai indicare nella colonna 5, indicando il numero di mesi in cui il coniuge è stato a carico. Se il coniuge non è a carico, invece, questa casella rimarrà vuota.
L’inserimento del familiare avviene in automatico nella tua dichiarazione dei redditi (730), solo se:
Se i dati indicati nella Certificazione Unica (CU) sono incompleti o incoerenti, nella dichiarazione precompilata viene riportato solo il codice fiscale del familiare e devi compilare manualmente il prospetto. Quindi, ti consigliamo di controllare sempre i dati precompilati.
La detrazione per il familiare a carico può essere suddivisa tra i coniugi, assegnando il 50% a ciascuno. Tuttavia, poiché le detrazioni variano in base al reddito, in alcuni casi conviene assegnarla a un solo coniuge.
Ad esempio, se tu e il tuo coniuge lavorate entrambi, ma uno ha un contratto a tempo pieno e l’altro un part-time da 20 ore a settimana, può essere più vantaggioso attribuire il 100% della detrazione a chi ha il reddito più alto.
In questo modo, puoi usufruire al massimo della riduzione sulle tasse, evitando il rischio di non sfruttare completamente lo sgravio fiscale previsto dallo Stato.
A partire da marzo 2022, è entrato in vigore l’assegno unico universale. Questa misura va a sostituire la precedente possibilità di portare in detrazione i propri figli con età inferiore ai 21 anni direttamente nel cedolino.
Per questo motivo, coloro che hanno fatto richiesta per l’assegno unico non potranno usufruire della detrazione per i figli a carico under 21 in busta paga.
La legge di Bilancio 2025, ha poi introdotto alcune novità rispetto al 2024:
Attenzione: altra importante novità è data dal fatto che le detrazioni non spettano a coloro che non sono cittadini italiani (o di uno Stato membro dell’Unione Europea) o di uno Stato che abbia fatto degli accordi con l’Italia su questo argomento.
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