È importante sia per il lavoratore che per il datore di lavoro che la busta paga venga consegnata. Scopriamo perché
Spesso si considera la consegna della busta paga meno importante rispetto al pagamento dello stipendio.
C’è però un espressa previsione di legge che obbliga i datori di lavoro alla consegna del prospetto paga nel momento in cui viene pagata la retribuzione.
È quindi bene dare la giusta importanza alla consegna di questo documento in cui sono elencate le proprie competenze mensili. La busta paga, infatti, può tornare molto utile come prova a proprio favore, ad esempio in caso di vertenza contro il datore di lavoro.
La busta paga si può considerare una sorta di riepilogo del proprio rapporto di lavoro. All’interno, infatti, si possono trovare:
Oltre ad essere un obbligo di legge, la consegna assume un ruolo essenziale qualora dovessero sorgere delle controversie con il datore di lavoro.
Questo documento, infatti, è l’unico a racchiudere in maniera esaustiva quello che è stato effettivamente riconosciuto al lavoratore.
È inoltre essenziale per controllare la correttezza dell’attribuzione del livello del lavoratore rispetto alle sue effettive mansioni, da cui deriva non solo una differente retribuzione, ma potenzialmente anche delle diverse indennità.
La legge impone al datore di lavoro di consegnare il prospetto paga congiuntamente con il pagamento dello stipendio stesso.
Non è specificata una precisa data in cui il datore è obbligato ad effettuare la consegna. Dal 2008 però è stato istituito l’obbligo della tenuta del Libro Unico del Lavoro, con la previsione di consegna entro la fine del mese successivo a quello di competenza.
La mancata o ritardata consegna ai propri lavoratori fa sorgere una violazione di legge. Ciò implica una serie di sanzioni amministrative che possono variare, in base al numero di violazioni avvenute in azienda, da un minimo di 150€ fino a 7.200€.
Qualora il lavoratore non dovesse ricevere il proprio prospetto paga mensile, o lo dovesse ricevere in ritardo, potrebbe quindi far valere il proprio diritto rivolgendosi all’Ufficio dell’Ispettorato del Lavoro territorialmente competente.
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