FIS fondo integrazione salariale: che cos’è?

Fondo integrazione FIS: che cos'è
(foto Shutterstock)

Il Fondo gestito dall’INPS che tutela i lavoratori da riduzione o sospensione dal lavoro se l’azienda non può applicare la Cassa integrazione guadagni

Il Fondo d’Integrazione Salariale (FIS) è un fondo gestito dall’Inps, che interviene a sostegno del reddito dei lavoratori la cui attività lavorativa è stata sospesa o ridotta. 

Le causali di sospensione o riduzione del lavoro sono le stesse della cassa integrazione, e quindi:

  • situazioni aziendali dovute a eventi transitori e non imputabili all’impresa o ai dipendenti, incluse le intemperie stagionali;
  • situazioni temporanee di mercato;
  • riorganizzazione aziendale (compresi anche i processi innovazione digitale e tecnologica, sostenibilità ambientale ed energetica o di sicurezza)
  • crisi aziendale;
  • crisi per eventi improvvisi e imprevisti;
  • accordi per contratti di solidarietà.

In alcuni di questi casi, quindi, il FIS interviene al fine di evitare o ridurre i licenziamenti di personale.

A chi è destinato?

Sono soggetti alla disciplina i datori di lavoro che hanno almeno un dipendente e che appartengono a settori, tipologie e classi dimensionali che non rientrano nell’applicazione della Cassa integrazione guadagni ordinaria (CIGO) e che non aderiscono ai Fondi di solidarietà bilaterali.

Ad esempio, rientrano in questo gruppo le aziende che operano nel settore del commercio. Per queste aziende, infatti, non viene applicata la disciplina della cassa integrazione.

Sono destinatari e beneficiari del trattamento di integrazione tutti i lavoratori assunti con contratto di lavoro subordinato. Vengono compresi quindi anche i lavoratori a domicilio e gli apprendisti (indipendentemente dalla tipologia di apprendistato). Restano esclusi solamente i dirigenti.

Per poter accedere alle prestazioni è necessario che i dipendenti abbiano un’anzianità di lavoro effettivo pari ad almeno 30 giorni alla data di presentazione della domanda di concessione del trattamento presso l’unità produttiva per la quale viene presentata la domanda.

Come funziona?

L’ assegno di integrazione salariale, spetta ai datori di lavoro che occupano almeno 1 lavoratore.

La domanda dev’essere presentata dal datore di lavoro e la durata massima del FIS è diversificata in base al motivo per cui viene richiesta e al numero di dipendenti:

  • se nel semestre precedente la data di presentazione della domanda, in azienda sono presenti mediamente fino a 5 dipendenti, è prevista una durata massima di 13 settimane in un biennio mobile;
  • oltre i 6 dipendenti, occupati mediamente nel semestre precedente, è prevista una durata massima di 26 settimane in un biennio mobile.

Per biennio mobile s’intende un periodo pari a due anni che viene calcolato a ritroso a partire dalla data di presentazione della domanda da parte dell’azienda per ogni singola unità produttiva.

Quanto spetta?

Il FIS viene erogato direttamente in busta paga.

La misura della prestazione è fissata nell’80% della retribuzione che sarebbe spettata al lavoratore per le ore di lavoro non prestate con il limite massimo delle ore previste dal contratto.

Ad esempio, se ad un dipendente full time di un’azienda del settore commercio, a seguito di una domanda di FIS, viene ridotto l’orario di lavoro a 15 ore settimanali, il fondo interverrà fino a integrazione delle 40 ore settimanali previste da contratto.

Esiste un massimale di erogazione della prestazione, che per il 2022 è pari a 1.222,51 euro lordi, a cui verrà applicata un’aliquota contributiva pari al 5,84% e la tassazione. Gli importi massimi sono rivalutati annualmente, secondo l’andamento ISTAT.

Bisogna sottolineare che, nel caso in cui il lavoratore svolga un’altra attività di lavoro autonomo o subordinato durante il periodo di FIS, non ha diritto al trattamento per le giornate in cui ha svolto l’altro lavoro.

 

 

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