Una tipologia contrattuale flessibile, cosiddetta "a intermittenza". Per quali lavori è attivabile? A chi si rivolge e in quali casi è vietata?
Il contratto di lavoro “a chiamata” è una tipologia contrattuale che si caratterizza per la sua flessibilità di utilizzazione, cosiddetta “a intermittenza”.
Il lavoratore può essere chiamato a rendere la sua prestazione lavorativa secondo le necessità del datore di lavoro – per un massimo di 400 giornate in 3 anni solari, fatta eccezione per i settori del turismo, pubblici esercizi e dello spettacolo, per cui non vi sono limiti. Sarà quindi retribuito esclusivamente quando verrà chiamato a lavorare, salvo il riconoscimento di un’indennità per la sua disponibilità.
Tale tipologia di esecuzione della prestazione lavorativa può essere instaurata a tempo determinato o a tempo indeterminato dandone comunque prova scritta.
Di norma è il contratto collettivoÈ l’accordo stipulato a livello nazionale tra i sindacati di rappresentanza dei lavoratori e dei datori di lavoro per regolare determinati aspetti dei contratti individuali di lavoro di un certo settore (es. orario di lavoro, retribuzione minima, ferie, congedi, ecc.). More a stabilire per quali esigenze aziendali sia possibile instaurare il contratto a chiamata. Per capire quali mansioni possano essere svolte in questa modalità è necessario consultare la tabella del Regio Decreto 2657/1923 e le successive modifiche apportate dal Ministero del Lavoro.
Recentemente, con la circolare n.1 dell’8 febbraio, l’Ispettorato nazionale del lavoro ha chiarito che i contratti collettivi possono solo disciplinare e non vietare il lavoro on call.
Se nulla è previsto dal R.D., o nelle note ministeriali, sarà comunque possibile, indipendentemente dalla mansione, attivare contratti on call con soggetti con meno di 24 o con più di 55 anni, a prescindere quindi dall’attività svolta.
No, se non è stata pattuita una specifica indennità di disponibilità. L’indennità di disponibilitàÈ una somma che un lavoratore a chiamata percepisce per l'obbligo di rispondere alla chiamata al lavoro da parte dell'azienda. More è un importo erogato dal datore di lavoro al lavoratore a fronte dell’impegno del lavoratore di recarsi a lavoro quando il datore ne ha bisogno. Quindi, se vi è un obbligo contrattuale di rispondere alla chiamata dando la propria disponibilità, c’è diritto all’indennità per i periodi in cui non si viene chiamati. Mentre, quando si lavora rispondendo alla chiamata, c’è solo la retribuzione.
Il lavoro a chiamata è vietato quando: